23 aprile 2011

Bari-Sampdoria tra etica e gemellaggi

Articolo per Go-Bari 22/04/2011

Un gemellaggio non può e non deve mai turbare le sorti di un risultato


Intendiamoci: che il Bari possa perdere in casa, oggi, contro la Sampdoria ci sta per una serie di cose; intanto le motivazioni dei genovesi su quelle baresi, poi la paura per una classifica diventata improvvisamente pericolosa i cui motivi sono ben noti, il timore di essere accolti all'aeroporto di Genova, al ritorno, sicuramente non col tappeto rosso. Ma che la squadra di Cavasin debba venire a Bari e vincere di default, proprio, non ci garba.
Poco ci importa del gemellaggio e ancor meno dei diktat che pullulano sull'asse internauta Bari-Genova secondo i quali una sconfitta oggi ed una vittoria contro i cugini leccesi riconcilierebbero le anime tristi dei tifosi, dando un senso al torneo disgraziato.

A noi che, nonostante tutto, amiamo la nostra squadra e molto poco ci frega delle disgrazie altrui, sicuramente, non ci importa un fico secco dei "dicitur" da bassa lega. Come dice Zeman, il calcio è anche etica (o quanto meno dovrebbe esserlo), noi ci aggiungiamo umilmente che è anche passione, momento di aggregazione, di empatia diffusa dove anche una giocata brillante di Rivas o un rigore di Masiello trasformato (o fallito) al 90' può far riaccendere, sia pur per un momento, quel senso di appartenenza ad una squadra perso a causa di una gestione societaria mai stata, nella storia, così inefficiente e scellerata. E allora non ci stiamo. Che perda pure il Bari, ci mancherebbe: del resto le giocate alla stramaldetta snai - unica fede cristiana bipartisan rimasta, ormai, in cui sperare - la danno per certa, ma che chi vinca, lo faccia meritatamente e chi perda getti il sangue in campo.

La tifoseria organizzata, spesso e volentieri mostratasi contraddittoria negli ultimi anni, con clamorosi scivoloni mediatici ed altrettante situazioni d'eccellenza curvaiola, sbava per una vittoria blucerchiata in ottemperanza ad un gemellaggio, ad un amore sbocciato tra gli "occhiolini" lanciati attraverso le lampade delle due lanterne ubicate nel due porti delle città e tra i cui patti sugellati, con rigorosa bolla del pontefice, in gotico-latino, e in nome delle caravelle baresi e genovesi salpate per trafugar ossa in Asia Minore e per le Americhe, nel quale è previsto l'obolo dei tre punti ai genovesi.
Al Bari, a parti invertite, non avrebbero regalato un fico secco. Se non la solita tripletta, magari, dell'attaccante blucerchiato all'asciutto da troppo tempo, come da tradizione. Con tanti saluti e baci da una curva all'altra, magari sugellata davanti ad un tavolo con due trenette col pesto fumanti e due braciole al ragù.

Le polemiche e la rabbia, oltre che il rumor, che ne conseguirebbero sarebbbero di notevole ridondanza perchè una eventuale ventunesima sconfitta, studiata a tavolino tra ettolitri di luppolo e sotterfugi mediatici settimanali, oltre a far ridere per l'ennesima volta l'Italia intera, oltre a cancellare quel poco di buono che è riuscito a costruire il buon Mutti, incolpevole Caronte scelto per guadare l'Acheronte infuocato tra la A e la B, oltre a cancellare in un attimo le prestazioni di Milano e di Parma di cui tanto si è parlato a proposito del ruolo del Bari che riveste in questo campionato (tanto da far tarantolare velenosamente persino il presidente del Lecce, storicamente col dente avvelenato nei confronti dei baresi, e anche quel buontempone di Cassano ribellatosi a Gillet con tanto di mano alla bocca, sul perchè non avessero giocato con la stessa intensità durante il torneo, preferendo uno stupido boicottaggio), finirebbe per far perdere definitivamente fiducia ai tifosi nei colori biancorossi, già abbandonati a se stessi da una società completamente assente con orizzonti nebulosi più vicini al fallimento che ad improbabili cordate.

Noi ci auguriamo, intanto, che vinca il Bari e poi che comunque prevalga il calcio, quello vero, quello condito, magari, da una espulsione - anche due se il caso - a patto che non venga generata da falli gravi di gioco, ma che dia il senso di una partita giocata all'ultimo sangue; e se la Sampdoria sarà brava, se si dimostrerà più forte in campo, saremo i primi ad applaudirla così come applaudiremo il Bari per avercela messa tutta, come a Parma.

Ci auguriamo davvero che gli ispettori dell'ufficio inchieste facciano la propria parte sperando che laddove, malauguratamente, dovesse affiorare il sol minimo sospetto, non venga insabbiato tutto, alla maniera italica, in attesa che la bolla di sapone esploda o, peggio, che il solito indulto, magari con tanto di processo breve, brevissimo, faccia il suo decorso.
Chi - e se - avrà sbagliato, Bari incluso, che paghi. E pure duramente. Compreso il gruppetto che ha, eventualmente, preteso di voltare le spalle al Bari in virtù di un gemellaggio. L'equazione gemellaggio=partita persa a tavolino in nome di una simpatia e di un amore tra tifoserie peraltro tutt'altro che eterno, come hanno dimostrato recenti gemellaggi, non deve mai averla vinta nel calcio. Mai. E' l'antitesi dello sport. Che si prosegua con la dignità: avanti Bari!
Massimo Longo 

Nessun commento:

Posta un commento