28 aprile 2012

Bari ingenuo e poco incisivo in Via del Campo



Ammetto di aver sbagliato. Come sempre ogni qualvolta mi accorgo di aver esagerato. A differenza di altri irrequieti e presuntuosi. Eppure l'ispirazione della Lanterna e di De Andrè e quella della celebre graziosa di Via Del Campo mi avevan dato un assist di positività oggi sull'argine secco del Bisagno che, come noto, quando piove seriamente si trasforma in una Dolcenera limacciosa fino ad arrivare alla foce devastando un po' tutto ciò che incontra sul suo cammino, un assit che sentivo "mio" e soprattutto sentivo vincente. O comunque non perdente. Addirittura mi ero esposto, lunedì scorso, in una trasmissione locale fino ad azzardare un 2-2 come risultato finale. I due gol della Sampdoria li ho azzeccati, quelli del Bari, ahimè, no.

26 aprile 2012

Heynckes: quel viso da saggio contradaiolo monopolitano


                                                    (foto: sport.campaniacentro.it)
Era tardi, ormai: avevo appena consumato una cena frugale, molto frugale, a base di verdure allorquando, dopo aver lasciato un post su facebook, le ore confuse del vespero di un giorno festivo diverso dalla domenica stavan prendendo il sopravvento sulla malinconia tipicamente serale. E dopo che ulteriori vite legate al prossimo, che credevo amiche, si son spezzate ancora una volta, ieri sera, per la solita situazione legata all'esigenza dell'ennesimo personaggio supponentemente idiota in cerca di riflettori e pailettes, come sempre, sulla mia pelle (invano), mi son vestito del mio silenzio con l'illusione d'esser solo, ubriaco di pensieri e di pallone precedentemente pomeridiano dove il Novara scudato aveva tirato fuori le unghie appuntite dell'orgoglio contro la Lazio, ed ho acceso la tv e, accompagnato dalla saggezza di mio figlio - mio mentore di questo calcio troppo moderno per i miei gusti – mi son visto Real Madrid Bayern Monaco che nella sua ermeneutica voleva, di fatto, significare la seconda ritirata spagnola.

22 aprile 2012

Giampiero Ventura nel tritacarne mediatico col ragù alla barese



Nella gara, forse, più attesa della stagione alla luce delle ultime vicende scandalistiche, laggiù, sulla linea orizzontale della giustizia mediatica costruita ad arte attorno ad una frase, o anche ad una mezza parola, detta o scritta da qualche protagonista e riportata, debitamente storpiata, da qualcuno addetto alla divulgazione, Giampiero Ventura è tornato a Bari, questa volta da ex, dopo aver fatto godere una città intera, una Nazione e persino mezzo mondo senza ricorrere - relativamente, però, alla città di Bari, come noto, perennemente a pane ed acqua calcisticamente parlando - dopo 104 anni a masturbazioni televisive guardando, in alternativa, performances erotico-calcistiche di Conte, Zeman, Mourinho e di Guardiola a cui, per amor di verità, va dato atto di saper intrattenere  attraverso gradevoli prestazioni televisive ai limiti della libidine noi comuni mortali abituati, ahinoi, ad un calcio più pragmatico e poco spettacolare (a proposito: per la serie oggi a te, domani a me, la vittoria dell'antipatico allenatore per eccellenza di ieri sera ha dimostrato, ai soloni ciechi del calcio masturbatorio, che l'equazione calciospettacolo=vittoriafinale è fasulla essendo basata su un principio tutt'altro che matematico e fisico, dunque inesistente: che se ne facciano una ragione i calciofili libidinosi).

Alfred Hitchcock e Torrente, tra camei e vittorie morali



Alfred Hitchcock diresse Delitto Perfetto, uno dei film più belli ed avvincenti della storia del cinema; il suo attore protagonista, stavolta, ha deciso di mettersi in proprio così Ray Milland Dolcenera Torrente, uscito tra gli applausi convincenti di una curva finalmente matura - ma in realtà di tutto lo stadio - sia pur senza gli stessi attori prestigiosi ma con un cast di aspiranti tali, di quelli che si presentano nei vari set cinematrografici per domandare una particina senza grosse pretese, ne sta girando, qua e la per l'Italia, i sequel calcistici, stavolta senza ammazzare nessuno, nè nascondere chiavi sotto la guida delle scale di un San Nicola, ormai, sempre più in fase decadentista, ma dando una lezione di tattica (l'ennesima) badando più alla volumetria di tenuta e di contenimento contro squadre, sulla carta, nettamente superiori, che allo spettacolo anche perché, come noto, eternamente carente dal punto di vista offensivo, reparto su cui fare affidamento nelle conclusioni. Aveva ragione, a tal proposito, Torrente quando, a quanti gli chiedevano una considerazione sul prossimo rientro di Caputo dopo l'assurda squalifica, saggiamente rispose di non illudersi più di tanto perché il suo rientro non sarebbe coinciso con una forma strepitosa.

19 aprile 2012

L'ingratitudine barese è superiore alla misericordia di dio



Me lo ricordo. Me lo ricordo benissimo quel 4-2-4 di due anni fa che mi ha, finalmente dopo 50 anni di Bari calcio vissuti sulla mia pelle (ma ipotizzo dopo i 102 anni precedenti di historia barensis), fatto vedere il bel calcio, quello spumeggiante, quello spettacolo, quello che una volta millantava di produrlo il procacciatore d'affari Gigi Maifredi dal produttore al consumatore, senza dover ricorrere, finalmente, a prodotti tv confezionati berlusconizzati per poterne assistere. Era una gioia, per me - che tra l'altro scrivevo del mio Bari (e ribadisco orgogliosamente quel “mio” che più mio non si può) e non solo di Bari calcio ovviamente per qualche testata - seguirlo fuori casa e in casa: emozioni, colori, corse, tavole imbandite di cibanza locale, amici, scarpate ferroviarie, testa sulle nuvole, vuoti d'aria, poeti nati o morti qua e la a far da contorno, fiumi, laghi, luci di San Siro, lune, a volte maledette, a volte benedette, Luci dell'Olimpico, luci del San Paolo, di Firenze, luci di Del Piero e di Pirlo: insomma un mix di situazioni che, al pari col 4-2-4 appena menzionato, hanno condensato quell'enorme fonte documentale che sono i miei editoriali, e che ne hanno, poi, generato quel decimo posto in serie A, quasi record assoluto per il Bari calcio. Un decimo posto eguagliato da Salvemini quasi vicino al mitologico settimo posto quando la serie A era ancora sotto le bombe e  quando battemmo il mitico Toro, per intenderci, mica il Cittadella in B.

14 aprile 2012

Per niente facile oggi


Per niente facile oggi scrivere per me. Scusatemi. Ma oggi i miei affezionati lettori dovranno fare a meno di leggere le mie intermittenze verticose tra emozioni, percezioni e pallone. 
Per niente facile pensare alla partita del Bari che, dopo un super primo tempo in cui Torrente aveva azzeccato tutte le mosse, ha vanificato tutto in tre minuti per due ingenuità di un giocatore assolutamente inadeguato coi piedi con una portanza da A ma con una resa da dilettante e spesso irritante, con un altro il cui apporto da un paio di mesi è pressoché nullo a causa del pompaggio di certa tifoseria balorda da tastiera incompetente di calcio che lo voleva in campo a tutti i costi quando invece, come andava dicendo Torrente (ed io) andava "gestito" col contagocce per farlo crescere, e adesso, risentendo l'odor della Roma o comunque della serie A, ha un rendimento vicino allo zero e voglio essere buono oggi.

7 aprile 2012

Bari: 50 punti e non li dimostra



Nella serata meno opportuna per giocare una partita di calcio, con l'aria intrisa, ancora, d'incenso misto a primavera, in un San Nicola surreale posto nello iato tra una parete di vago e acclarato paraculismo ed un'altra disegnata da sentimenti di vendetta mista a sdegno, in un orario impossibile dove i commercianti devono tener le saracinesche aperte ad orde di religiosi improvvisati, spesso e volentieri ipocriti e sicuramente eterni peccatori, potenziali tifosi biancorossi, il Bari del pedagogo magister di calcio Torrente non va oltre il pareggio col Grosseto (quantunque ai punti avrebbe meritato di vincere) confermando un po' il trend di quest'anno che lo vuole, come nelle intermittenze del cuore, spietato, accorto, ruspante e talvolta pure spettacolare in trasferta fino ad arrivare a fornire lezioni di tattica persino a Zeman come riconosciuto, oltre che dal sottoscritto un minuto dopo, anche da tutti gli addetti ai lavori (stampa e tifosi) dove per fare un (euro)gol basta una trama e mezzo passaggio, e convulso, arrembante, stentante e decisamente sterile in casa dove per arrivare all'(euro)gol deve produrre una mole di gioco sproporzionata alle conclusioni.

1 aprile 2012

Edy Bivi: tra atmosfere dannunziane e ricordi biancorossi


Ho incontrato Edy Bivi, ieri a Pescara. Era un appuntamento deciso da tempo. L'ho intervistato piacevolmente appoggiato sui passamano dello stadio pescarese prima della gara.
Un tuffo nel passato con lo sguardo attento al presente.

Il Signor Hood Torrente tra Flaiano e D'Annunzio


Ne manca una adesso. Si, una sola - la decima - per pareggiare l'annata record di Antonio Conte che con una manovra azzardata e vincente, riuscì strameritatamente ancorché occasionalmente (è bene precisarlo), a produrre 80 punti stravincendo il torneo. E si, perchè vincendone un'altra fuori le mura nicolaiane, il Bari più modestamente terreno targato, invece, Torrente messogli gentilmente a disposizione dall'autogestione plenaria  societaria tra luglio ed agosto scorso, privo delle punte richieste e senza gli omologhi Guberti, Kamata, Barreto, Almiron e qualcun altro, pur senza ottenere 80 punti ma, in compenso, esorcizzando la paura fottuta di sparire dai tornei di calcio italiani, pariglierà quella ben più gloriosa di Conte.