15 novembre 2011

Giampiero Ventura, altre curve della memoria e i panzerotti


Faceva freddissimo nella mix-zone dell'Olimpico ubicata, tra l'altro, fuori all'aperto, ad un metro dal terreno verde, sotto la tribuna d'onore laddove una volta c'era la pista di atletica, e il freddo si sentiva tutto. I 3 gradi che riportava impietosamente il mio IPhone c'erano tutti. Fortuna che mi ero attrezzato con l'abbigliamento.
Ancor prima di salutarmi mi chiede se per caso gli ho portato i panzerotti, in effetti terapeutici l'altro ieri, nella serata torinese vissuta all'addiaccio. “Addò a mascì senza panzerotti, Massimo?”, mi domanda Giampiero Ventura da Genova in un dialetto poco probabile, misto al solito slang deandrè-fossatiano, da quei quartieri profumati di pesto dove il sole del buon dio, quando Giove e Pluvio decidono d abbattersi sul capoluogo ligure e dintorni - chissà per quale recondita ragione - non dà mai i suoi raggi di sole.
Un abbraccio forte, un saluto sincero, una pacca sulla spalla, un sorriso di chi sa di aver trovato un amico, oltre che (son parole sue) “un bravo giornalista, un giornalista alternativo”. Inizia così l'incontro con Giampiero Ventura che, dopo quello con Livio Manzin, mi ha fatto toccare apici emotivi indescrivibili. Poi il Toro contro il mio Bari, un pareggio insperato – e forse non del tutto meritato se penso al gioco espresso dalle due squadre – ed una giornata tricolore torinese, vissuta tra una cioccolata calda, rigorosamente e gianduiottamente talmone, hanno fatto il resto.
Ringrazio il capo ufficio stampa del Torino, immortalato nella foto tra me e Giampiero Ventura, per essere rimasto fino alla fine (credo fosse circa mezzanotte e mezza) per me.


Giampiero, cominciamo dalla partita di stasera. Bari epicureo e cinico: un tiro un gol e poi barricate alla Bolchi-Rocco, insomma. Torino troppo manovratore, forte, ma poco lucido nelle conclusioni. D'accordo?
"Si. E ti dirò di più: il Bari ha provato anche ad attaccare rispetto ad altre squadre venute qui che, però, non ci hanno provato nemmeno. Certo, un po' di rammarico c'è per non aver portato via l'intera posta, cosa che sarebbe stata meritata. Coppola mi pare non abbia fatto nemmeno una parata. Abbiamo creato sicuramente di più, ma abbiamo anche sciupato tanto soprattutto nel primo tempo. Accetto, comunque, il risultato senza rimorsi anche se certi episodi vorrei rivederli" (si riferisce all'espulsione di Bianchi).

Che Bari hai visto, e che Bari vedi in prospettiva?
"Ho visto una squadra che sta bene fisicamente ma che fa parecchia fatica ad ottimizzare il gioco creato. Credo abbia più difficoltà in casa; fuori ha più spazi, ovvio che il gioco si fa più brioso anche se poi le occasioni gol create sono poche. E' una squadra che ha fatto la sua partita e quantunque abbia subìto il nostro gioco, non si è mai arresa, ha persino tentato di alleggerire il gran lavoro di Borghese & C. con qualche timida ripartenza. Certo, non è una partita da ascrivere nella storia del calcio, ma l'accetto per quella che è stata, va bene così. Infondo il pubblico si è pure divertito. Non mi pare si sia vista monotonia e banalità. Il pubblico ha rumoreggiato perchè da tifosi han ragionato col cuore. Ovunque accade. E forse avevano pure ragione".

Insomma, una B dal target superiore rispetto a precedenti tornei, ma il gioco - a vedere le squadre - latita. Solo la tua squadra sembra molto forte mentre il Pescara fa solo divertire: ma il divertimento non garantisce la promozione. Il Padova, la Samp ancora a corrente alternata. Insomma, si può fare...?
"Guarda, due anni di Bari mi hanno fatto perdere di vista la realtà della B. In effetti hai ragione tu: Una B con Bari Verona Livorno Brescia Empoli Pescara Sampdoria, noi, Reggina, il Vicenza stesso, il Padova e le solite due outsider, non può essere paragonato a precedenti edizioni dove eccellevano squadrette da C e D. Ho ritrovato una B qualitativamente più alta ma meno divertente rispetto a quella che avevo lasciato. Si può fare per il Bari? Me lo auguro anche se spero che il Bari risolva problemi, forse, più prioritari che una promozione in A".

Oggi c'erano due panchine: una occupata da te e l'altra da Torrente. Un derby figurativo tra Sampdoria e Genoa giocato, però, a Torino e in mezzo alle panchine, magari, a scorrer via un presente impetuoso come un torrente burrascoso in casa biancorossa travestito da Bisagno disastroso...
"Il Bisagno è fuoriuscito, ha creato morte e situazioni tristi. Conosco la tua sensibilità e conosco anche le tue celebri metafore, le tue allegorie e i tuoi famosi paragoni quando scrivi. Tocchi purtroppo un argomento serio per il quale son rimasto scioccato anch'io. Purtroppo Genova è strutturata così e non so quanto possano essere risolutive (per quanto ci vogliano assolutamente) le precauzioni. Fatto sta che queste calamità accadono ciclicamente e quasi sempre provocano danni. Ma fin quando esonda il Bisagno, tutto sommato, va bene, ma quando muoiono persone... no, questo non può e non deve accadere. Quanto al derby in panchina, Vincenzo Torrente è un amico e spero centri il suo obiettivo che si è prefissato, anche se non so quale sia (una salvezza tranquilla, possibilmente su lato sinistro della classifica, gli faccio notare, ndr). Ma soprattutto spero lo centri il Bari. Tornando alla tua bellissima metafora, so che domani c'è una giornata importante (l'altro giorno, Giampiero Ventura, non sapeva dell'accordo di ieri sera). Non ho fatto vertenza per rispetto verso la famiglia Matarrese. Spero si risolva tutto nel migliore dei modi, così come spero che, se devono lasciare il Bari, lo lascino lì, dove sono entrati. Sarebbe bello ed affascinante lasciarlo ancora in B".

A Torrente piace De Andrè, sai? Non so, però, se gli piace Guccini...
"Lo avevo capito leggendo i tuoi articoli quando, se non sbaglio, lo hai affettuosamente soprannominato “Dolcenera”. Un motivo in più per essergli amico. Di Guccini conservo ancora un suo autografo. Pensa, ero a Pistoia ad allenare tanto tempo fa e lui, che di calcio capisce proverbialmente poco ma che però è tifoso della Pistoiese, era allo stadio quel giorno. Vincemmo, mi raggiunse e volle un autografo. Rimase spiazzato perchè fui io a chiedergliene uno... "

Glielo farò notare a Torrente. Giampiero, non è vero, poi, che sei amato e che stupisci solo nei luoghi di mare: anche alle pendici delle Alpi, il refrain è lo stesso, a quanto pare...
"Massimo (sorride) , il problema è che sono io che amo il mare. Ho messo un poster nella stanza, qui a Torino, del mare. Sai, ogni tanto qualcuno da Bari mi chiama e mi fa rodere il fegato perchè mi dice sempre che lì, da voi, ci sono 25 gradi quando qui ce ne sono 4".

Qualche errore lo hai commesso a Bari, vero Giampiero?
"Si, ne ho commessi. Mi hanno fatto crescere ulteriormente e grazie a questi spero di non commetterne più. E se dovessi giocare nuovamente Inter Bari alla seconda di campionato, con mezza squadra fuori uso e con un Rinaldi disponibile ma che aveva giocato la sua ultima partita contro il Sant'Arcangelo di Romagna e, dunque, schierandolo avrei corso il rischio di bruciarlo subito contro Eto' & C., rimetterei cento volte Pulzetti a terzino perchè l'unico esperto adattabile anche a costo di perdere altre cento volte. Gli errori commessi sono altri".

Incontrare il Bari che hai portato al suo massimo traguardo nella sua storia centenaria (il settimo posto degli anni quaranta era a 16 squadre e a due punti a vittoria, ndr), è come incontrare le altre squadre con cui hai ottenuto la promozione?
"No. Incontrare il Bari da avversario confesso che non mi ha lasciato indifferente. Incontrare il mio recente passato, quello dei centomila in piazza, dei 60 mila a quasi tutte le partite in casa, quello dei 10 mila all'Olimpico e a San Siro, le luci di San Siro, mi ha provocato una grande mozione che a 63 anni non credevo di provare. Bari è Bari e rimarrà sempre incastonata nel mio cuore. Sono emozioni che non posso dimenticare. A Bari ho lasciato amici non solo dell'ambiente calcistico ma proprio amici conquistati sul terreno della simpatia e della cucina e dell'affetto" (sorrido quando parla di cucina...)

C'è spazio, nel calcio, per i sentimenti?
"Si, anche se il tempo a disposizione e certe dinamiche ti portano a non pensarci sempre ma confesso che negli interstizi della vita, quando sono solo, quando sono libero da impegni, certe immagini, certi pensieri, certi affetti mostratimi soprattutto a Bari (e sai che non lo dico per paracul... ma sul serio), mi ritornano in mente ed è solo allora che i sentimenti nel calcio esistono e contano molto".

E li vogliamo salutare, allora, i tifosi del Bari?
"Saluto con affetto tutti i tifosi del Bari. Grazie per l'emozione che mi hanno dato. Ho visto il San Nicola vuoto col Verona e mi ha preso un magone in gola ed una tristezza infinita. Io l'ho lasciato pieno anche se, ultimamente, si erano un po' persi. Me lo auguro per tutti, per la società, per Torrente a cui auguro di provare le mie stesse emozioni e per tutto l'ambiente".

Giampiero, la birra è nel frigo, nonostante siamo in inverno. La friggitrice è pronta, l'olio bolle che è una meraviglia... manchi tu.
"E allora “amminl jiende chisse panzerott” però con la skuanta altrimenti non li mangerò. Io porto un dolce così ci ritroveremo a tavola".

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