22 aprile 2012

Giampiero Ventura nel tritacarne mediatico col ragù alla barese



Nella gara, forse, più attesa della stagione alla luce delle ultime vicende scandalistiche, laggiù, sulla linea orizzontale della giustizia mediatica costruita ad arte attorno ad una frase, o anche ad una mezza parola, detta o scritta da qualche protagonista e riportata, debitamente storpiata, da qualcuno addetto alla divulgazione, Giampiero Ventura è tornato a Bari, questa volta da ex, dopo aver fatto godere una città intera, una Nazione e persino mezzo mondo senza ricorrere - relativamente, però, alla città di Bari, come noto, perennemente a pane ed acqua calcisticamente parlando - dopo 104 anni a masturbazioni televisive guardando, in alternativa, performances erotico-calcistiche di Conte, Zeman, Mourinho e di Guardiola a cui, per amor di verità, va dato atto di saper intrattenere  attraverso gradevoli prestazioni televisive ai limiti della libidine noi comuni mortali abituati, ahinoi, ad un calcio più pragmatico e poco spettacolare (a proposito: per la serie oggi a te, domani a me, la vittoria dell'antipatico allenatore per eccellenza di ieri sera ha dimostrato, ai soloni ciechi del calcio masturbatorio, che l'equazione calciospettacolo=vittoriafinale è fasulla essendo basata su un principio tutt'altro che matematico e fisico, dunque inesistente: che se ne facciano una ragione i calciofili libidinosi).


E' tornato, Mister Libidine, passando attraverso il tritacarne costruito dell'odio pur non essendo, forse, Gesù Cristo e quindi non essendo esente da peccati mortali e veniali, ma che appare, alla luce dell'evidenza, pulito ed onesto, e che a causa delle suddette parole e frasi scritte e capite male dai lettori che, si sa, dipendendo dalle chancons de geste confezionate ad arte dai regimi mediatici di Kabul e Mosca locali tipici degli anni di Breznev, non ci mettono più di due secondi a legare i personaggi inquisiti o solo "nominati" da qualche bocca aperta gossippara (sempre debitamente supportati dallo storpio mediatico così da apparire più realisticamente colpevoli) alle catene della celebre colonna degli infami di Bari vecchia senza tante spiegazioni: a Bari, d'altronde, rispetto al resto d'Italia, c'è, in effetti, questa particolare propensione più marcata nel fidarsi di mezze parole storpiate a cui seguono, poi, legittime idee personali, ovviamente, sbagliate e contorte ma che siccome "lo han detto loro, il gatto e la volpe, mi son fatto questa idea e, dunque, deve essere per forza così". Mentre le verità si tralasciano.

E' passato, Giampiero Ventura, sulla linea verticale della mente dei tifosi che conduce dal paradiso all'inferno, senza ricorrere a Caronte, a causa della retrocessione mal digerita dalla suburra barese e che ne ha condizionato, grazie alla suddetta campagna anti-Ventura, il giudizio sull'uomo, passato troppo frettolosamente dalla libidine di San Siro sotto il cielo di una notte lunare e romantica d'agosto a qualche tiepido fischio nei suoi confronti sotto quello di un San Nicola più luminoso che mai grazie ai quadranti strappati, pregno d'aria primaverile ed humus bitrittese.

E meno male che Mister Ventura non solo non è indagato, meno male non solo ha rinunciato ai soldi di Matarrese per sempre, e meno male che non solo ha fatto tutto quello che era nelle sue possibilità lo scorso anno con una rosa ridotta domenicalmente all'osso a causa di picci, capricci, ammutinamenti vari, squalifiche, convocazioni varie nelle nazionali d'appartenenza, infortunati, infortunati dell'ultimo minuto (celebri le dissenterie a 5 minuti dalla gara di Gazzi e Donati, non ne parliamo quelle di Rinaldi, unico difensore a disposizione appena arrivato un mese dopo aver giocato il suo derby della vita tra Rimini e Santarcangiolese in Promozione, effettivamente un derby che gli avrebbe spalancato le porte della A, giocatore, peraltro, sparito dal calcio che conta: saranno contenti coloro i quali lo pretendevano a San Siro, al posto di Pulzetti, contro Maicon o Eto'o), paturnie varie di taluni, depressioni malinconicamente brasiliane alla Vinicius De Moraes o quelle sotto forma di passi tangheros Piazzollani argentini di talaltri sudamericani: chissà cosa sarebbe successo altrimenti! 

Fatto sta che, salvo qualche ragionevole fischio partito da spettatori che hanno perseguito nella loro legittima mozione integralista volta a contestare Ventura senza grosse convinzioni ma solo per mero principio di coerenza spinti dalle proprie (sbagliate) convinzioni poco convincenti e spesso contraddittorie, ancora lì a domandarsi "il  perché - diosanto - abbia taciuto, vacca d'un can!" quando invece, ormai lo sanno pure su Plutone e su altre galassie che ha parlato con la società di birichinate di qualche giocatore senza, tuttavia, entrare nello specifico del calcio scommesse, fenomeno a lui ignoto, stando alle sue affermazioni, non mi è parso, in tutta onestà, di udire tutti questi "sonori fischi" manco lo avesse fatto tutto lo stadio. Io ho sentito, dovendola dire tutta, più gli applausi a Torrente a fine gara che fischi e cori contro Ventura che, ripeto, ci saranno pure stati insieme a quello striscione ironico e poco obiettivo, ma che non sono stati, poi, così ridondanti: non so, forse dalla tribuna stampa non son parsi così evidenti, ma io, a differenza della massa, so misurare parole, interpretar frasi e, soprattutto, mi baso sui fatti e non sulle suggestioni o sulle idee perverse di taluni. Vivo meglio e, soprattutto, alla fine ho sempre riscontri. Sempre, dati alla mano, come dico sempre.
Parisi in campo insieme a Vives mentre Guberti, salomonicamente, è rimasto in tribuna: così ha deciso Ventura visto che Urbano Cairo non ha preso provvedimenti verso costoro a differenza del suo omologo atalantino che, invece, ha usato giustamente il polso con Masiello mettendolo fuori squadra: tra l'altro, è appena il caso di aggiungere che se per quest'ultimo si sono aperte (e poi dischiuse) le porte del carcere, per i giocatori granata, ex baresi, si è ancora nello stadio dell'indagine, dunque se eticamente e moralmente, forse, sarebbe stato opportuno non farli giocare, professionalmente ancora si. Ognuno, poi, fa le dovute considerazioni.

Certo, non riesco ancora a capire come Parisi possa giocare serenamente e mostrare una faccia, cosiddetta, di corno davanti all'opinione pubblica: i misteri dell'anticalcio. Fossi stato in lui, dopo tutto quello che ne è uscito fuori, per come son fatto, non avrei avuto la faccia di calcare prati davanti al pubblico, ma soprattutto, non me la sarei sentita di condividere quei 100 minuti coi miei compagni, ne avrei avuto vergogna.
Io credo che un Parisi degli anni 70, state tranquilli, avrebbe chiesto (ed ottenuto) all'Oronzo Pugliese di turno di non essere convocato. Ma siamo nel 2012, le facce di corno aumentano sempre di più (e non solo quelle) e ogni discorso di etica serve a poco, anzi rimbalza sul muro di gomma come quando si vuol denunciare qualcosa.
In attesa che la giustizia abbia il suo decorso, continua a vivere in me il ricordo di gesta eroiche targate Ventura. In serie A col Milan,Inter e Juve e non in B col Cittadella, il Sassuolo e l'Albinoleffe. 
Viva il calcio.

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