Una gran bella partita,
un gran bel Bari. Forse il migliore visto, fino adesso, tenuto conto
della consistenza degli avversari fin qui incontrati. Per giunta
fuori casa. A Verona, non a Castellammare. Con tutto il rispetto per
la Juve Stabia, si intende. Peccato però: perdere all'ultimo minuto
fa sempre male e il Bari ne sa qualcosa. Fino adesso ne ha dati di
dispiaceri agli avversari all'ultimo secondo. Con questa squadra si può osare.
Un Bari, comunque, senza
paura con grande personalità che ha superato sicuramente a pieni
voti l'esame di personalità con un bel 30 e lode e che, dunque, può
proseguire gli studi per le zone medio alte della classifica, quelle
che nessuno, fino adesso, sperava ma che merita per il gioco espresso.
Davvero bella a vedersi
la Torrente's Band di oggi in casa scaligera con una intraprendenza
mai vista, poco garibaldina e molto pratica, che ha tenuto testa
senza nemmeno tanto soffrire gli undici di Mandorlini e che si è
proposto più volte dalle parti di Rafael risultando spesso e
volentieri pericoloso. Sicuramente molte più volte del Verona. Ma,
come sempre, sotto porta è apparso poco convinto di risolvere la
pratica, decisamente fino al 90' alla sua portata. Infondo il Verona
non ha fatto nulla per vincere la gara: tutta qui la mega corazzata
allenata dal leghista Mandorlini?
Peccato per quella scelta
di Torrente di sostituire l'ammonito, in odor di espulsione, Claiton:
cambiare il brasiliano ci stava, ma cambiarlo per un altro giocatore,
del cui impegno nessuno mai ha dubitato, che di gialli se ne intende,
forse come nessun altro, ritengo che non sia stata una scelta
azzeccata. E ci sta, però. E lo dico senza polemica, anzi,
applaudendo l'allenatore che finalmente sta cominciando a raccogliere
i suoi frutti dopo un anno in cui ha trovato molte difficoltà tra la
diffidenza di chi pretendeva tutto e subito. Speriamo si ravvedano
costoro e che facciano il mea culpa.
Una sconfitta, tutto
sommato, terapeutica. Una di quelle che, forse forse, ci voleva pure
tanto indolore, ai fini della classifica, è risultata ma soprattutto
una sconfitta che serve a spegnere i soliti, eccessivi e frettolosi
focolari d'entusiasmo, tipicamente baresi, che si alimentano alla
prima vibrazione dell'arpa eolica dei cuori biancorossi, sempre in
fermento ad ogni minimo cenno. La salvezza è l'unico obiettivo. E'
bene ricordarselo. Poi tutto ciò che viene in più è tanto di
guadagnato.
Anzi, è una sconfitta
che ha esaltato le doti della squadra, sempre più convinta dei
propri mezzi e che ha manifestato una grande personalità. Quella
giusta per giocarsela alla pari con tutte senza paura.
Infine due parole per Rivas: come sempre ha dimostrato di essere limitato. Non sarà un caso che tutti gli allenatori fin qui avuti, lo abbiano considerato sempre al 50%. Spesso anche al 30%. Bravo per due dribbling, poi quando cerca di dribblare pure se stesso, qualunque allenatore lo cambia. Un deja-vu', insomma
Infine due parole per Rivas: come sempre ha dimostrato di essere limitato. Non sarà un caso che tutti gli allenatori fin qui avuti, lo abbiano considerato sempre al 50%. Spesso anche al 30%. Bravo per due dribbling, poi quando cerca di dribblare pure se stesso, qualunque allenatore lo cambia. Un deja-vu', insomma
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