8 agosto 2011

Bari: arrivederci Val Camonica

Articolo per Go-Bari 03/08/2011

Finito il ritiro. Tra certezze, sorrisi e una pietra sopra sul passato. Si volta pagina. Solo il campo sarà galantuomo.

Darfo Boario – E' finita con la quinta vittoria su cinque. Il ritiro inedito della Val Camonica, seguito in esclusiva da Go-Bari, termina così, come un Torrente che aumenta vertiginosamente la sua mole d'acqua a monte e scende fino a valle, appunto nell'antica Val Camonica, come quella piena che per primi avevamo paragonato alla “Dolcenera” genovese di Fabrizio De Andrè – visti i trascorsi gloriosi del mister – che nera come la vita grama dei tifosi in cerca di riscossa e accompagnata dalle relative nubi minacciose, ha fatto capolino fin da queste parti fino a tirar giù acqua benedetta che ha investito polemiche e passato, cacciando via – si spera - le depressioni e i malumori dei tifosi.

Mai, dunque, la “Dolcenera” genovese in salsa barese è stata così attesa. E si, perché con 31 gol fatti ed uno solo subito, nonostante la pressoché inconsistenza degli avversari e nonostante la mancanza, stavolta, della bestia nera Lumezzane, è decisamente un risultato positivo dal momento che tra chi ha sviluppato gioco, chi ha segnato, chi ha difeso e chi ha smistato palloni a centrocampo, fino a 18 giorni fa, non c'era un minimo di feeling, né ci si conosceva.

E' stato un ritiro nato tra una chiara diffidenza e anche, se vogliamo, una marcata indifferenza tra i tifosi ancora scottati dalla retrocessione dolorosa ma che, invece, complici le sinergie tra i delegati dalla proprietà a ricostruire la squadra contenendo le spese e aggiustando i conti, si è riusciti a metter su un gruppo valido, giovane, volenteroso e pieno di spirito di sacrificio, finanche con quel sano pizzico di arrivismo tipico di chi proviene dalle serie inferiori e ha voglia di sbarcare nel calcio che conta attraverso il Bari, tornato ad essere - se non altro - il consueto trampolino di lancio che a giugno scorso sembrava addirittura cancellato dagli obiettivi dei calciatori. Non è il massimo per una squadra come il Bari che dovrebbe ambire a qualcosa di ben più prestigioso ma, si sa, i recenti avvenimenti non lasciano più molto spazio alle riflessioni sulle colpe che, peraltro, sono state abbondantemente discusse e criticate da noi, dunque, tanto vale non tornarci a parlare; occorre pensare al presente, e siccome del presente non si può muovere alcuna critica in quanto prematuro emettere giudizi, crediamo di fare opera gradita, ma soprattutto sincera, se ci permettiamo di dare il nostro contributo alla crescita della giovane squadra affinché possa fare bene. 

Il presente si chiama Vincenzo Torrente, allenatore giovane, vincente, equilibrato, finanche simpatico (strepitosa la sua dichiarazione, ieri, un secondo dopo il varo dei calendari concessaci in esclusiva allorquando ha parlato di "segno del destino" in riferiemento all'ultima partita col Gubbio), un allenatore che sa pesare tutto ciò che gli passa davanti senza tanti complimenti e senza tante remore, un allenatore che dice quel pensa, con quel suo accento da regione centrale che tradisce, un po', le sue origini campane e, se vogliamo, anche la sua militanza genovese, senza timori e senza retorica come una persona genuina e semplice, ma nel contempo decisa quanto basta per prendere le misure necessarie verso chiunque. Insomma un condottiero ideale per una squadra che si pone come obiettivo minimo quello di far breccia nel cuore dei tifosi ancora frastornati e bastonati dalle recenti delusioni e dal repentino passaggio dalle stelle alle stalle. E la scelta del Mister, in effetti, sembra essere la mossa più azzeccata finora, ancor più dei vari Forestieri & C. che pure stanno già riempiendo gli spazi dei vari forum ancorché della fantasia dei tifosi, pronti ad erigere, dopo quello per Kamata, l'ennesimo totem in onore dell'argentino.
Essendo stati testimoni oculari della crescita della squadra, a differenza di altri che lo hanno fatto senza vedere coi propri occhi, riteniamo di aver individuato in tre le certezze assolute del nascente Bari. La prima: la squadra risulta incompleta, come ammesso anche da Angelozzi ai nostri microfoni che sta facendo di tutto per accontentare Torrente che, si sa, non vede l'ora di vedere ai suoi ordini almeno altri 3 difensori, 2 esterni e almeno una punta. La seconda: la squadra sembra aver formato il “gruppo”: è bello, ma soprattutto significativo, vedere Bellomo seduto in panciolle nella hall dell'hotel mentre ride e scherza con Salvatore Masiello che, però, condivide pensieri e cose varie col suo conterraneo Marotta. Così come appaiono significative alcune battute goliardiche tra i giocatori (soprattutto quelle tra baresi, ai limiti dell'Ecole Barisienne), per non parlare della serenità percepita a pelle da tutto lo staff biancorosso quando discute di qualsiasi argomento, quando legge i giornali la mattina e persino quando è seduta a tavola. La terza: la tenuta atletica. Ieri sul campo di Darfo fino al 20' si è visto un Bari che aveva dei massi attaccati ai piedi. Del resto, con 33 allenamenti sul groppone in 18 giorni, in effetti, non si poteva pretendere di più soprattutto se si considera che si è alla fine del ritiro, eppure dalla seconda metà del primo tempo in poi, complice anche l'inconsistenza degli avversari, i muscoli hanno pian piano cominciato a rispondere e tutto è andato in scioltezza producendo trame discrete, affondi generosi ed assist belli a vedersi. I soli Donati ed Huseklepp che fin qui hanno fatto benissimo, fisiologicamente, hanno risentito un po' di stanchezza dovuta ai carichi di lavoro (e ci sta tutto, e ci mancherebbe), gli altri invece, da Galano a Kopunek e da Ceppitelli a Marotta, hanno risposto meglio alle sollecitazioni dei vari preparatori.
Sembra, dunque, che lo staff stia facendo un eccellente lavoro: senza tanti attrezzi costosi, con tanto sudore e, soprattutto, senza quella dannatissima “tu vuò fa l'americano” in versione orripilante partenopea che a Ridanna accompagnava in palestra i movimenti dei giocatori.
Insomma, lavoro, lavoro e lavoro, senza tanti clichè particolari, grazie all'impegno stakanovista dei vari Boggia, Tavarilli, Petrelli & C.
Tutto, dunque, sembra andar come dovrebbe. Tra l'altro le campane montane di Hemingway, struggenti e rumorose come poche, fortunatamente, sembrano un lontano ricordo anche se compensate dallo splendido soggiorno in quel di Borno, dal momento che si è scesi a quota 400 metri, nella terra delle terme, laddove la “mens sana” fa rima col “corpore sano”.
In attesa di verifiche più importanti ma soprattutto in attesa dei giocatori mancanti, esistono speranze in più per le riconferme di Gazzi e, perchè no, anche di Rivas (ieri -  e non solo ieri - parecchio brillante); quanto alla punta che occorre sarà la benvenuta a patto che, però, garantisca quei 15\20 gol perchè altrimenti sarà sufficiente attendere i tempi di recupero fisiologici di Marotta che con quella stazza e con quel fiuto del gol riscontrato nelle amichevoli, sicuramente darà filo da torcere nelle aree avversarie. Senza dimenticare di un certo Ciccio Caputo che i gol li ha sempre fatti e sempre li farà, peraltro molto belli. Se i sacrifici vanno fatti, devono essere mirati. Una conferma di Gazzi e Rivas varrebbero molto come peso specifico.
Ieri, infine, con la salita di Angelozzi, di Doronzo e di altri dirigenti, dopo cena, si è fatto il punto della situazione sull'immediato futuro della squadra post-ritiro, seduti davanti ad un tavolo pieno di cibo locale. Facce distese, serene anche se parecchio stanche.
Oggi lavoro blando, qualcuno verrà dirottato in piscina, altri a far stretching, dopodomani, invece, lo sciogliete le righe, l'arrivederci all'anno prossimo alla Val Camonica e a quel ponticello romano a schiena d'asino, coi ciottoli, sovrastante l'Oglio, da percorrere necessariamente per raggiungere lo stadio di Darfo. Due giorni di break e poi, sempre a proposito di terme, tutti a Fiuggi per l'amichevole prestigiosa col Real Sociedad del 9 agosto.
Nel frattempo salutiamo Castillo che, dopo aver corso, sudato ed essersi allenato scrupolosamente anche se in maniera personalizzata, ha lasciato il ritiro per raggiungere una clinica di Pavia per constatarne i progressi: farà rientro direttamente a Bari dove rincontrerà Kutuzov col quale si aggregherà alla squadra.
Arrivederci Val Camonica.

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