31 gennaio 2011

CAGLIARI BARI 2-1: TUTTI I LIMITI DI UNA SOCIETÀ

Articolo per Go-Bari 30/1/2011

Un Bari privo anche di Belmonte a cui, in effetti, gli mancava la sfiga dell'infortunio last minute, non è riuscito a far punti contro una squadra assolutamemte alla sua portata nonostante sia apparsa, a tratti, migliore dello stesso Cagliari

Quello che fa più rabbia non è tanto la sconfitta - l'ennesima - che ci può star tutta in quel penta ventaglio di partite post Palermo in cui, secondo una percezione, abbiamo previsto zero punti, quanto il fatto che, ancora una volta, la squadra barese ha incontrato un avversario assai mediocre senza riuscire ad aver la meglio, un avversario cui, sicuramente, anche un Brescia ne avrebbe fatto un sol boccone.

Lo abbiamo scritto e ribadito: il Bari, fino all'Inter, avrebbe fatto zero punti. E così, temiamo, sarà anche giovedi sera, perchè un Bari incerottato, sfigato e volutamente non "rivisitato" nel mercato correttivo se non coi soliti pezzi arrugginiti, scarti e seconde linee arrivati a gennaio, gratis, senza uno straccio di giocatore esperto per la A e senza una panchina adeguata, non può oggetivamente sperare in qualcosa di più se non nei soliti applausi per l'impegno profuso. A volte ci stufiamo a scrivere sempre le stesse cose ma purtroppo l'evidenza ci induce a non poter far gli gnorri.


Chiamateci tirapiedi, pessimisti, chiamateci come vi pare, ci scivola tutto anche perchè il periodo della santa inquisizione è terminato, o meglio, sussiste ancora fortunatamente solo in certi forum pullulanti di ciarpame mediatico dove, si sa, di calcio si capisce poco e se ne parla ancor meno, fatte, ovviamente, le solite poche e piacevoli eccezioni: noi abbiamo la certezza e la presunzione, e lo scriviamo con il petto in fuori anche a costo di inimicarci ulteriori lettori visto che i fatti ci hanno sempre dato ragione, di essere realisti, semplicemente realisti, anzi, con il merito di averci visto bene sin dai tempi in cui i tifosi sbavavano per Almiron e Barreto. E' questione anche di tempi. Facile criticare adesso: meno facile è avere il coraggio di farlo quando, apparentemente, va tutto bene.

Un Bari privo anche di Belmonte a cui, in effetti, gli mancava la sfiga dell'infortunio last minute, non è riuscito a far punti contro una squadra assolutamemte alla sua portata nonostante sia apparsa, a tratti, migliore dello stesso Cagliari di Donandoni pur senza ottimizzarne la supremazia. E se una squadra in trasferta non riesce ad ottimizzare la chiara superiorità, alla fine, crediamo sia giusto che perda, sportivamente parlando si intende. Ovvio che nel secondo tempo c'era da attendersi un calo ed una reazione della squadra avversaria: è la legge del calcio soprattutto delle squadre piccole. I rigori sbagliati non sono attendibili nell'economia delle valutazioni, ci sta sbagliarli anche se, come ogni annata negativa del Bari che si rispetti, è trend sbagliarne nove su dieci in ogni anno in cui tradizionalmente si retrocede. Lo dice la storia, non noi.

E in panchina, vista la squalifica di Parisi, l'alternativa era Rinaldi che, si sa, non è il massimo per Ventura: e come dargli torto. In un momento così delicato occorreva gente esperta per tentare una impresa, mica il solito giovanottone dalle belle speranze. Dunque la scelta di Raggi a sinistra stoltamente criticata dai tifosi, che notoriamente non rende al massimo essendo lui un destro, tutt'al più centrale, è apparsa necessaria e forzata. Ovvio attendersi una resa "così così" tendente al negativo, soprattutto sul primo gol di Matri.

Ventura ha persino ascoltato il rumor della piazza che gli imponeva di cambiare modulo, ma più che altro lo accusava di avere i paraocchi verso il suo modulo di gioco. Ecco, così saranno contenti adesso i tifosi che lo considerano il primo responsabile della debalce. Intanto lo ha già fatto (forse in pochi se ne sono accorti) nell'ultimo mese quando, badando più a non prenderle, ha arretrato Gazzi e Donati sulla linea difensiva ma i tifosi, orbi, non lo hanno mai notato. Oggi, visto che c'erano quasi tutti della rosa anche se in condizioni ancora precarie, ha abbandonato il dogma del 4-4-2 per ascoltare i suoi giocatori che in settimana gli avevano proposto il 4-3-1-2 e se non fosse stato per la sbadataggine dei primi 10 minuti nella quale il Bari ha subito da Matri un micidiale 1-2, ha saputo reagire con Bentivoglio, Donati e Gazzi i quali hanno tenuto alta la squadra pur senza incidere. E adesso non vediamo l'ora di leggere anche le critiche che gli verranno mosse sull'uscita improvvisa di Rudolf per Castillo e sul perchè "solo adesso" si è ricordato di Rivas: peccato che i tifosi dimenticano che tra 48 ore il Bari avrebbe giocato contro l'Inter e, dopo altrettante 48 ore, si sarebbe recato a Brescia. Ma loro sono sempre lì a criticare le scelte obbligate dell'allenatore.

Ma adesso basta. Ormai è tardi. Lo ripetiamo: se ci fossero le basi perchè quella del Bari venga definita una società capace managerialmente, a quest'ora, avrebbe dovuto già assicurarsi Kamata, Carobbio e qualche altro pezzo da novanta per disputare una B da vertice: ma staranno così le cose? Dubitiamo moltissimo. E' inutile sperare, il Bari merita di retrocedere a causa di scelte scellerate della società che invece di provvedere all'anno della consacrazione, ha pensato bene di incamerare i soldini della lega, della pubblicità e del marchio Bari lasciando indebitata la società di calcio e, quindi, al suo eterno e solito destino di squadra inaffidabile.
Perinetti diceva che per lui il Bari era un punto di partenza, per Matarrese era un punto d'arrivo. Tutta qui sta la differerenza. Ma tanto, si sa, è sempre colpa di Ventura...

Massimo Longo

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