Una gara, quella di oggi,
giocata col massimo impegno da tutti, con un super Defendi alla sua
migliore gara da quando è a Bari e con qualche mossa di Torrente
apparsa, all'inizio, quanto meno dubbia ma che non ha inficiato sulla
resa (quella di Aprile, ad esempio, sin dal primo tempo: ma se lo ha
gettato nella mischia un motivo valido ci sarà senz'altro) tanto che, comunque, ha
prodotto tre nitide occasioni gol nel primo tempo ed altrettante nel
secondo, e frantumata dal solito, puntuale, strafalcione difensivo,
stavolta partorito dalla premiata polleria barese di periferia che,
complice l'unico tiro in porta degli avversari da parte di super Zaza, ne ha sancito l'ennesima sconfitta. Un classico, insomma:
il Bari fa la sua onesta partita, l'avversario fa un tiro in porta
viziato dall'errore difensivo ora individuale, ora collettivo, lo
trasforma in gol, e vince la gara. Ne ho contate almeno sette di
queste partite. Poi si può discutere sulle scelte, gli schemi, su De Falco che continua a non convincere e a configurarsi come doppione di Romizi, e viceversa, ma se le amnesie sono all'ordine del giorno, se manca quel faro necessario (come c'era lo scorso anno) ad illuminar d'immenso, o comunque quanto basta, i reparti per tratteggiare la via maestra, ogni tentativo di cercar alternative risulta vano.
Editoriali, articoli e paturnie varie dedicate al calcio, alla cultura e non solo.
26 gennaio 2013
20 gennaio 2013
Gattuso e Galano accendono la periferia
Non era esattamente una
partita di calcio qualsiasi, una di quelle che, dopo la sosta
panciollifica forzata dal potere calcistico, sarebbe dovuta servire
per spegnere le intermittenze di luci natalizie, no: giocare una gara
amichevole nell'estrema periferia di una città dove le bambine
venivano lasciate morire ancora di stenti, lì, sulla Via Gluk venuta
su con troppa fretta e, per fortuna, rivestita, poi, di abiti
dignitosamente quotidiani, là dove le case non son di proprietà ma
solo assegnate alle famiglie, non è equivalso esattamente a capire
se il baccalà alla vicentina mangiato da Fedato, se le cartellate
divorate da Bellomo, o se quei due chili di troppo presi da Polenta e
da Galano fossero stati smaltiti, no, ma a concepire un pomeriggio di
festa per una comunità ai margini estremi della vita dove atterraggi
e decolli di aeroplani, ed il verde che nasce e cresce senza il
sorriso quotidiano la fanno da padrone.
13 gennaio 2013
Dura lex sed lex: tra Borghese, Ventura e l'assurdo Paese
Capita,
talvolta, come certe notizie riescano a dare, spesso e volentieri, il
colpo di grazia a quanti, storicamente, cercan di occuparsi di calcio
attraverso, però, non più penne, tastiere e supportati da indomita
passione mista a cristiana rassegnazione, ma sviluppando aree,
perimetri e teoremi con righelli, compassi e goniometri di geometria
esistenziale a causa dello sfiguramento della sfera pallonara per
cercare di capirne ancora qualcosa e, di conseguenza, descriverne
qualche scena.
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