Intervista esclusiva per Go-Bari 25/05/2011
"E' che obtorto collo accetto di far tutto ma vorrei pure dimostrare il mio vero volto di DG..."
Ho avuto l'onore e il piacere di conoscere personalmente Claudio Garzelli, Dottore in Scienze Politiche con indirizzo amministrativo e, vi confesso, è stato "amore" a prima vista. L'ho conosciuto questa estate a Ridanna quando con la sua valigetta da lavoro, immagino piena di carte, fece capolino in palestra mentre Ventura & C., nel fare esercizi, si muovevano gambe all'aria al ritmo di quella orribile canzone, debitamente storpiata, che faceva più o meno "tu vuò fa' l'americano".
Già l'idea di avere a che fare con un laureato in questo torbido, spesso ipocrita, falso mondo nel calcio dove a comandare non sono i presidenti ma gente, il più delle volte, meschinamente prevaricatrice, dispettosa, minacciosa e affaristica che crede di essere padrona del mondo con le intimidazioni, ti regala quella sensazione particolare quasi fossi seduto ad un tavolino di un'oasi felice, una sorta di zona franca, una "Andorra" alla pugliese, entro la cui sfera percepisci quel feeling intellettivo.
Ho avuto l'onore di averlo come ospite in uno dei miei convegni nei quali mi piace dialogare con la gente (la foto rappresenta appunto quell'evento), e dal quale ho tratto ulteriori insegnamenti oltre ad aver rafforzato il mio concetto su di lui. Chi mi conosce sa che non sono un giornalista da "interviste" ma qualcuna, pure, cerco di farla, ovviamente a mio modo dove - chi mi conosce lo sa - non nascondo peli sulla lingua, e quando le faccio, se permettete, scelgo i miei interlocutori. Dialogare con lui è un piacere intrinseco che, forse, in pochi possono permettersi, perchè una cosa è porgli le solite due domande prevedibili, scontate e di default tanto per riempire lo spazio pertinente la pagina dei quotidiani ormai saturi di notizie forzate, un'altra è chiacchierare di Italo Svevo, di Orazio, di Economia (uno dei miei limiti, proverbiali), di zoffgentilecabriniorialicollovatiscirea, di città metropolitana, di politica, di Huseklepp e, sul finale, pure di scienze da cui, per incanto, siamo riusciti persino a parlare di Bari calcio e dell'annata disgraziata appena trascorsa, ma sopratutto di quella a venire che, forse, interessa di più i tifosi normali e non quelli smanettatori di volgari interludi. Spesso mi chiedo: ma che ci fa, ancora, una persona così competente, preparata sulle norme federali, attenta, obtorto collo, alla corte dei Matarrese, corte tradizionalmente avara di progetti quantunque precisa nei bilanci? Egoisticamente mi auguro che rimanga da queste parti, svevianamente e, se vogliamo, anche un po' carduccianamente e calvinamente, gli auguro tutte le fortune di questo mondo.