25 gennaio 2011

BARI NAPOLI 0-2: EPICURO, VINCENZO E L'AMARA VITA

Articolo pubblicato su Go-Bari.it

Non che ci fossero grandi dubbi ma alla fine ha vinto Epicuro intento a mangiar una sfogliata calda calda da Gambrinus in Piazza Plebiscito, filosofo la cui dottrina era quella di ottenere il massimo risultato col minimo sforzo. E così è stato per la squadra di Cavani & C. che ha giocato al 50% delle sue potenzialità, come le grandi squadre, senza dimenticare, tuttavia, anche i meriti del Bari che sicuramente, nonostante limiti, errori, lacune e soprattutto emergenza, ha dato filo da torcere per tutta la partita pur non risultando, però, mai pericoloso, e pur senza tirare mai in porta: troppo poco quell'unico tiro di Rudolf al 25' del secondo tempo. Giusto così, dunque, il Napoli ha vinto, e con essa la pernacchia eduardiana che gireremmo volentieri ai presunti responsabili.

Già la vittoria di Lecce era apparsa esagerata; la sconfitta col Bologna fece intuire (lo dicevamo) che le partite a venire sarebbero state praticamente, almeno sulla carta, tutte da zero punti, dalla Juve fino all'Inter in casa. E così, almeno fino adesso, è stato. Risulta estremamente difficile poter pensare come il Bari, in emergenza quanto volete ma assolutamente sterile e quasi allo sbando, possa far punti a Cagliari e con l'Inter in casa, ma in generale si fa fatica a pensare dove e con chi, questa squadra, potrà far punti se le emergenze si protrarranno all'infinito tanto da obbligare il tecnico Ventura ad optare per scelte tanto audaci quanto obbligate spesso centellinate con la clessidra e con una batteria d'attacco azzoppata che non tira mai in porta. Ventura avrà sicuramente delle colpe ma non su chi decide di far scendere in campo perchè quelle sono scelte obbligate. Tutte, nonostante la prevenzione dei tifosi.

Dove si è sbagliato non si sa esattamente: sicuramente sappiamo (lo dicevamo da sempre) che a gennaio non conviene reclutar personale in quanto vengono proposti bidoni, giocatori arrugginiti che prima di aprile non entrano in forma, e scarti vari. C'è chi punta l'indice contro Ventura, chi contro Matarrese, chi contro  Angelozzi. Noi siamo convinti che, come sempre, la verità sta nel mezzo, con qualche leggera propensione verso la società. Non si spiega diversamente come mai continua a fustigarsi come in un autodafè dell'inquisizione. Il medioveo è passato da un pezzo. A chi giova continuare a mantenere la società con questi risultati? Non si può passare, con tanta fortuna, un paio d'anni da leone per poi rendersi conto che il troppo potrebbe storpiare economicamente al punto di ritornare pecora per sempre.
Ventura fa quel che può in una barca che prende acqua da tutte le parti, ha anche alzato la voce quantunque a suo modo. E mentre Conte, dopo il diniego elettorale, prese baracca e burattini e andò via, Ventura invece non se la sente di abbandonare la nave che lo sta portando ad un naufragio collettivo perchè, dice, non sarebbe leale.
La lista della spesa di luglio scorso è stata obbligata, mica ha richiesto Mexes e Ibra. Un vecchio adagio dice che la qualità costa, la quantità meno. Noi crediamo fermamente che in questa società sia mancato un pool di esperti nella gestione perchè non si spiega diversamente come mai nessuno ha capito che sarebbero bastati appena 5 milioni di euro a luglio scorso (oltre al bond Bonucci) per ottenerne con certezza matematica 45 a giungo prossimo. Ecco, secondo noi l'errore è tutto lì.
Due parole sui tifosi: eccessi napoletani a parte, oggi abbiamo assistito ad uno spaccato della tifoseria. Ad un tratto lo stadio intero ha elevato un coro contro la presidenza mentre lo spicchio centrale della nord, storico feudo matarresiano assoluta minoranza della geografia del tifo barese, invece ha prudentemente taciuto per poi inveire contro i giocatori con la solita storiella bolsa  dell'invito ad uscire gli attributi, pena solite innocue minacce. Comprendiamo che gli ultrà abbiano tutto da perdere nei confronti della società, per questo non è il caso di intromettersi. Ognuno fa quel che può. Loro hanno deciso di dipendere dalla società, la maggioranza del tifo che lavora autonomamente, che va in trasferta coi soldi propri, che compra il biglietto di tasca propria, la pensa diversamente. Libertà di pensiero, ci mancherebbe.
Una tifoseria unita solo sotto il coro ironico (mica tanto) della lava che deve far un sol boccone di Napoli ma divisa assolutamente nelle responsabilità. E' che solo a Bari accadono queste cose. Fortuna che sono la minoranza non per questo rispettabile.
Certo, nulla è perduto, ci mancherebbe, ma riteniamo sia oggettivamente difficile pensare in positivo. Se solo fossimo certi della serietà societaria, saremmo altrettanto certi che una B da vertice sia nei loro pensieri sin d'ora. Ma di questo, purtroppo, non ne siamo certissimi. Un Bari come un amore finito che lentamente si allontana come un fantasma. D'amore.

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