5 aprile 2011

Parma Bari 1-2: Colpo (tardivo) d'orgoglio

Editoriale per Go-Bari 3/4/2011

Nella Via Emilia, altezza Parma, il Bari sale sul predellino del torneo per avvisare tutti che sarà dura batterli
foto di calcio.fanpage.it
Una splendida giornata primaverile su questo tratto della Via Emilia, rasente i 25 gradi, ha riscaldato le irrinunciabili anime dei tifosi baresi giunti fin qui ed intiepidito le glaciali, flebili ed effimere speranze di salvezza della caravella barese che, ormai, “avanti tutta” gareggia solo contro la matematica, unica e sola vera antagonista per questo ultimo tormentato scorcio di campionato in cui Mutti, messi i panni di Caronte, traghetterà a malincuore la squadra in serie B nonostante un pensierino alla salvezza lo faccia ancora: beato lui. E' solo questione di tempo. Purtroppo.


Quell'urlo strozzato in gola per un gol segnato nel recupero, apparso oggettivamente troppo rispetto al tempo perso, ha in qualche modo attenuato lo scoramento e la rassegnazione dilaganti in città e ha regalato un attimo fuggente di felicità, ormai perso e sbiadito tra gli oblii perinettian-venturiani, a quanti hanno seguito le fasi della gara, noi inclusi.
Una vittoria di Pirro, intendiamoci, che non fa altro che aumentare i rimpianti per una stagione che, se solo presa di petto per tempo, avrebbe potuto essere diversa ma, come noto, la società ha deciso diversamente insistendo su decisioni sbagliate ed inopportune, complice la sfiga e l'apporto di un discutibile staff medico-atletico.

Una squadra - quella ducale - assolutamente battibile, priva di idee, di 4 squalificati e di altrettanti infortunati (tra i quali Giovinco), che non è riuscita a trangugiar culatello e lambrusco in salsa barese, segno che anche l'eterna sfida tra baresi e parmensi degli ultimi vent'anni, in cui il Bari ha sempre avuto la peggio, finalmente segna il passo. Era ora vedere un Parma “normale” e non più figlio della truffa targata Tanzi.
E a proposito di culatello, ad assaporare, invece, il dolce gusto della vittoria è stato proprio il Bari che con un colpo di coda, grazie alle intuizioni di Mutti (albero di natale tradizionale, con Gazzi e Parisi dentro, e Glik, diffidato, in panchina per farlo rifiatare), è riuscito a salire sul predellino del torneo per gridare al torneo che sarà dura per tutti incontrare il Bari.
A dare una mano alla vittoria ci ha pensato il solito super Gillet che ha sventato alla grande la consueta dose di colpi individuali, stavolta di Crespo ed Amauri, dando alla squadra quella sicurezza dei propri mezzi per controllare senza affanni particolari la gara, al contrario di quanto fatto in altre situazioni in cui ha sempre rimediato beffe finali: quel mancato assist di Alvarez, appena entrato, per Bentivoglio grida ancora vendetta soprattutto per la famosa legge calcistica “gol sbagliato, gol subito”.

Quattrocentesima panchina amara per Marino, esonerato nel post partita, che, forse, ha sottovalutato l'incontro: noi crediamo che proprio su questo approccio sbagliato degli avversari Mutti dovrà anche puntare perchè solo così si continuerà ad essere competitivi: del resto basta chiedere al Milan per conferme.
E il Bari pur senza attaccanti a causa della solita emergenza e, quindi, senza punti di riferimento in avanti, ha fatto quel che ha potuto con le sue mezz'ali, a tratti spuntate e troppo leggerine (Huseklepp) ed evanescenti e pressoché nulle (Ghezzal) che comunque hanno spiazzato Lucarelli, Paletta e Gobbi i quali nulla hanno potuto nel contropiede del gol vittoria.

Quei diecimila scolari allo stadio di Parma, entrati rigorosamente gratis, a cercare di ricreare il feeling tra gioventù bruciata e calcio pulito non hanno potuto gioire per i propri beniamini: chissà che idea si saranno fatti del calcio e del Bari. Di certo è che a Bari diecimila scolari non entreranno mai. Gratis.
Il gol di Parisi su punizione con una barriera messa su con evidente superficialità (a vedere quella piazzate ieri nel derby di Milano con otto difensori ed altrettanti giocatori avversari a dar fastidio fa sorridere) è stato un primo segnale di vitalità da parte della squadra di Mutti ma è stato, altresì, il segno inequivocabile della superficialità con cui il Parma ha giocato col Bari. Chi è causa del suo mal, del resto, pianga se stesso.

Un piccolo tuffo al cuore ci ha assalito nell'assistere a quella sostituzione di Glik per Rudolf al 72', una sostituzione d'altri tempi che ci ha fatto tornare indietro a periodi che credevamo facessero parte, ormai, dell'archeologia calcistica ed invece sono ancora assolutamente attualissime, ed anzi, vincenti.
Quanto ad Almiron invece, continuiamo a non capire il motivo per cui Mutti lo schieri in campo dal momento che, come è stato per Donati messo opportunamente fuori, passeggia sul rettangolo verde.
Noi crediamo che sia stato sopravvalutato. E lo scorso anno se a tratti ha trascinato la squadra è perchè era supportato da una super difesa. Del resto lo avevamo sempre detto che insistere su di lui (e sul sig. Barreto) sarebbe stato un errore. Avevamo ragione.

Battere il Parma al Tardini dopo 36 anni quando Scarrone siglò il gol vincente, fa tornare i ducali sulla terra: Brolin, Asprilla, Melli, Minotti, Apolloni, Veron, giocatori validissimi che hanno lasciato il segno, sono oramai fantasmi di una squadra messa su con la truffa e, di conseguenza, difficile da battere. Adesso tutto diventa più normale.
E adesso, tra cordate appulo-americane-teutoniche, sotto col Catania nella speranza di rivedere almeno l'orgoglio.

Massimo Longo

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