Seconda sconfitta per gli uomini di Torrente sotto l'ombra di Sant'Antonio che evidenzia tutti i limiti strutturali della squadra ma anche le qualità che, pian piano, usciranno fuori
Padova – Il Bari perde ancora. Stavolta, però, sotto l'ombra di Sant'Antonio, seduto ai tavolini del Caffè Pedrocchi, sorseggiando una prestigiosa e storica tazzina amara. Capita, non è una novità per il Bari. Tuttavia nulla di preoccupante, intendiamoci: la squadra (nuova di zecca) è in chiaro rodaggio e necessita di quel tempo fisiologico per assimilare certi meccanismi dettati dal suo profeta ex eugubino Torrente.
Il Padova, come altre società, è la dimostrazione vivente di quanto sia importante cominciare un progetto sin dall'inizio, ovvero sin dalla data del ritiro, così da poter assimilare, all'unisono, la dottrina di ogni allenatore, nella fattispecie di Dal Canto: al Bari, purtroppo, tutto ciò non è avvenuto. Noi di Go-Bari, come dimostrano i precedenti articoli, lo abbiamo sempre sostenuto sin da tempi non sospetti. Il Bari, al di la di fisiologici carenze strutturali riscontrabili soprattutto in attacco, paga lo scotto della mancanza di amalgama dovuto, evidentemente, all'arrivo a singhiozzo di quei giocatori di qualità tanto richiesti e pretesi dall'allenatore biancorosso.
Il Padova, come altre società, è la dimostrazione vivente di quanto sia importante cominciare un progetto sin dall'inizio, ovvero sin dalla data del ritiro, così da poter assimilare, all'unisono, la dottrina di ogni allenatore, nella fattispecie di Dal Canto: al Bari, purtroppo, tutto ciò non è avvenuto. Noi di Go-Bari, come dimostrano i precedenti articoli, lo abbiamo sempre sostenuto sin da tempi non sospetti. Il Bari, al di la di fisiologici carenze strutturali riscontrabili soprattutto in attacco, paga lo scotto della mancanza di amalgama dovuto, evidentemente, all'arrivo a singhiozzo di quei giocatori di qualità tanto richiesti e pretesi dall'allenatore biancorosso.