8 settembre 2012

FIERAmente BARI - Il Bari in Fiera anche quest'anno




FIERAmente Bari. All'insegna di questo spot la Fiera del Levante, per il terzo anno consecutivo, ospiterà tutta la squadra del Bari composta dalla rosa intera (dunque anche i nuovi Aprile e Filkor),  lo staff tecnico e i dirigenti, artefici di questo piccolo grande miracolo che da due anni stanno compiendo per mantenere la squadra biancorossa nel professionismo nonostante i noti problemi e soprattutto tenuto conto che le altre squadre blasonate pugliesi, al momento - chi per meriti, chi per sentenze giudiziarie -, sembrano sparite dalla geografica calcistica. Dunque un Bari il cui cuore, comunque, continua a battere forte e deciso.
E per me è un onore sapere che anche questa dirigenza della Fiera, al pari della precedente, abbia individuato me per portare avanti questa idea che, a quanto pare, piace e si propone come un appuntamento fisso nel tempo.
Un appuntamento, questo, ideato, curato e organizzato dal sottoscritto, da sempre vicino ai biancorossi prima come tifoso storico sin dagli anni 60, poi come giornalista sebbene prestato al calcio da 5 anni a questa parte in quanto le mie "inclinazioni" giornalistiche riguardano ben altri temi (cultura, storia, musica), con il mio proverbiale stampo poco cronachistico e molto narrativo, quasi poetico oserei dire non prima di aver richiesto l'indulgenza plenaria ai veri poeti, decisamente atipico nel panorama giornalistico sportivo, ritenendomi sia pur coi miei limiti, i miei difetti e le mie lacune, dunque sempre umilmente, un vero e proprio “ambasciatore senza ambasciata” del Bari calcio in trasferta, uno scrittore del Bari, una persona che ama il Bari forse come pochi altri avendone annusato i primi aromi sin da bambino.

Il Bari in Fiera, dunque, perché credo fermamente che si debba andare fieri di questa squadra, bella d'una sua bellezza acerba nascosta sotto le rughe segnate dal tempo e dai dispiaceri nascosti tra le pieghe - ma anche a causa di "lampade" riuscite male, quelle ai limiti del fasullo di recenti tornei vissuti tra emozioni e falsità - di una Madame Bovary flaubertiana di 104 anni mai arresasi alla senilità, costantemente bella, superba ed attraente davanti allo specchio, soprattutto in un momento particolarmente delicato come questo in cui, tramite l'abilità del Dott. Garzelli e dei suoi collaboratori, parallelamente alla disputa di due campionati più che dignitosi, si sta cercando di far quadrare i conti attraverso una peculiare ristrutturazione finanziaria fatta anche di dolorose rinunce, sì, ma che si pone come obiettivo la sopravvivenza del club e, di conseguenza, il successivo rilancio anche per rendersi appetibile a possibili nuovi acquirenti o, al limite, a nuovi soci. E fino adesso non c'è che da alzarsi tutti in piedi per rendere un doveroso tributo a questi "studenti" di liceo in autogestione, tutti indistintamente, dal custode al massimo dirigente che io stesso - da sempre molto “pasoliniano” in certe scelte – ho preteso come ospiti la sera del 12, per la resa fin qui ottenuta in relazione alle risorse a disposizione. E nonostante qualche ulteriore e fisiologico ostacolo che potrà ancora incontrare, con l'autosostenibilità, la società di Via Torrebella è avviata vicina ad uno stato quasi di normalità, pronta a far risplendere il proprio blasone e per far ricantare il galletto, magari approfittando proprio dell'imprenditoria di spicco presente in Fiera che abbraccia non solo l'Italia e l'Europa ma anche il mondo intero e alla quale potrebbe proporsi, grazie a “FIERAmente Bari”, bella come non mai, come una donna mora addormentata nella sua ingenuità notturna: del resto anche questo è un modo, concreto, silente ma potenzialmente efficace - e non fittizio e pretenzioso - per dare una mano alla Bari senza sbraitare come ossessi megalomani attraverso tastiere nei vari siti manifestando scarso orgoglio barese rendendosi ridicoli tra di loro.

Tra l'altro, a semplificare le cose, non lascia indifferente la ripresa del dialogo con l'attuale classe dirigente cittadina, fino a poco tempo fa, sorda e testarda sia pur tra le sue indiscutibili ragioni. Insomma, tutto sembra scorrere bene nei tempi giusti lungo l'argine del rilancio definitivo. Mancano solo i tifosi, quelli veri depressi e delusi ma pur sempre innamorati solo della Bari e non di altre “strisciate”; non si sente affatto la mancanza, invece, degli opportunisti webbaioli, spesso anche volgari, ipocriti e vili, pronti a seguire il vento perché costoro fanno solo male al Bari. Occorre, quindi, che la tifoseria si reinnamori di Madame Bovary biancorossa. E questa serata è soprattutto per loro, i tifosi veri che sono tantissimi.

L'incontro-passerella, oltre ad esportare il marchio Bari risanato al mondo imprenditoriale, vorrebbe cementificare, appunto, il tifo con la squadra, “un'operazione simpatia”, dunque, sulla falsa riga del famoso, ancorché azzeccatissimo, allenamento sul lungomare e per le vie della Città Vecchia  di qualche giorno fa e che, anzi, idealmente vorrebbe come proseguire seguendo la direttrice del lungomare fino alla Fiera, affinché i tifosi sotterrino l'ascia di guerra contro la proprietà la quale, pur non esente da responsabilità, ha passato un momento economicamente difficile legato, come noto, a certi eventi politico-edilizi che hanno dimostrato quanto sia fondamentale, nell'economia della sopravvivenza calcistica, mantenere tesa quella bisettrice tra calcio e potere in una piazza senza sceicchi, nababbi o Abramovich alle spalle ma pur sempre oggetto dei desideri di strani e ridicoli personaggi ambigui d'oltre confine, inaffidabili poco raccomandabili, ex falliti e autentici imbonitori supportati, naturalmente, dai suddetti inconsistenti ed inaffidabili “bravi manzoniani” tastieristi quasi sempre amministratori cicaleggianti di siti in cerca di visibilità (non tutti) con le persone sbagliate, inevitabilmente, poi, tramutata in risibilità a causa del loro consueto e noto squittire tout-court, malati di protagonismo a tutti i costi. Ma questo è risaputo dalla società civile che, notoriamente, prende le distanze da questi zoosafari del web.

L'idea di portare il Bari in Fiera nasce da lontano. Intanto perché una volta, si ricorderà, non c'era Fiera del Levante che potesse iniziare senza l'ecumenico caos della partita contro il Catanzaro o il Marsala di turno, e il popolo barese dapprima riempiva i gradoni grigi e stantii pregni “di puzza di piscio e cemento” del Tempio del Della Vittoria, e poi, dopo un gol di Mujesan o dopo la mitica  quadripletta di Pierino Prati col Milan, facevano 20 metri in più per accomodarsi nel quartiere fieristico attiguo. Un Tempio poco incline nell'accettare così, troppo frettolosamente, le avances di quanti lo vorrebbero di nuovo teatro delle gesta calcistiche moderne. In quel Tempio del calcio dove generazioni di tifosi - me incluso - son cresciute tutti insieme dalle 14,30 delle domeniche pomeriggio fino alle 17 a prescindere dal tempo meteorologico, assiepati come sardine lassù, tra le curve e "il centro" in un mix di razze tra studenti e lavoratori, tra titolari di bancarelle di mercato a via Nicolai e dottori in legge, tra analfabeti e scolari di liceo, tra uomini di fatica e colletti bianchi, tra "bravi ragazzi" e ragazzi poco raccomandabili, tutti, però, uniti dalla passione biancorossa e dunque tutti uguali nella gioia e nel dolore, si andava per tifare la Bari senza altre pretese e per applaudire alle gesta di Florio, Scarrone ma anche di Bivi, Asnicar e Biloni senza dimenticare quelle di Tivelli e Troja fino all'ultima gara col Genoa, guarda caso, di Torrente contro il quale il Bari vinse il suo unico Trofeo della storia. Il ritorno al Della Vittoria, inconsapevolmente, è preteso dalla maggior parte dei tifosi senza che gli stessi abbiano sentito la sua voce sacerdotale che esce ventricolarmente dall'interno delle mura e che perentoriamente gli risponderà con un secco “no”, perché quel calcio non è gradito lì dentro; non si può profanare un tempio cristiano col clima attuale che c'è nel calcio. Diciamo, tuttavia, che per questa squadra attuale, così umile e così decisa e affidabile, il Tempio barese del calcio potrebbe pure fare un'eccezione aprendole le porte, ma...
L'incontro nasce anche dal fatto che la Fiera, da sempre, è sinonimo di ripresa, di rilancio. Coincide, infatti, con la ripresa delle attività economiche, politiche, scolastiche, commerciali e, nel nostro caso, anche calcistiche, dopo le pause estive colorate, nell'aspetto pallonaro, dai ritiri montani.

Ed il Bari in Fiera vuole simboleggiare la ripresa anche della squadra di calcio che, tra mille difficoltà, in un macramè di Agenzia delle Entrate, Equitalia, Palazzi di Giustizia, Procure, Camere di Riconciliazione, Uffici del Lavoro, Palazzi (di nome e di fatto) di Lega, Tnas vari e, a tempo perso, pure di calcio, prova a risplendere di luce propria come ai vecchi tempi quando era considerata la vecchia stella del sud i cui colori, col tempo, si sarebbero sbiaditi anche per colpa di quattro balordi ingordi di cupidigia del denaro, di lussuriosi traditori della patria accolti come eroi dalla piazza, di personaggi che se solo fossero vissuti tra i Guelfi e i Ghibellini, sarebbero finiti d'ufficio nell'Inferno della Divina Commedia scontando la pena rimanendo immersi nel ghiaccio col viso all'insù, oppure travolti dalla bufera così come sono stati travolti dalle loro sporche passioni quando erano in vita. Ma si sa, purtroppo La Divina Commedia si studia sui banchi di scuola non facendo parte del codice penale.

Occorre che la Bari torni ad essere la “donna”, la “compagna di vita”, la “moglie” di tutti i tifosi baresi e non l'amante occasionale, e questa volta è proprio lei, la Bari, che debitamente riveduta, aggiustata e ringiovanita senza, peraltro, ricorrere ad inutili plastiche facciali, sta corteggiando i tifosi.
E allora, FIERAmente di avere questo Bari nel cuore per applaudire la squadra che sarà presente al completo, nella sua rosa, nella sua dirigenza e nei suoi dipendenti perché i meriti, come i demeriti, di una promozione o un gol in rovesciata o di una vittoria ad Ascoli Piceno  o a San Siro, o gli eventuali demeriti per una disgraziata retrocessione, vanno equamente suddivisi con tutti. Naturalmente non mancheranno ospiti, l'immancabile Professore del Bari, Gianni Antonucci, ex giocatori (Bivi, Bergossi, Guastella), giornalisti di punta che hanno dato tanto al Bari, sorprese e momenti di poesia. Come nel mio stile collaudato. E poi non dite che non faccio nulla per i tifosi... Forza Bari.

2 commenti:

  1. Bellissima serata. Grande veramente massimo. Ricca di emozioni ormai sopite, di visi ormai dimenticati(grande Edi bivi) ma sempre ricchi di fascino e chiaramente di nostalgia. Questo dovrebbe essere il calcio. Autentico, emozionante, coinvolgente passionale e soprattutto fanciullesco.riscoprire in quei volti da figurine panini qualcosa di noi che non c'è più ma che e pronto a venire a galla in qualsiasi momento. Grazie ancora , massimo.

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  2. I complimenti fan sempre piacere e non posso nascondere un certo compiacimento ma, mi creda, questa è un'idea che porto avanti da 4 anni, in Fiera a settembre, e sempre con ottimi successi. Quest'anno ha superato ogni previsione. Lo faccio solo per cercare di unire i tifosi alla squadra soprattutto in momenti difficili come questo dove vige ancora un'aria di diffidenza comprensibile e, dunque, non per me. E l'obiettivo è stato raggiunto. Da sempre mi "muovo" in funzione dei tifosi, sia giornalisticamente, sia strutturalmente. Grazie comunque per le sue parole, mi spronano a continuare.

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