7 febbraio 2011

BRESCIA-BARI 2-0: IL CANTO DEL CIGNO BIANCOROSSO

Editoriale per Go-Bari 6/2/2011


Kutuzov sbaglia il pareggio al 94' e sul capovolgimento di fronte, Caracciolo - che, per la cronaca, non segnava su azione dai primi di novembre - con un Bari sbilanciato, raddoppia. Ecco, questa è la fotografia del Bari quest'anno. Un deja-vu, insomma. Sono tipologie di partite già viste in tanti (troppi) campionati, naturalmente, finiti male.
Un'altra istantanea, se vogliamo, sta nel fatto che a Brescia si possono permettere di mantenere in panchina un tale Caracciolo (da noi caldeggiato a giungo scorso al posto del fragile Barreto) così come, è appena il caso di ricordare, che la stessa squadra può permettersi di ingaggiare un crepuscolare ma ancora efficiente Roberto Baggio per godere delle ultime fantastiche giocate. Il Bari, invece, Huseklepp. Così è se vi pare, scriveva Pirandello.
Sono piccole istantanee di una partita che fanno la gara. Una gara che, bene o male - che che ne dica certa stampa locale e certi tifosi che, non sapendo con chi prendersela, lo fanno con l'ultimo dei colpevoli, Giampiero Ventura - l'ha fatta il Bari evidenziando, tuttavia, tutti i limiti ben noti sin da luglio, anzi, evidenziando persino una mancata determinazione e svogliatezza, quasi a voler alzare bandiera bianca. Non ci è parso, in effetti, di vedere i giocatori con la bava alla bocca nonostante, lo ripetiamo, l'evidente maggior possesso palla rispetto al Brescia confermata anche sugli score delle varie tv. Da qui la convinzione che la gara, comunque la si pensi, l'abbia fatta il Bari.

Un Brescia tutto grinta e cuore a cui è bastato un rigore sacrosanto, soffrire quanto bastava in difesa e una gran dose di sagacia tattica per incamerare tre punti che gli serviranno, se non altro, a continuare a sperare nella salvezza, mente al Bari sono andate le solite batoste, stavolta temiamo definitive. Alle 15, con una vittoria in tasca, sarebbero stati 6 i punti di distacco dalla zona salvezza.

E' facile prendersela con Ventura che pure ha le sue buone responsabilità (soprattutto in sede di mercato, a giugno, quando antepose le conferme di Almiron e Barreto alla sostituzione di Ranocchia e Bonucci) o con chi sostiene che Kutuzov e Castillo siano i reali responsabili come chiosano le bachehe di facebook e i vari siti storicamente monopolizzate da tifosi che scrivono comprensibilmente col sangue alla testa: di fatto sta che Okaka non poteva giocare e quindi occorreva un attaccante in area di rigore che potesse, intanto, allungare la squadra, e poi che potesse ottimizzare qualche cross proveniente dall'esterno. Qualcosa del genere è successo ma non dagli esterni bensì grazie alle verticalizzazioni dei centrali. Forse con Bentivoglio... chissà.

Sappiamo di essere impopolari (del resto siamo sempre stati coerenti), eppure Castillo non ci è affatto dispiaciuto: è riuscito a tenere alta la squadra, a mantenere il possesso di palla senza perderla una volta sola (ma ai più, questo, non fa notizia) anche se è stato decisamente sterile, impreciso - per non dire irritante - in fase di conclusione. Purtroppo il giocatore non è più lucido oltre ad essere sicuramente al tramonto della sua parabola calcistica ma non da oggi. Lo stesso dicasi per Kutuzov: il bielorusso gioca perchè non c'è una valida alternativa, oltre a giocare, come si sa, ad una gamba sola. Comprendiamo lo sconforto dei tifosi ma gli stessi dovrebbero anche capire che il bielorusso non è mai stato un goleador, piuttosto un regista d'attacco, e se gli capita una sola occasione gol nel corso di 90 minuti, sbagliandola, non riteniamo giusto che gli si debba gettar la corce pur, lo ripetiamo, comprendendo il momento di scoramento.
Chi avrebbe dovuto mettere Ventura al posto dei due? Rana e/o Caputo che stentano persino nelle squadre dove sono andati a finire? O forse sarebbe stato più opportuno accaparrarsi un attaccante a giugno al posto di Swarosky Barreto dal momento che a gennaio i goleador non li vende nessuno?

Ventura ha provato a cambiare pure modulo dando come l'impressione di voler ascoltare la piazza, andando contro il suo dogma, anche perchè gli uomini titolari finalmente c'erano essendosi finanche riaffacciati, miracolosamente, taluni che fino a 15 giorni fa sembravano morti e sepolti, ammazzati dai muscoli birichini e da presunti virus in corpo. Eppure nemmeno l'aver cambiato gioco a Cagliari, contro l'Inter e a Brescia ha sortito frutti.

E allora, a questo punto, invece di trovare colpevoli e far spiare loro il fio, occorre prendere atto che si tratta di un'annata decisamente super negativa decisa dal modus operandi di una società incapace e che soprattutto la stessa cerchi di programmare la B sin da subito. Perchè le colpe le hanno tutti, dal presidente soprattutto (e la storia della gestione della trattativa Barreto/Fiorentina ne è la conferma) ad Angelozzi, passando per Ventura e finendo ai giocatori.

Siamo ormai al canto del cigno, un canto che era cominciato proprio dalla vittoria di Lecce che non ci aveva per nulla convinto quasi a lasciarci presagire che quella sarebbe stata una vittoria di Pirro.
Speriamo solo che i giocatori non si dimentichino la dignità e l'onore della maglia evitando di mollare come qualcuno oggi ha dato l'impressione di fare.
Occorre programmare la B e siccome il Bari non è l'Atalanta, il Lecce o il Chievo che quando retrocedono ci mettono un anno solo per ritornare in A, sarebbe opportuno che si cominci, possibilmente sottotraccia, a lavorare sin d'ora per reperire giocatori idonei per risalire subito, altrimenti il rischio non sarà quello di attendere ulteriori 9 anni ma anche di retrocedere in C. Comprendiamo che il Bari non è mai stato in cima ai suoi pensieri, ma l'ideale, come da anni sosteniamo, sarebbe quello di passare la mano ad altri. Troppi, fisiologicamente, 35 anni di "mattaresiato".

Del resto lo avevamo previsto e detto, così come abbiamo previsto e detto tante di quelle cose, puntualmente, avverate. Evviva la nostra coerenza. Giù il sipario: per Gubbio e Nocera Inferiore si cambiano attori.
Ad maiora, Bari

Massimo Longo

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