3 febbraio 2011

BARI CALCIO: VITINO SWAROVSKY, VINCENZO E LE BOMBETTE DI CAPODANNO

Articolo per Go-Bari 3/2/2011


Editoriale pubblicato su Go-Bari il 3.2.11


Non crediamo sia stato un mercato di riparazione cattivo se consideriamo che si trattava di quello, cosiddetto, "riparatore". Abbiamo come l'impressione che sarebbe potuta andar peggio se pensiamo ai precedenti, quando arrivavano fisiognomiche sconosciute, rotte, da curare e arrugginite: Jadid, Pisano e Sestu - tanto per far tre nomi, ma ce ne sarebbero altri 100 - sono gli esempi più calzanti. Ma questi 7 giocatori, pur non essendo fenomeni, crediamo che siano l'optimum - come si dice - cui il Bari poteva ambire col minimo.

Matarrese ha dato dimostrazione di crederci alla salvezza: non si spiega diversamente come mai si è accollato ulteriori ingaggi e speso circa due milioni di euro per il biondino norvegese che già sta facendo impazzire le ragazzine tifose del Bari le quali hanno già dimenticato Rivas.
Un'altra prova di voler crederci fino in fondo sta nell'aver trattenuto Barreto dalla cui vendita avrebbe riscosso bei soldini, al di la dei sospetti che aleggiano misteriosi (mica tanto...) sulle teste (mal o ben, fate vobis) pensanti dei tifosi secondo i quali sarebbe stato il presidente a volerlo trattenere in extremis alle 18.59 a causa delle prime sommosse mediatiche popolari dei vari siti o - altra versione - secondo cui non avrebbe passato le visite mediche fiorentine. Fatto sta che anche Barreto è rimasto a Bari, e della qual cosa, probabilmente, non ne sarà rimasto entusiasta. Non sappiamo quale tipo di contributo potrà dare alla causa (posto che ce ne sarà una) Vitino Swarowsky, fatto sta che se rientra ad aprile, o meglio, se ad aprile sarà bello e pronto dopo il fisiologico periodo di prova di marzo, in un paio di mesi sarà lecito attendersi quanto meno quei 2/3 gol (fa nulla se su rigore), quegli altri 3/4 sbagliati e, senza dubbio, almeno quei 2 inevitabili rigori sbagliati, altrimenti non si spiegherebbe come mai, uno come lui che segna 40 gol in 3 anni, non lo cerchi il Barcellona. Ovvio che può svernare solo a Bari, massimo alla Fiorentina quint'ultima.
La verità non la sapremo mai anche se, sotto sotto, sta diventando il segreto di pulcinella, tipico in una città-paese come Bari dove basta poco per venire a sapere la verità, salvo che non si voglia attendere l'ennesima opera omnia di Gianni Antonucci tra 30 anni (dio ce lo preservi il buon Gianni) perchè solo lì dentro, dopo anni, si vengono a scoprire vecchi altarini di precedenti ere calcistiche.
Ieri il presidente ha voluto parlare prendendosi la responsabilità di portare avanti la sua linea. E ha fatto bene. Noi siamo sempre del parere che, come ha anche sostenuto Ventura, il presidente sia un vero e proprio "abusivo" del calcio, ma in senso buono meglio chiarilo, altrimenti arriva il solito solerte puntuale gruppetto di imbecilli gravitanti nei siti che, già di per se in eterna lotta con l'italiano, danno il meglio di loro interpretando male frasi e parole (o meglio, le interpretano benissimo ma, per il gusto di provocarti, le interpretano volutamente male) fino a distorcele ed usarle come pretesto per accusarci di aver dato dell'abusivo al presidente. E siccome di questi minus habens (perlatro perennemente lasciati scodonzolare sguinzagliati dagli amministratori e dunque impuniti, che è peggio) pullula il web, soprattutto in alcuni forum di tifosi, è bene chiarirlo.
Matarrese, pur coi suoi limiti, è un Signore con la S maiuscola perchè, probabilmente, di calcio non ha mai capito nulla, di calcio inteso come tattica-gestione-furbizia, magari un po' di tecnica l'avrà pure imparata in 40 anni. Matarrese è un presidente a cui basta ancora la stretta di mano per portare avanti un contratto, più che una firma. Naturalmente con suoi i lati negativi e positivi.
Così come fu per Antonio Conte quando ci prese tutti per i fondelli dichiarando che la firma era stata apposta in 5 minuti ed invece, non solo non era vero, ma la firma fu condicio sine qua non della vittoria alle elezioni politiche, vittoria - come si sa - che non ci fu, per questo il buon Antonio, intuendo un ritorno al periodo di vacche magre, in pieno stile matarresiano, cambiò giustamente aria giustificandosi con "il tempo - disse - sarà galantuomo" Ipse dixit. Cosa che, qualche tempo dopo, avrebbe fatto anche Giorgio Perinetti; ma questa, ormai, è storia certificata.
Matarrese è un sanguigno, un Anconetani, un Rozzi per intenderci, razze che davvero non esistono più nella geografa del calcio, per questo, se vogliamo, essendo una razza in estinzione, andrebbe salvaguardata per il bene del calcio, di un calcio che ci piace sempre meno, quantunque lo stesso presidente, a volte, esageri con le sue paturnie e la sua economia, per questo oltre a preservarla andrebbe stimolata.
Noi - chi ci legge lo sa - non abbiamo mai amato la sua gestione del Bari, a differenza del suo impegno nel lavoro che tiene alto, bene o male, il nome di Bari nel mondo intero, troppo speculare in rapporto all'offerta: non ci è mai piaciuto il modo di gestire una squadra di calcio che rappresenta l'ottava città d'Italia giusto per la sopravvivenza e per non farla fallire - lo dicevamo da sempre - ma proprio per questo, a differenza della massa, abbiamo preferito criticarlo soprattutto quando le cose sembravano andare per il verso giusto, civilmente e a fin di bene, per spronarlo a far meglio e mai con la solita prevenzione mista a volgarità e cattiveria. Non ha senso criticarlo adesso, sarebbe da vigliacchi e troppo facile, non siamo come quell'idiota dell'antistadio dell'altro giorno che, dovendo sfogare le frustrazioni familiari, ha pensato bene di sfogarle con l'incolpevole Ventura davanti ai 3 nuovi acquisti, alla presenza delle tv norvegesi. Chissà che idea si saranno fatte di Bari lassù nei fiordi scandinavi.
Noi abbiamo avuto il coraggio, e lo diciamo a testa alta e con orgoglio, di averlo criticato all'indomani del riscatto di Almiron e Barreto che, secondo il nostro giudizio, non andavano confermati perchè, conoscendo il loro stato fisico e le loro bizze (Almiron non è mai risasto due anni con una squadra...) intuimmo che quest'anno se avessero giocato 10 partite, sarebbe stato pure troppo e, pertanto, sarebbe stato più sagace dirottare i soldini di Bonucci verso la difesa che, senza più quei due lì, sarebbe diventata un colabrodo. Fummo ridicolizzati, presi in giro e presi per pazzi oltre che insultati. Siamo orgogliosamente abituati. Crediamo fermamente che l'intuizione vada divulgata soprattutto per il bene di tutti anche a costo di farci deridere.
Pertanto ci dissociamo da quanti contestano solo adesso Matarrese, quantunque un richiamo al presidente, ciclicamente, vada sempre fatto per far capire che il Bari è un bene di 450 mila tifosi sparsi nel mondo, e non di 37 persone curvaiole pronte ad ammaliarlo. Fortuna che la partita col Napoli ha dimostrato che il Bari è di tutti con quel coro civile, sincero e spontaneo contro la presidenza. Ma questo non basta. Occorre far di più, occore far sentire il fiato della città al presidente e far capire allo stesso che se ci "mette" 5, matematicamente, si capitalizzerà in 55. Altro che effusioni d'amore dei capi tifosi verso il presidente che non ascolta nessuno.
E' un momento difficile per le squadre di A: anche la Sampdoria, ancor prima di disfarsi di Pazzini, ha colto la palla al balzo per disfarsi di Tonino nazionale (che non è Di Pietro); il Cagliari si è privato di Matri, e tanti altri colpi incredibili sono accaduti nelle ultime 48 ore (ma quel Matri, non poteva trasferirsi alla Juve due ore prima di Cagliari-Bari?) e le altre piccole si sono tutelate prendendo i soliti scarti delle squadre, tutti rigorosamente in prestito, come è giusto che fosse.
E, come detto all'inizio, il Bari non ha operato male anche perchè ha guardato all'estero, non in casa, dove i giocatori offerti senza una contropartita in denaro, storicamente, sono seconde e terze scelte, spesso rotti e in affanno. Per questo applaudiamo anche ad Angelozzi che, a differenza di quanto dicono i tifosi esagitati, sta operando bene. A costo zero, o quasi. Se poi si fanno male, non è certo colpa di Angelozzi, men che meno di Ventura.
Matarrese ha fatto bene a dar fiducia a Ventura. L'allenatore ha fatto bene a Bari, anche lo scorso anno quando, misteriosamente, ad un certo punto, la squadra mollò i remi e sicuramente non per colpa loro. Anche l'allora amministratore delegato, Salvatore Matarrese, nel post Livorno/Siena- Bari in una sede televisiva locale, ad un precisa domanda su come mai il Bari avesse tirato i remi in barca, rispose papale papale che "no, non potevamo permetterci di andare in Europa quest'anno e che sicuramente ci avremmo tentato quando i tempi (Punta Perotti, ndr) sarebbero stati migliori".
Dunque Ventura, dopo le "sventure" degli ultimi tempi, aveva diritto di default ad avere una seconda possibiltà perchè se il Bari è laggiù, dati alla mano, non è certo per colpa sua.
I moduli di gioco avrebbe potuto cambiarli con la rosa al completo, non con i bambini portati in panchina come è sucecsso a Catania, e se al posto di Romero avesse messo D'Alessandro in qualche partita (come assurdamente abbiamo letto, quasi ne fosse stata una colpa), state pur certi che il risultato non sarebbe cambiato con quella squadra di anime prave messe in campo.
Non ne parliamo dei giocatori ribelli, ma questo lo lasciamo al libero pensiero dei tifosi.
Su una cosa, però, non siamo daccordo con Matarrese: passi per la bombetta di capodanno inesplosa e fatta scoppiare sotto casa sua, a Japigia, l'altra notte con relativo coro ingiurioso da parte di 4 minus habens pseudo tifosi ubriaconi, ma di fatto autentici imbecilli, i quali, secondo noi, avrebbero meritato comunque una bella lezione piuttosto che uno strambo perdono, gesto comunque da cui prendiamo le distanze solidarizzando col presidente; passino pure i tentativi di trasformare in telenovelas argentine da tregenda certe situazioni come quella di questo momento col piglio dell'eterna vittima in cui, purtroppo, non tutti credono conmoscendolo da 35 anni, passi per la passione che ci mette quando, però, è con l'acqua alla gola (mai prima quando invece si eviterebbero certe cadute), ma basta, però, con le litanie dei 48 milioni di euro versati per mandare avanti il Bari e basta anche a pensare a Punta Perotti: una squadra di serie A, nonostante il brutto momento condivisibile, non può nascondersi dietro un risarcimento. No. Il destino del Bari calcio, con tutto quell'indotto che si ritrova, con tutto l'affetto mostrato in certe situazioni, pur senza voler fare i conti nelle sue tasche - e ci mancherebbe - non può dipendere dalla vendita, o dalla mancata vendita, di due attici e 4 pentavani, visione mare, box e cantinola inclusi. No.
Se non ce la fa, che lasci il titolo al sindaco, al vice sindaco, all'assessore De Caro, ad un consigliere del centro destra, a Berlusconi, a Ruby, a Emilo Fede, alla massaia di via Trevisani, al neo presidente della Fiera, a noi in extrema ratio, così non si svenerà più (ma i soldini incassati, novità?), e poi si pensa: tanto, in una piazza come Bari, volete che improvvisamente non appaia un nuovo Matarrese pronto ad entrare in città, attraverso il calcio, come ha fatto, appunto, il Presidente 35 anni fa per gestire i propri interessi? Tanto il calcio non sparisce, questo è certo. Non è sparito a Palermo, a Catania, a Napoli, a Salerno, volete che debba sparire in una piazza ghiotta e levantina come Bari, dove ormai si aprono solo locali gastronomici che sembrano non conoscer crisi?
E adesso? E adesso, come scrivevamo in illo tempore, speriamo come sempre nella madonna. Anche se la madonna, prima o poi, potrebbe pure stancarsi...

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