Non se ne poteva più: speriamo arrivi quanto prima così l'agonia terminerà
Il Bari perde. E fin qua nulla quaestio, è normale. La novità, invece, sta nel fatto che la speme biancorossa, rinvigorita improvvisamente dall'inusitato e meritato pareggio a San Siro, si spegne definitivamente. Adesso si attende solo la benedetta matematica: era ora, non se ne poteva più. Soprattutto per quei tifosi baresi che, storicamente, si nutrono solo di pane e illusioni, tifosi per cui esiste solo il Bari e che, magari, dello tsunami giapponese, del rischio radiazioni di Fukushima e dei caccia che partono da Gioia del Colle per bombardare Bengasi o Tripoli non gliene frega nulla. Comprendiamo la fede - un po' meno quella verso la Snai, unica ormai su cui sperano lasciando l'auto in doppia fila pur di scommettere - ma, diamine, si parla di pallone, di giocatori che si calciano la vita dietro una sfera di cuoio, mica di guerra o dell'amata donna che, mentendo, dice di andare a cinema o in giro per Bari vecchia con l'amica. La vita è altrove, fuori dal pomerium delimitato da strisce bianche.