28 aprile 2012

Bari ingenuo e poco incisivo in Via del Campo



Ammetto di aver sbagliato. Come sempre ogni qualvolta mi accorgo di aver esagerato. A differenza di altri irrequieti e presuntuosi. Eppure l'ispirazione della Lanterna e di De Andrè e quella della celebre graziosa di Via Del Campo mi avevan dato un assist di positività oggi sull'argine secco del Bisagno che, come noto, quando piove seriamente si trasforma in una Dolcenera limacciosa fino ad arrivare alla foce devastando un po' tutto ciò che incontra sul suo cammino, un assit che sentivo "mio" e soprattutto sentivo vincente. O comunque non perdente. Addirittura mi ero esposto, lunedì scorso, in una trasmissione locale fino ad azzardare un 2-2 come risultato finale. I due gol della Sampdoria li ho azzeccati, quelli del Bari, ahimè, no.

Eppure io ho visto un primo tempo quasi perfetto se non fosse stato per qualche fisiologica leggerezza di un ottimo Clayton e, soprattutto, quella di Martino Borghese, ragazzone della porta accanto, buono come il maestro di Pietralata, saporito come l'Albana di Togliatti, delizioso come il pane di Matera, squisito come la burrata di Andria e i latticini di Noci, un amico a cui gli si può affidare anche il proprio portafogli (ultimamente purtroppo perennemente vuoto a causa della cura Monti) con la certezza che non se lo porterà mai via, ma assolutamente inadeguato ad un torneo di B.
Torrente, visti i tempi di magra di agosto che prevedevano il reclutamento di giocatori non di prima scelta (e nemmeno di seconda), lo aveva richiesto espressamente a Bari anche perché a Gubbio era sembrato il migliore di tutti. E qui le sue occasioni le ha avute, perdendole, per dirla alla Battiato. Sono certo che per il buon Martino non mancheranno le occasioni della vita, gladiatore con portanza da serie A, ma con visione di gioco e piedi ancora da C, un giocatore ancora grezzo e da raffinare in una adeguata raffineria come quelle tarantine che però lavorano il petrolio. Ecco, Borghese è come un gettito di petrolio algerino o iracheno che sgorga dalla terra, inservibile così com'è, ma efficace solo se raffinato opportunamente.

Ingenuità, qualche irritante leziosità di troppo e poco cinismo a causa dell'atavica carenza di punte in attacco con puntuale disarmante castigo. Così l'ho letta la gara. Peccato perché dopo il primo tempo è parso che, ancora una volta, Torrente avesse messo l'ennesima museruola ad una big dopo quelle messe a Dal Canto, a Pea, a Zeman, a Ventura, a Maran, a Gregucci e a quello del Brescia, tanto per citare le squadre entro il decimo posto, oltre che ad altre meno "big". E i fatti hanno asserito che, ove l'allenatore genovese, che oggi tornava a Marassi da avversario storico pur manifestando una mascherata indifferenza, non riusciva a vincerla sul piano del gioco e dello schema a causa dei numerosi infortunati o a causa dell'inadeguatezza di certi giocatori, tentava, riuscendoci, a piazzare il ko grazie a certe lezioni di tattica fuoriuscite dal suo cilindro delle intuizioni uniche nel loro genere. Ma, purtroppo, non sempre è primavera: tra l'altro c'era un Eder  particolarmente motivato.

Peccato perché le premesse c'erano tutte: Lamanna, addirittura, ha parato finalmente un rigore peraltro ben tirato da Foggia (e dunque non sbagliato dallo stesso) legittimando la buona prestazione anche con ottime uscite; quei cross, quelle verticalizzazione di Defendi per Stoian, come sempre irritante, che purtroppo non è un attaccante di ruolo (oltre a misurare un metro e mezzo) e quindi fisiologicamente non può arrivarci lassù in cielo di testa, e che giocava lì davanti perché Caputo, attaccante di "punta" del Bari in contrapposizione a Pozzi, Eder, Bertani e Pellè (!!!) risultava infortunato senza dimenticare della resa eventuale di Castillo e Kutuzov che, se avessero giocato da titolari, sarebbe stata limitata alla proverbiale generosità, nulla più; lo stesso Defendi, sulla falsa riga di Livorno, che propone delle trame simili a quelle che ha visto andare in gol Garofalo ieri tornato a fare il terzino senza, però, che ci sia stato quest'ultimo a concludere comea, ppunto, in Toscana; quel gol sbagliato clamorosamente da Bogliacino, oggi ancora una volta double face: insomma, tutto sembrava remare a favore del Bari bello come il panorama del Porto di Genova visto dagli scorci di qualche Crêuza de mä dei quartieri dove il sole del buon dio non dà i suoi raggi col cielo colorato, pulito e luminoso mai stato più blu come quello d'oggi. 

Ma il calcio, ovviamente è strano, spietato e va accettato anche per questo. A malincuore. Nessun errore particolare, nessun blackout come quello di Verona, no, se non quello, appunto, già detto di Borghese e già metabolizzato col rigore parato, e quello di Lamanna che non è risultato impeccabile sul cross di Renan. Sono situazioni di gioco che capitano ma che se capitano al Bari diventa tutto più difficile rimontare con una squadra esile.
Comincio a temere, invece, che ai ragazzi inizino a mancare le motivazioni o che si siano arresi, senza andare troppo lontano coi discorsi, e se fosse così sarebbe tragico. Torrente è riuscito a tenerli fuori dal rumor mediatico e rabbioso dei tifosi per otto mesi. Non so quanti sarebbero riusciti ad emularlo, lui che è un neofita per la B, e non un navigatore satellitare della categoria. Il contratto non prevedeva che, oltre all'allenatore, avrebbe dovuto fare pure lo psicologo, il padre, il maestro e varie ed eventuali. Ma questo, naturalmente, nessuno lo vuol ammettere. Cento, mille, centomila applausi per Torrente, come non farglieli solo per questo? Non ne parliamo, poi, della resa con questa squadra.

E quando è uscito Forestieri invece che Stoian mi sono apparse come nubi minacciose i commenti dei tifosi pronti a criticare la scelta e non a capirla come ai tempi del girone d'andata: il cambio è dipeso sicuramente dalla stanchezza del giocatore argentino che aveva corso a mille, che aveva giocato una gara sabato scorso, che era stato per due giorni fuori in nazionale, che oggi avrebbe dovuto giocare titolare, martedì idem e sabato prossimo a Cittadella pure. Insomma, levarlo oggi dopo una partita vibrante nella quale aveva speso parecchio anche se non tutto ancora, per uno Stoian, invece, apparso ancora immacolato e ancora coi capelli in ordine e non sudati, mi è parsa la scelta migliore anche se difficile da accettare. Lasciarlo in campo gli avrebbe procurato i crampi regalando un uomo alla Sampdoria. Ma questo come lo faccio a far capire ai tifosi che pure hanno le loro sacrosante ragioni? Spero davvero che diano segni di maturità perché mai come in questo momento occorrono più silenzio, dignità e comprensione. Anche io volevo vedere Rivera e Mazzola sempre insieme eppure non è stato mai possibile.

Nell'interesse di tutti, in un momento in cui il rischio di andare a giocare a Trezzo sull'Adda col Tritium senza nemmeno gustare le mitiche sfide con la Ternana rossoverde, che cerchino, i tifosi, di vedere il bicchiere mezzo pieno e non "leggere" le gare con la mente e gli occhi corrotti dalla filosofia "contiana" o "guardoliana" sempre poco obiettiva di questi tempi.
E poi basta pure con la storiella dell'accusa di essere un difensivista: col Torino e in altre partite lo ha smentito oltre al fatto che con Maran, Pillon, Carboni e Perotti, tutti ex difensori-centrocampisti, mai ho sentito i tifosi lamentarsi del gioco, dei cambi, dei risultati e della resa: eppure a quei tempi giocavan tali Lipatin, Markic Pizzinat e bidoni vari ed, anzi, c'era pure una società alle spalle, mica era in autogestione come oggi.
Per questo non condivido le critiche a questo Bari messo su in economia da Angelozzi la cui resa è superiore a qualsiasi aspettativa. Criticare ci sta, e ci mancherebbe, partire prevenuti o non volerne capire le cause e far crociate ai poveri no: occorre anche comprendere e vedere oltre un mero cambio di Forestieri o di Stoian. Questi ragazzi, al di la di qualcuno che è venuto qui privo di motivazioni, credo siano cresciuti, forse, troppo in fretta in questo Bari. Vacca d'un can!

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