21 febbraio 2011

Lazio Bari 1-0: Il supplizio sta per cominciare

Editoriale per Go-Bari 20.2.11
Eppure ci sono gli illusi come Estragone e Vladimiro che aspettano Godot. Beati loro



Non che le tenui parole pronunciate in settimana dall'uomo venuto dalla Val Brembana, secondo le quali a Roma si sarebbe visto un Bari tutto attacco visto che non c'era più nulla da perdere, ci avessero esaltato più di tanto: siamo immuni da certi slogan aziendalistici che servono solo a non far spegnere la fioca fiammella della speranza in un ambiente ormai depresso.



Abbiamo letto da giovani Aspettando Godot di Samuel Beckett, vedendone anche rappresentazioni teatrali; noi non siamo degli illusi come quei tifosi che ancora oggi credevano in una incredibile "remountada" nella stessa maniera in cui, Estragone e Vladimiro, attendevano l'arrivo di Godot su una strada deserta ancor più di quella dove Cary Grant scappava per non essere investito da un aereo nel film, forse, più bello della storia del cinema come è stato Intrigo Internazionale, o come quegli illusi sfigati che vanno in Via del Campo a Genova per "graziose", no: ma se non altro eravamo convinti che un primo tempo così orribile e rinunciatario non lo avremmo visto mai e poi mai.

Le illusioni le lasciamo a quegli stoici tifosi che ancora credono nella salvezza in extremis, a quelli che dicevano "con Mutti ci salviamo", a quelli che, per il bene del Bari, invece di voltare polemicamente le spalle ad una società che ha preteso ed ottenuto tutto dalla città disimpegnadosi, però, con l'improvvisazione mandata avanti con la mestizia, attendono solo la matematica per contestare. Il momento più sbagliato.
Il Bari è retrocesso a dicembre quando la società non ebbe il coraggio di sollevare dall'incarico l'allenatore che, pure - si sa - era l'unico incolpevole a causa della situazione tragicomica venutasi a creare tra defezioni di varia natura.
Del resto chi accusa ancora con un allenatore capace di pedere "solo" 1-0 a Roma e 1-0 all'88' a Catania con Strambelli Rana Caputo e D'Alessandro (non ne parliamo la panchina) senza poter tentare nemmeno di cambiare modulo tattico, con i giocaotri che gli remanavano contro invece che giocare per i tifosi, andandosi con strafottenza a ruffianarsi la curva o paracularsi in goffe conferenze stampe, vuol dire che oltre ad essere preventuto è anche pericolosamente orbo. Ma a Bari, si sa, anche per questo i tifosi non meritano la serie A. Altrove avrebbero contestato il vero colpevole, non il meno colpevole. Ma Bari non è Napoli e nemmeno Firenze: è e rimarrà una piazza mediocre e provinciale degna della gestione Matarrese che pure gli sforzi li fa, risultando vani, sbagliando tempi e modalità.

Passando alla gara crediamo, invece, che ad un primo tempo davvero irritante e rinunciatario, si è assistito ad un buona ripresa giocata con sagacia tattica pur evidenziando i limiti strutturali di una squadra costruita male anche per colpa di Ventura che ha preferito quelle due nullità di Almiron e Barreto ad una difesa da costruire, i cui risultati sono evidenti. E gli straordinari di Gillet che se la prende pure con la stampa (!) per salvare il Bari dalla capitolazione insieme all'unica mezza occasione gol avuta in avanti, sono un segno inequivocabile del peggioramento sia in difesa che in attacco.
Ormai la squadra è svuotata e priva di entusiasmo, non lotta e non corre e quando lo fa, lo fa con troppa approssimazione facendo irritare i tifosi. Le cause si conoscono, sono a monte, le abbiamo scritte mille volte.

Con il Genoa, il cui pareggio assume una valenza notevole dopo le recenti eccellenti prestazioni dei ragazzi di Ballardini, almeno si è riusciti a far gol e si è arrivati tre volte in porta così come con Ventura quando in porta, sia pur col contagocce, si arrivava con Kutuzov Castillo e Almiron che, comunque, sbagliavano clamorosamente gol in quantità industriale per non parlare, poi, di tutte le volte in cui si è arrivati in area avversaria pur ottenendo briciole.
Ma non abbiamo capito, però, certe scelte di Mutti: a cosa è servito iniziare con Alvarez partner d'attacco di Okaka, e quindi non esterno alto, se in panchina c'erano tre attaccanti? E come mai, dopo aver compreso l'inutilità di Donati, lo ha preferito ad un altro contro la Lazio? E quel Bentivoglio fuori ruolo, a cosa è stato dovuto?
E' che da queste parti, si sa, si vive un po' troppo di calcio, ma soprattutto di illusioni. Noi capiamo i tifosi che continuano a professarsi tali anche se dovessero perdere 900 partite consecutive, ma così facendo non dimsotrano di voler bene ai colori biancorossi. Non si dimostra così l'amore per la squadra. Il vero amore è confrontarsi, discutere, migliorarsi, stabilizzarsi, poi si può anche litigare, ma se si deve convivere una vita insieme, tra alti e bassi, occorre mettere i punti sulle i. L'amore sboccia tra due unità, non è unilaterale, nè si può andare avanti solo facendo occasionalmente sesso, come accade col Bari, appunto.
Noi ci auspichiamo che il tifo organizzato, la tifoseria comune, così come è stata capace di inveire contro l'unico incolpevole di questa nave colabrodo, sia capace di spernacchiare civilmente giocatori e soprattutto società magari con una bella protesta civile cittadina che abbiamo già tentato di indire qualche tempo fa. Inutilmente.

C'è chi vive ogni giorno ad aspettare Godot, c'è chi ha perso la moglie ad aspettare Godot, chi ha avuto due/tre figli aspettando Godot, chi ha visionato lune qua e la in tutti gli angoli d'Italia aspettando Godot, e c'è chi è morto aspettando Godot.
Si passa la vita ad aspettare Godot, a rimpiangere quel che poteva essere e non è stato: evidentemente dalle lezioni del passato non si è imparato nulla. Noi rimaniamo fermamente convinti che, al di la degli errori di valutazione e delle colpe societarie, il male è nelle coscienze di quei tifosi incapaci di alzare la voce per far abdicare l'unico responsabile di questa Waterloo che non prelude nulla di buono nel prossimo futuro.
Prosegue l’assenza di stabilità, l’eterna insoddisfazione per il presente, il rimpianto per il passato, l’ansia e la rassegnazione per il futuro. E' uno stato d'animo in cui nessun tifoso vorrebbe trovarsi. Meno che in quello barese che, invece, si rassegna essendo assolutamente incapace di reagire, sempre civilmente, a questo strazio. E allora ben gli sta. Ma non piangesse quando vedrà il Bari sconfitto col Gubbio.

Infondo aveva ragione Ventura quando ricordava "da dove venivamo e chi eravamo". I saggi hanno sempre ragione. E anche Conte e Perinetti che, con altre parole, esprimevano lo stesso concetto.

Massimo Longo

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