Si tornava all'antico.
Finalmente. 40 anni fa non c'era Natale o Santo Stefano che
tenessero. Si giocava e basta se coincideva di domenica. Con buona
pace degli avanzi della due giorni culinaria precedente. Infondo il
calcio è sempre stato uno spettacolo e i loro personaggi, sebbene
con le scarpette ai piedi e non con i costumi del contesto, son
sempre degli artisti (forse degli attori, calza meglio) nel quale è
previsto un canovaccio, un regista, un inizio ed un finale. Dunque,
pur comprendendo l'inopportunità di certe scelte dettate dalle tv,
trovo che si debba intravedere il bicchiere mezzo pieno in certi casi
come questo, e non demonizzarne la scelta. Infondo, non si pretendeva
di tornare ad un calcio all'antico? Eccolo!
Ci han creduto fino in
fondo sia pur senza lanciare nel tritacarne gli etruschi maremmani.
Ecco: son proprio queste le partite che, forse, con uno sforzo di
buona volontà, varrebbe la pena incastonare come un'icona bizantina
nell'ipogeo di Torrebella adiacente a quella costruzione di cemento
vagamente futuristica che dà l'idea di uno stadio solo dall'alto ma
che, di fatto, risulta inutile e dannosa, lì dove i fantasmi di
personaggi mitici, di gare d'altri tempi vinte all'ultimo secondo (ma
anche perdute all'ultimo click dell'orologio) e traslocati dal Tempio
di Via Maratona per trovar un posto tra le bacheche dei ricordi, fan
fatica a trovarne uno libero. Sicché, nelle more, un po'
brechtianamente, questi fantasmi eduardiani, preferiscono rimanere
nelle retrovie dove il posto non manca sicuramente e dove, anzi, si
ha una visione più ampia di questo calcio sporco in fase di pulizia,
ma appena trapuntato di lindezza giovanile, di ragazzi poco più che
adolescenti, i quali son riusciti a girare la boa del campionato in
corso con ben 30 punti, 3 in più dello scorso anno, tra l'altro con
una età media più bassa di quella dell'anno di Donati e Bogliacino.
Oggi, coi discendenti di
Porsenna, la E Street Band torrentiana ha trovato, come spesso
accade, non poche difficoltà nel gestire il pallone ed ottimizzarlo
per fare un sol boccone dei toscani, apparsi davvero ben poca cosa
al cospetto di un Bari più vivo e caparbio sebbene appena sterile.
Così il peso dell'esperienza, ancora una volta, s'è fatta sentire.
La vittoria, dunque,
della volontà, quella dell'attimo fuggente in cui tutti i sogni e le
speranze affidate all'ultimo tocco di Galano, di Bellomo o ad uno
svarione difensivo avversario svaniscono, normalmente, al fischio
finale dell'arbitro, quell'attimo cercato e ricercato da Ciccio
Caputo (gran lavoro, oggi, il suo, rigore sbagliato a parte: fossi
uno che emette pagelle, gli darei un bel 7) agli stessi Galano e
Bellomo, da una robusta difesa allo stesso Fedato, oggi ancora una
volta appannato, forse, dai troppi riflettori che gli abbrustoliscono
il volto, riflettori e lampade forzate che potrebbero nuocergli in
quanto, il ragazzo, avrebbe bisogno di crescere in santa pace tra
tribuna, panchina e gettoni di timida ma efficace presenza, magari
tra qualche mugugno comprensibile generale, ma credo che solo così,
un ragazzo di 19 anni, può davvero spiccare il volo soprattutto se
si han qualità come lui. E purtroppo Dolcenera deve fare i conti con
la mancanza di alternative dalle sue parti e, dunque, è un po'
costretto a gettarlo nel Colosseo della B senza alcuna protezione,
dandolo in pasto alle fiere feroci. Solo le sue raccomandazioni e la
sua fiducia, in qualche modo, riescono a tutelarlo. E per fortuna che
il ragazzo, alla fine, riesce comunque a sigillare la gara o, quanto
meno, a lasciare il segno, talvolta con un gol o qualche colpo
virtuoso.
Oggi, Torrente, con la
squadra in evidente affanno in quanto sta tirando la carretta da
luglio, con 7 punti di penalità e tante insidie trovate dietro ogni
angolo, ha cercato pure di far cambiare ritmo per schiacciare
definitivamente i maremmani rimasti persino in 10, ma sulla panchina,
ahimè, al di la dei soliti volenterosi giocatori, non aveva quel
tasso di qualità e di esperienza necessario cui attingere per
poterci quanto meno provare.
Insomma, un déja vu
cronicamente attuale dal quale, nei momenti topici della gara, non
riesce ad uscirne.
E se si valutano i due
ultimi risultati ottenuti, vale a dire il pareggio a Cesena e la
vittoria nell'Ultimo metrò truffautiano di oggi, forse si può
scorgere un orizzonte più sereno. Uscire, infatti, indenni - ed
anzi, con una vittoria - soffrendo e senza strafare e brillare nel
gioco, lascia ben sperare nell'immediato futuro allorquando Iunco,
Ghezzal e De Falco, potranno elevare il tasso tecnico ogni qualvolta
ci sarà da gestire un risultato. Almeno speriamo tutti.
Onore ai quattro
maremmani, infine, giunti fino a Bari, verosimilmente dal capoluogo
etrusco, per assistere alla gara. Chi meglio di me può comprendere
quanti, arrivati nelle varie Ferrara, Cremona, Trapani, Roma e Udine,
si è visto sfumare una vittoria o un pareggio all'ultimo secondo.
Buon Natale anche a loro.
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