9 maggio 2011

Palermo Bari 2-1: tra nottate nicolaiane e le frustrazioni di Miccoli

Editoriale per Go-Bari 07/05/2011
Notte tricolore, tra la frustrazione del leccese e il figurone del Bari. Eccezion fatta per Belmonte
foto: calciomercato.it
Notte nicolaiana, notte di frecce tricolori e di scudetto assegnato al Milan, notti malinconiche di promozioni passate e recenti. Notti di bunga-bunga tra Pato e la sua fidanzata. Notti di retrocessioni. Notti di calciatori frustrati, notti di Antonio Conte che a Siena stacca il biglietto per la A - guarda caso, proprio come due anni fa col Bari a Piacenza durante la festa di San Nicola - mentre il "suo" vecchio Bari, facendo il solito figurone all'ombra del Monte Pellegrino, saluta i tifosi dal finestrino del treno che li condurrà in B come in quei film strappalacrime mentre intraprende la curva che li allontanerà dal marciapiede della stazione ferroviaria agitando le manine che diventano sempre più piccole. Trasposizione cinematografica dell'ultimo Bari di quest'anno che sta per abbandonare la A anche perchè il treno per la B è partito con puntualità, anzi con netto anticipo, ma non si ha la certezza che ritorni...


Non che ci fosse partita tra Bari e Palermo, almeno sulla carta, ma sui testi religiosi, tra San Nicola e Santa Rosalia - con tutto il rispetto per quest'ultima - la bilancia pendeva nettamente dalla parte di Nicola il turco-barese, non foss'altro perchè era iniziata la tre giorni in suo onore, un santo venerato (le cui ossa sono state letteralmente rubate da 62 fanatici-discoli Cassano d'epoca di Bari vecchia) in tutto il mondo, dall'Est alla Scandinavia col suo alter ego babbo natale, passando per il sud America, dal Nord al Sud, a differenza di Rosalia Sinibaldi, palermitana doc, venerata limitatamente alla palerminità, compresa quella d'oltre oceano d'America. E l'aperitivo gustato dai due amici santi, Nicola e Rosalia, alla Vucceria di Palermo in mattinata, deve essere stato simpaticamente gustoso, un "americano" con cannoli locali e focaccia del panificiofiore di Bari vecchia portata con galanteria da Nicola che ne ha sancito, però, la sconfitta. 
Non che ci fossero obiettivi particolari per il Bari di Mutti se non quello di evitare figuracce, di rispettare la regolarità del torneo così da non far tarantolare Semeraro che brama dalla voglia di sgambettare i biancorossi domenica prossima e, perchè no, ascoltare per l'ultima volta l'ira funesta di Zamparini davanti ai microfoni col mondo intero. Diciamo che solo l'ultimo obiettivo è venuto meno. E ci sta. 
Il Palermo voleva preparare l'assalto psicologico al Milan nella semifinale di Coppa Italia mentre il Bari solo voleva proseguire nel discorso della dignità e per onore di firma cercando di vender cara la pelle, un po' come ha fatto a Milano e a Parma. Riuscendoci. Una partita, tuttavia, senza senso come un mare senza vento il cui pallone colorato correva per la gioia di Miccoli, uomo piccolo in tutti i sensi, che mai come oggi ha rasentato la ridicolaggine più acuta a causa di un "forza lecce" gridato davanti alle telecamere in occasione del gol viziato, peraltro, da un fuorigioco ma ancor prima da una strano disimpegno di Belmonte, ultimamente avvezzo a queste ingenuità, e a causa del rigore tirato con eccessiva sicurezza a punto che il suo cucchiaio rimarrà negli annali delle stupidate calcistiche. Ben gli sta. Del resto, solo adesso capiamo il motivo per il quale il leccese soffre di evidenti complessi di inferiorità nei confronti dei baresi, complessi che - purtroppo per lui - non riesce a derimere. Un complesso di inferiorità che nasce sin dai tempi di Cassano appena passato al Real Madrid quando lui era... alla Ternana... Poverino. Chissà cosa avrà pensato del tricolore vinto in serata dall'ex barese.

Un Palermo epicureo che col minimo è riuscito ad ottenere il massimo ma che ha sofferto parecchio il gioco preciso ed ordinato del Bari, ultimo in classifica. Bravo Mutti per l'opera che ha compiuto anche se purtroppo vana. Del resto ogni partita giocata contro il Bari è gestita dagli avversari, tendenzialmente, con superficialità salvo, poi, uscire le unghie limitatamente alle proprie forze. E c'è stata la prova. Infatti un Palermo tutt'altro che trascendentale ha superato la squadra barese col minimo sindacale. E anche Rossi, nonostante le carie causate dal troppo mastichio delle ciungom, se n'è accorto al punto che ha levato due punte apparse sterili per altri due giocatori più freschi. Mossa premiata.
E' apparsa strana la performance di Belmonte che con un controllo di palla sbagliato ha aperto la porta al pareggio di Miccoli. Anche a Cesena aveva fatto una cosa del genere, ma purtroppo il sospetto non è contemplato nella giurisprudenza e, pertanto, diciamo che il difensore ha sbagliato...
Peccato però: pensare che ci sono nel Bari giocatori dal pedigreée più o meno prestigioso come lo stesso Padelli che, rigore parato a parte, vanta qualche presenza persino in Champion's sia pure in panchina, Donati che ha giocato in Inghilterra, Gillet portiere titolare della nazionale belga, altri nazionali vari, e tanti altri ma, ahinoi, risultano laggiù desolatamente ultimi in classifica. E qualcosa vorrà pure dire al di la delle attenuanti.
Fortuna che Morris Carrozzieri non ha segnato: rientrato dopo due anni a causa di una squalifica dovuta ad un antidoping positivo alla cocaina dopo Palermo Torino del 5 aprile del 2009, è tornato in campo proprio col Bari, partner ideale per sugellare questo gap. Celebri i precedenti, su tutti Beppe Savoldi quando squalificato per tre anni per il calcio scommesse (vecchio vezzo, sempre attuale, mai perso dai calciatori), rientrò trentaseienne con l'Atalanta che, guarda caso, giocava proprio col Bari (si era nell'80) e segnò il suo gol vincente: fu l'ultimo della sua onorevole carriera. Ma ce ne sono altri celebri.
Ed ora speriamo che la società, che ha ripreso ossigeno con la clausola firmata in Comune che ne ha scongiurato il fallimento, voglia pensare ad allestire la squadra per la B. A cominciare dal repulisti nella rosa. Uno su tutti? Barreto ed Almiron? Macchè! A cominciare da Salvatore Masiello, forse il giocatore simbolo di questo Bari autarchico il quale è riuscito a svignarsela, da vigliacco forse più di Barreto, per un finale in cui, forse, ci sarebbe stato bisogno anche del suo aiuto. Un infortunio che dà del misterioso: risulta assente da ottobre. E nemmeno un giocatore che ha subito il trapianto di organi riesce a stare fuori così tanto tempo e siccome qui a Bari nessuno ha l'anello al naso, riteniamo che il suo infortunio, per quanto probabilmente serio, non giustifichi un'assenza così lunga. Vergogna Salvatore Masiello e vergogna anche per la società che lo ha difeso. Altro che Ventura. Adesso capiamo perchè Conte, dovendo mettere fuori squadra tre giocatori a causa di un surplus numerico tre anni fa (lo si ricorderà), decise di metter fuori tra gli altri, proprio Salvatore Masiello. 
E adesso sotto con l'ultimo obiettivo di questa maledetta A: trascinare il Lecce in B. Almeno per i tifosi. Noi preferiremmo che scendesse la Sampdoria. Per tanti motivi. Ma la performance del piccoletto Miccoli, se vogliamo, ha dato il "la" alla retrocessione del Lecce...



Massimo Longo

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