31 maggio 2011

I tifosi del Bari non ce la fanno più

Articolo per Go-Bari 31/05/2011

Protesta in vista per i tifosi borderline del Bari i quali non ci stanno a subire l'indifferenza dei Matarrese
foto: ecodibergamo.it
Ci risiamo. Ma questa volta il sentimento è forte: c'è modo e modo di retrocedere in B e la retrocessione scivolata via tra l'indifferenza della società, quasi fosse un loro diritto, proprio non si riesce a digerire. Non uno straccio di spiegazioni -non ne parliamo delle scuse - solo mezze frasi tirate via come cipolle di Acquaviva dalla bocca di qualche dirigente, peraltro molto disponibile, il quale ha evidenziato tutto il disagio con cui si lavora al primo piano del San Nicola senza poter dimostrare il proprio valore. Segno, questo, inequivocabile che - come sosteniamo da sempre inimicandoci un po' tutti - ai Matarrese, dei tifosi, non gli è mai importato nulla, a prescindere dai momenti di difficoltà, per carità, che pure ci sono e coi quali il DG Garzelli sta tentando di tamponare chiedendo elemosina qua e la senza poter fare il lavoro di DG.

Quando si tocca il fondo i veri tifosi del Bari vorrebbero giustizia e spaccare il mondo per disarcionare i Matarrese. E come dar loro torto, vittime di 35 anni di oligarchia pura senza mai poter contare su uno straccio di progetto se non quello di vivere, anzi, di cavalcare l'onda della casualità, salvo, poi, dissolversi come un aulin nel bicchiere mezzo vuoto della prepotenza mista agli affari personali. Non è un mistero, del resto, che Bari sia l'unica squadra di calcio rappresentante una grande città, la cui proprietà antepone i propri affari alla passione dei tifosi che pure pagano il prodotto calcio fior di quattrini con gli abbonamenti allo stadio, con quelli alle varie TV, affrontando trasferte, e soffrendo non  poco, speranzosi che ogni anno possa essere quello buono. Macchè.
I tifosi non ci stanno ad essere messi sotto i piedi dai padroni della squadra di calcio che mai hanno contato qualcosa nel loro bilancio: non sono mica acquirenti di attici, vista mare, su suoli abusivi, nè gestori di parcheggi e bar dello stadio, no, essi sono il prodotto di cento anni di storia barese vissuta tra bombe di guerre mondiali esplose qua e la a un passo dai campi polverosi di San Lorenzo, di trasferte fatte con la Lambretta per raggiungere Catania e Colleferro (e tornare), di gol di Costantino, di dribbling di Florio al Della Vittoria e di Joao Paolo al San Nicola, e di tradimenti di Barreto ed Almiron rimasti impuniti. Adesso basta. La sofferenza per una passione, per una vera fede, ha un limite. Nessuno più può tollerare tanto scempio. Tra l'altro si è arrivati anche alla farsa tipica di una commedia euripidea. E non è giusto. Non sembrano disposti di ricoprirsi di ridicolo stavolta.
Il silenzio societario, il suo mistificante deficit che oggi sembra appianato, domani no, le comiche di eventi recenti in collaborazione con gli ultrà o parte di essi, una B ancora tutta da impostare e una rabbia grande quanta il corso del Mississipi, hanno fatto ribollire i tifosi borderline del Bari da sempre costretti come dita dei piedi nel mocassino del potere matarresiano che, proprio, non riescono più a sopportare e a tollerare il modus operandi societario, complice anche l'assenso tacito dell'editoria locale che sembra sguazzare nella mediocrità e del famoso "cerchiobottismo" tutto barese perchè non si sa mai, risultando, per questo, poco credibile ed anche parecchio prevedibile all'orecchio dei tifosi, delle vecchie istituzioni oggi all'opposizione da sempre accomodanti verso la famiglia, la cui mancanza viene sentita dai Matarrese (eccome) che le hanno tentate tutte, inutilmente, pur di entrare nel potere e che, lo ricordiamo, 35 anni fa dopo la morte di De Palo colsero la palla al balzo, approfittando della vacatio presidenziale del Bari calcio per entrare in città trovando l'America senza, peraltro, disobbligarsi a dovere col tradizionale "do ut des" se non, come noto, casualmente e occasionalmente, distruggendo sul nascere quel poco che veniva costruito. Troppo poco.
L'orgoglio personale, la rabbia per altri anni persi e per la retrocessione in B assurda, hanno fatto si che alcuni utenti gravitanti nei due maggiori siti dei tifosi del Bari, Solobari e Orgogliobarese, si unissero sotto il comun denominatore della tracimazione della pazienza in un disperato e ammirevole tentativo di far qualcosa, civilmente, due siti uniti in piazza per protestare contro questo imperialismo societario che miete continuamente vittime, facendo passare generazioni di tifosi che nella loro vita avrebbero voluto coprirsi, almeno una volta, del fascino europeo e che invece, han trovato la morte guardando Cittadella, Frosinone ed Albinoleffe per troppe volte, beccandosi i relativi schiaffoni, un imperialismo che allontana i giovani tifosi dai colori biancorossi per avvicinarli a quelli delle milanesi, mentre Chievo, Novara e Siena, puntualmente come tante altre squadre meno blasonate pur senza grossi capitali da investire, da anni fanno marameo ai galletti.
Su facebook si è istituito un gruppo volto alla liberazione della società dove in pochi minuti si sono iscritte subito 500 persone. Diversi gli spunti e gli appelli accorati ad alzare la voce senza aver paura di nessuno, in piena libertà da parte dei tifosi che sono la stragrande maggioranza, i quali non vogliono saperne di demordere tanto che stavolta sono decisi a scendere in campo senza il placet di nessuno che qualche volta hanno osteggiato tali iniziative.
Ne sono state organizzate di cose simili sempre, ahinoi, miseramente naufragate per varie colpe, soprattutto per l'indifferenza della gente. Occorre sradicare gli stereotipi dei timori riverenziali: Bari è una città che cammina da sola e non ha bisogno del benestare di nessun burattinaio per organizzare una protesta legittima e rumorosa nella sua cristallina innocenza. Bari deve cambiare in meglio e il meglio lo può garantire solo un gesto: l'abbandono immediato e volontario della famiglia Matarrese. Anche a costo di scivolare in C2. Del resto tra l'andare in C2 attraverso un fallimento - come abbiamo sempre sostenuto sin da tempi non sospetti (adesso lo dicono tutti) - e l'arrivarci con le proprie gambe in due anni, crediamo che valga la pensa arrivarci d'ufficio. Forse venerdì 17 giugno la data prevista. Staremo a vedere. Noi di Go-Bari ci saremo, ovviamente, ma solo per il bene della città, più che altro, città che vorremmo cresca e che si discrosti dalle zecche prevaricatirci e prepotenti che con le intimidazioni goffe e idiote relegano la città ad un feudo di lobby come nelle cittadine di provincia. Se davvero riesce, sarà un segnale di crescita per la città. Forse quello decisivo. Obiettivo primario: rendere il burattino senza fili. Poi tutto verrà in automatico. Anche l'abbandono dei Matarrese. Su questo non v'è dubbio.
Massimo Longo

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