3 maggio 2011

Bari Roma 2-3: partite del Maggio

Editoriale per Go-Bari 2/5/2011

Una decisione arbitrale scandalosa beffa l'undici di Mutti


Come si rovina una partita di calcio? Basta non accorgersi di una netta deviazione in calcio d'angolo da parte di Juan al 93' così che, sul capovolgimento di fronte, la squadra avversaria sigla il gol del vantaggio, peraltro immeritatatamente. Fossero stati altri tempi (e al Della Vittoria) siamo certi che ci sarebbe stata una fisiologica invasione di campo. Fortuna, tuttavia, che siamo nell'Anno Domini 2011, quello della retrocessione annunciata (nell'orribile San Nicola), e dunque il pericolo non c'è.

Veniva chiesto al Bari lo stesso impegno profuso contro il Milan e il Parma e crediamo che il buon Mutti, autentico galantuomo e gran lavoratore, ce la stia mettendo tutta per vender cara la pelle ma a cosa serve tutto ciò se poi alla fine a prevalere debbano essere i 30 milioni in palio per entrare in Champion's, attraverso scelte arbitrali deprecabili, e non l'onore di una squadra retrocessa? Ecco cosa vuol dire avere una solidità economica alle spalle: De Di Benedetto, l'italo-americano, non poteva essere sbattuto fuori sin dal primo momento: mica si parla di cordate paesane che non fanno fare il salto di qualità.
Una Roma piccola piccola apparsa in chiara difficoltà di idee, ha vinto solo perchè è stata messa in condizioni di crederci fino in fondo perchè quanto al gioco ha lasciato parecchio a desiderare e questo grazie alla trappola a centrocampo che Mutti ha preparato agli undici di Montella.
C'era da superare in classifica dei goleador di tutti i tempi un tal Roberto Baggio, autentico Signore del calcio italiano, e il bersaglio per il signor Totti era quello giusto: la bibbia del calcio, infatti, dice che i biancorossi si prestano, notoriamente, a questo tipo di eventi (e non solo questi; non ne parliamo quando è in superiorità numerica: le perde tutte, davvero un record per il Bari), e il coatto per eccellenza travestito da arricchito non si è lasciato sfuggire l'occasione, anzi, ne ha siglati due e il palo beccato in pieno su un rigore (l'ennesimo) concesso dall'arbitro, gli ha negato la tripletta.

In una serata dall'aspetto decisamente poco primaverile e dai contorni autunnali si è assistito ad una bella partita, emotivamente intensa, davanti ai soliti 5 mila tifosi, un centinaio provenienti da Roma, i quali, evidentemente, tra il rimanere in una capitale dalla quale si chiedeva solo di fuggir via il più lontano possibile a causa di qualche manifestazione di troppo, e una gita a Bari alla conquista dei tre punti - diventata per i romanisti, ormai, un classico - hanno preferito optare per la seconda soluzione, e ancora una volta l'hanno fatta franca. Bari, ormai, è tornata ad essere una civitas romana: chissà, magari un giorno o l'altro ci manderanno un console romano a cui affidare le redini della città come si faceva ai tempi di Cesare. Altro che Emiliano.

Almiron fuori per un ennesimo problema, stavolta alla schiena, ma della sua assenza nessuno se n'è accorto, anzi, si è visto un centrocampo più tonico con un Gazzi strepitoso a far diga la in mezzo, con Bentivoglio a dirigere l'orchestra fermato solo dai colpi vigliacchi del recidivo De Rossi, persino con Donati che, al di la delle fisiogiche amnesie accadutegli nello stretto giro di 15 secondi entro i quali è riuscito per ben due volte a perder palla clamorosamente come un pivello irritando non poco i tifosi, si è destreggiato benino, e con Kopunek il quale, avendo, a quanto pare, finalmente imparato l'italiano, è potuto scendere in campo dimostrando di saperci fare anche nel secondo tempo quando è salito di qualche metro, e con Romero ed Huseklepp mobilissimi e spesso sincronizzati, senza dimenticare l'ingresso di Alvarez e Ghezzal particolarmente ispirati. Insomma un centrocampo molto mobile e che ha girato a mille al punto che sono stati gli inserimenti dei protagonisti a creare i maggiori grattacapi a Cassetti e Burdisso dal momento che, come al solito, è mancato il punto di riferimento in attacco.

Eppure sembrava che finalmente c'erano i presupposti per tornare a vincere al San Nicola dove la vittoria manca dal 26 settembre contro il Brescia. Ma quando c'è di mezzo Totti e la Roma in perenne ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi, è bene deporre ancora una volta i sogni di gloria. Crediamo fermamente che, facendo un paio di conti, i gol messi a segno oggi contro il Bari (il calcio di punizione con barriera messa malissimo e il calcio di rigore), forse, dovrebbero essere gli utlimi del giocatore più falloso ed indisponente, oltre che maleducato, contro il Bari dal momento che lo stesso è al termine della carriera e che, contemporaneamente, per il Bari si profila il solito lungo purgatorio/inferno tra B e, forse, C.

Bravo Huseklepp per il gioco profuso il cui "scient of gol" era nell'aria e che, a differenza di Barreto, non cade per terra dolorante se toccato nonostante il peso più o meno simile. Sarebbe stato bello osservare da vicino il suo volto sull'esultanza per lo splendido gol effettuato, lui che già ride di suo quando ci sarebbe da piangere.
Rimane da chiedersi perchè il Bari non abbia mai giocato con questa stessa intensità: crediamo che sarebbe bastata questa per giocarsi alla pari la retrocessione con le altre squadre. Ma ormai è andata. E dal momento che siamo a maggio, che si ricordino bene i giocatori e la società: una bella prestazione come quella di oggi non cancella un'annata macchiata dalla volontà di mollare sia in campo che nelle sale dei bottoni, dunque, per dirla alla De Andrè nella sua celebre Canzone del Maggio "per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti".
Nel frattempo le cordate si sciolgono al sole tiepido di maggio e i giornalisti sarebbero, per la curva sud, tutti "pezzi di....". Olè. E così sia.
Massimo Longo

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