4 maggio 2011

Emiliano: "Se il Bari fa finta di niente, presto presenteremo istanza di fallimento"

Articolo per Go Bari 4/05/2011

La delibera fantasma? Un errore del Segretario Generale
 "La responsabilità se l'è presa tutta Mario D'Amelio, il segretario generale del Comune, che ha trasmesso al sistema informatico come fosse già stata approvata, la delibera con cui si autorizzava l'amministrazione a chiedere istanza di fallimento per l'AS. Bari". Emiliano ha esordito così, ringraziando il suo segretario per questa assunzione di responsabilità.
Si è trattato di una delibera "fuori sacco", preparata dall'Avvocatura del Comune in un momento emotivo, indispettita anche dal gesto della vendita del terreno (un terreno di Valenzano del valore di 600 mila euro venduto pochi giorni prima dall'AS. Bari calcio ad un'altra società sempre di Matarrese, n.d.r.). Emiliano ha giustificato questo stato emotivo dei suoi avvocati per via dell'atteggiamento dell'AS. Bari che ha accumulato oltre un ventennio di debiti nei confronti del Comune, per oltre due milioni di euro, senza mai nemmeno sforzarsi di pagare o di arrivare ad una transazione. Ma continuando a gestire lo stadio come fosse di proprietà della società e non del Comune.

Emiliano ha considerato anche che esistono sentenze non definitive che condannano l'AS. Bari a pagare, pertanto iniziare una procedura di fallimento nei confronti di una società che potrebbe poi aver ragione in terzo grado o in fase di sentenza definiva, è un enorme rischio che va attentamente valutato. Il Comune, del resto, è creditore chirografario, mentre la stragrande maggioranza dei debiti sono crediti privilegiati (da lavoro). "Insomma - ha detto Emiliano - a far fallire il Bari non si ricava nulla. E in questo caso il Comune creditore per recuperare il credito deve sperare nella sopravvivenza del debitore e che produca nel contempo ricchezza su cui potersi avvalere".
Comunque il tempo è finito per l'AS. Bari. Gli assessori Giannini e Pasculli hanno dato alla Società una settimana di tempo per chiudere questa vicenda e se non ci saranno novità, come per esempio una possibilità transattiva (l'ennesima) condivisa dall'Avvocatura, tra una settimana si ripresenterà la delibera che autorizza l'istanza di fallimento e sarà discussa e decisa in giunta, nella piena consapevolezza di tutti.
"Tra una settimana decideremo", ha concluso Michele Emiliano - "Non è facile prendere una decisione del genere perchè non si è mai visto che un Comune faccia fallire una squadra. Ma questo ricatto piscologico nei confronti di Bari deve cessare, abbiamo tentato in ogni modo di piegare questa resistenza, sostenuta dall'idea che un Comune non possa far fallire una squadra di calcio. Questa cosa oggi è improponibile".
Anche per Punta Perotti era possibile una transazione ma è andata in fumo nell'illusione che il Comune non avrebbe avuto il coraggio e la forza di demolire. "Possiamo trovare una soluzione per il Bari calcio, certo non con 300 mila euro in cambio di due milioni di debito".
"Presentare istanza di fallimento significa anche poter valutare l'effettiva capacità di far fronte ai debiti. Io non credo che il Bari sia decotto. Non c'è un tale stato di insolvenza. Faccio un invito pressante all'AS. Bari perchè si renda conto che i debiti del Bari sono di denaro pubblico. Non c'è sindaco per bene che possa far finta di nulla. L'avvocatura ha fatto il suo dovere, l'assessore ha fatto il suo dovere, fra una settimana questa delibera sarà di nuovo all'ordine del giorno" - ha ribadito il Sindaco.
"Questa discussione mi piacerebbe fosse fatta collettivamente: tra una settimana al silenzio del AS. Bari si procede col fallimento. Importante è capire l'opinione della collettività: invito il Consiglio Comunale e i Cittadini a discuterne, in quanto chiedere un fallimento è una decisione discrezionale, vi sono altre vie per recuperare i propri soldi. Sono a disposizione di chiunque per parlarne liberamente. Il segretario generale - conclude Emiliano - non deve accettare più delibere fuori sacco a meno che non siano autorizzate da me. Un fatto grave, chiedo scusa anche io. E' stato un errore di cui ci scusiamo con la città".
Massimo Longo

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