23 maggio 2011

Bari calcio: tra Freud e Corato

Articolo per Go-Bari 20/05/2011

Insomma non si capisce più nulla in casa Bari: Corato è definito un "ritiro punitivo"
foto: raisport.rai.it
E' che Corato (Quarat in dialetto locale), a differenza di Andria, non è famosa per le mozzarelle: qui, infatti, oltre all'olio, si producono ottime scamorze e persino della burrata quantunque mutuata proprio dalla vicina Andria, pòlis matarresiana per eccellenza. Chissà: sarà questo il motivo per cui qualcuno da Via Torrebella ha deciso di mandare in ritiro puntivo la rosa del Bari? Per una scorpacciata per tutti, prima dell'addio, di famosi latticini locali? O magari per assaggiare il celebre ragù d'asino? Oppure per una caccia ai ruderi della residenza del presunto fondatore Caius Oratus, da cui deriverebbe il nome della città del nord barese, soldato mercenario locale al soldo di Scipione l'Africano il quale, insieme ad altri, ricevette in dono il territorio locale come premio per la sua partecipazione alla distruzione di Cartagine?
E dal momento che il Bari calcio sta alla comunicazione come le acciughe stanno al pallone e considerato, altresì, che all'interno della società per interpretare un gesto o un evento extra calcistico fondamentale per l'esegesi giornalistica (dunque non una conferenza stampa di questo o di quell'altro giocatore, peraltro il più delle volte confenzionata ad arte) occorre presentarsi non tanto col "pass stampa" quanto col diploma di laurea in psicologia, ex quadriennale, 110 e lode con plauso, e bacio accademico incluso, pena il restar fuori col celebre (e fortunato) cane da guardia dello stadio San Nicola, temiamo di non aver afferrato il vero motivo del "ritiro punitivo a Corato". Forse questa laurea in psicologia nemmeno serve più. Occorre altro. Occorre uno studio specifico su Freud.
E si, perchè mandare in ritiro punitivo il Bari dopo la sconfitta umiliante contro il Lecce ci sarebbe pure stato, anche per dare un cenno di vitalità da parte della società, così come sarebbe stato comprensibile, al limite, come punizione verso coloro i quali non avevano firmato la spalmatura (sebbene anche su questa motivazione avremmo avuto dei dubbi a riguardo), ma soprattutto sarebbe stato comprensibile se deciso per preservarli da possibili gesti maldestri da parte dei quattro delinquenti che avevano sbandierato "cavoli" amari in caso di sconfitta col derby.
Evidentemente ci siamo sbagliati. E pensare che quando, domenica scorsa, siam venuti a  conoscenza che la squadra, una volta imbarcata sul pulman, sarebbe partita in "ritiro punitivo"  abbiamo creduto che l'autista li avrebbe guidati, come minimo, al confine con l'Austria magari obbligati a marciare al tempo e al ritmo di Radetzky perchè quello si che poteva avere le sembianze di "ritiro punitivo" - non Corato - oltre che  ad essere sicuramente cautelativo per l'incolimità dei calciatori visto lo spirito che regnava tra gli spalti.
Ed invece, hotel probabilmente sulla statale 98, quella più comunemente conosciuta da noi "della rivoluzione", solo per vitto, alloggio e - non sappiamo - forse anche stiratura, giocatori raggiungibilissimi e sicurezza zero, solo disagio dovuto agli spostamenti inutili. Per gli allenamenti, infatti, di nuovo al San Nicola due volte al dì, dopo colazione e dopo il pranzo. Insomma se non siamo al teatro d'avanspettacolo con Totò, Peppino e Macario, poco ci manca.
Forse un dramma psicologico all'interno della famiglia Matarrese, non si sa, fatto sta che a chi ha scelto Corato come "ritiro punitivo", consigliamo una lettura, quanto meno di Freud. A volte aiuta. Anche per capire che è giunto il momento per lasciare il Bari. Per sempre.
 
Massimo Longo

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