22 maggio 2011

Mutti: epilogo tra amarezza e consapevolezza

Editoriale per Go-Bari 21/05/2011

"A fine febbraio mi avevano garantito che gli infortunati sarebbero rientrati. Ho accettato per questo"

E' un Bortolo Mutti vestito della solita umiltà, ma anche di sana amarezza, quello che si è presentato in sala stampa per la sua ultima conferenza pre partita prima della partenza per Bologna. Mutti ha parlato del ritiro punitivo imposto dalla società che è stato accettato senza fiatare dal gruppo barese dopo la disfatta nel derby trovando sintonia con tutti. Certo, Mutti si aspettava qualcosa di più dal derby anche perchè sapeva cosa significava per la città vincere contro il Lecce: "E' che bisognava farli molto prima i ritiri, non adesso. E' stato un segnale quello del ritiro, condiviso, portato a buon fine, nel quale abbiamo lavorato cercando di riflettere sulle proprie colpe e su certe situazioni verificatesi, ma è servito anche in chiave futura dal momento che qualcuno sta già pensando al proprio".
Mutti è alla sua ultima gara col Bari, la società è decisa a dargli il benservito soprattutto perchè, al momento, lassù ai piani alti del San Nicola hanno altro a cui pensare e un Mutti da confermare sarebbe inopportuno: "Penso che sarà l'ultima mia partita, almeno per quel che si prospetta in società. Son cose normali. Ci sono dei percorsi che vanno condivisi ed accettati tra difficoltà e ricostruzioni. Del resto il calcio va avanti, non finsice mica la domenica. Occorre programmare il futuro del Bari e gli intendimenti della società vanno da questa parte, la società non è ferma. Occorono certezze al Bari adesso".
L'allenatore non sa cosa stia accadendo esattamente all'interno della società; o meglio lo sa, ma lui si limita a fare il suo lavoro, ovvero quello dell'allenatore anche se ha percepito i momenti in cui son mancati l'entusiasmo attorno alla squadra, quell'atmosfera dismessa che sarà sicuramente assorbita dal programma futuro. "Ognuno - dice Mutti - cerca di fare il suo lavoro al meglio e poi credo che tutto quello che riuguarderà le scelte daranno slancio al futuro del Bari".
Non si mostra pentito della scelta fatta a febbraio accettando Bari, perchè il fascino della serie A è unico; Bari, tra l'altro, è sempre stato un suo vecchio amore mai consumato e, quanto meno professionalmente, è stato gratificante. Accettare l'incarico, però, era subordinato ad un discorso di prospettiva futura nel quale credeva di recuperare gli infortunati il cui termine di fine febbraio gli era stato garantito dalla società. Purtroppo per Bartolo Mutti questo è rimasto un grande rammarico. Giocare con Barreto, Almiron, Kutuzov e Sasà Masiello, tutta gente che non ha avuto il piacere di allenare, sarebbe stato diverso, ed anzi, ha lasciato ad intendere che, cambiando modulo e preparando la squadra fisicamente e tatticamente con loro e su loro, avrebbe quanto meno centrato l'obiettivo di giocarsela fino in fondo. Purtroppo le cose sono precipitate.
"Mi aspettavo qualcosa in più da qualcuno ma quando le difficoltà si ingigantiscono, quando le situazioni non migliorano, si smarrisce qualcosa nei ragazzi e la situazione individuale mentale si prospetta usurata da una certa classifica che sancisce l'impotenza nel reagire, sicchè questi ragazzi non hanno più dimostrato di essere stati i leader con lo stesso carattere dello scorso anno. Il giocatore non è uno schema, non è una cosa matematica - ha proseguito Mutti - deve vivere di autostima, di emozioni, di sensazioni, di fiducia, e quando vengono meno queste caratteristiche, è difficile per tutti. Giocatori che erano grandi si son lasciati trascinare nelle sabbie mobili dello smarrimento, diventando tutti di colpo discutibili".
E in una squadra in cui è pressochè certa la partenza di quasi tutti, Mutti ci ha tenuto a precisare che qualcosa di buono lascia nel Bari del futuro: "Penso di aver lasciato qualcosa di importante, di non essermi mai smarrito, di aver evitato le umiliazioni alla squadra che ritenevo ad un certo punto fosse la cosa più importante da cui salvaguardarsi; la squadra è sempre uscita a testa alta, spesso frustrata da scelte arbitrali, ma posso garantire che il Bari è sempre stata una squadra considerata e stimata da tutti e mai sottovalutata. Grazie alla serietà del lavoro dello staff di questo periodo e del sottoscritto".
Il suo futuro, invece, è a casa nel bergamasco tra figlie e nipoti dal momento che a parte qualche chiacchiera e qualche allusione, non v'è alcuna squadra all'orizzonte. Non ne fa un dramma Mutti da uomo semplice e umile qual'è, da Signore con la S maiuscola, perchè questa è la sua filosofia di vita, tutt'al più attenderà la chiamata giusta, eventualmente allettante.
Infine una parola per i tifosi che, secondo Mutti, sono stati bravi ed unici avendo accompagnato con dignità e sofferenza la squadra che retrocedeva in B. La Sampdoria è retrocessa in due domeniche, il Bari è scivolato lentamente dopo una lunga agonia e i tifosi si sono dimostrati davvero unici.
Tranne Grandolfo, domani a Bologna non si vedranno altri "primavera": fiducia ai ragazzi che hanno sempre svolto lavoro silenzioso, a coloro che sono stati ai margini e che hanno accettato da professionisti questa scelta di essere considerati seconde linee. Dunque spazio a Rinaldi che con Andrea Masiello si piazzerà in mezzo alla difesa, a Belmonte a sinistra e a Raggi a destra dal momento che Rossi ha qualche problemino, mentre spazio almeno in panchina a Galasso e Strambelli con Codrea, invece dal primo minuto, che farà la sua ultima partita in biancorosso.
Ad una precisa domanda volta a capire se fino a fine giugno fosse in programma qualche amichevole particolare, Mutti rispondendo ha salutato simpaticamente la stampa così: "Si, dopo Bologna, tutti in turnè in Canada e nelle Americhe fino a fine giugno..."
Massimo Longo

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