25 giugno 2011

Bari calcio: la recessione è servita

Articolo per Go-Bari 25/06/2011

Via per sempre Almiron, Barreto, Gillet e Belmonte in attesa di tempi migliori. Grazie a Perinetti.
foto: calciomercato.it
Almeno le buste sono state evitate. Era tanto che non accadeva. E questo, in un periodo di recessione come è quello che sta attraversando il Bari, è già tanto, anzi, è una vittoria.
Sotto l'egida di Perinetti il buon Angelozzi che deve fare la spesa coi fichi secchi è riuscito ad alleggerire il monte ingaggi, unico obiettivo al momento per il Bari, disfacendosi di due dei giocatori più controversi e discussi della ultracentenaria storia del Bari: "Vitino" Barreto, più croce che delizia dei tifosi, sbolognato dall'Udinese perchè da quelle parti l'infermeria, per regolamento, viene usata solo per l'indispensabile e non per curare cicatrici ataviche e perenni, ma soprattutto inguaribili, e il Bari - si sa - non ha concorrenti nel raccattare questa gente (Jadid, su tutti, grida ancora vendetta), e "giurochecomprocasaabari" Almiron il quale, per quanto dotato di personalità e di stralci di buon gioco, non sarà stato un caso che la Juve - ovvero il non plus ultra del calcio italo/europeo - una volta visto giocare, ne abbia sempre preso le distanze. Oppure troppo cari i costi delle case a Bari, chissà.
Il Bari, grazie a Perinetti, ha sfruttato bene il periodo di tempo in cui i due Bonnie & Clyde sudamericani hanno militato in biancorosso grazie anche alle cure di Ventrone, ma soprattutto grazie a quelle di un certo Ventura il quale lo ha rivitalizzato ricevendo, in cambio, solo ingratitudine. Ma si sa, tutti i detrattori di Ventura, pian piano stanno venendo "adoremus". Coi fatti.
E siccome la conferma di questi due giocatori non ha sortito gli effetti desiderati a causa dei loro problemi fisici misti a "susta" o "piccio" (fate vobis), disfarsene diventava prioritario anche perchè il loro ingaggio era diventato insopportabile per la società di Garzelli. Ed essere riusciti nell'intento di ricavare 3 milioni di euro dalla cessione del cartellino di Barreto (dunque perdendo "solo" un milione e mezzo) con l'aggiunta, però, di tal Forestieri che - ci auguriamo - non debba entrare nell'infermeria biancorossa - come da prassi - prima di entrare nel rettangolo di gioco, e di un portiere nipotino di Janus della celebre Primavera di Praga su cui circola nei vari social network un video con le sue papere celebri (ma tutti qui vengono?), e di disfarsi dell'ingaggio del presuntuoso centrocampista argentino, crediamo sia sicuramente un successo.
E sempre sotto l'egida di Perinetti che ha dimostrato di voler bene al Bari, il buon Angelozzi è riuscito a ricavare quel milione e mezzo dal ritorno al mittente di Belmonte, e 300 mila euro dal riscatto del Grosseto per Crimi, insomma non male.
Infine Gillet: la bandiera del Bari, il capitano per eccellenza, pur non avendo accettato le offerte di Mezzaroma (siamo certi che nel weekend troveranno l'accordo), da lunedì non sarà più biancorosso. Da questa vendita crediamo si sarebbe dovuto e potuto pretendere qualcosina di più che un "miserrimo" milioncino perchè transeat per il momento difficile per cui occorre più monetizzare che lucrare, ma crediamo che il giocatore belga valga sicuramente molto più. Lui fa bene a puntare i piedi al Siena visto che intanto giocherà in A e poi - non si sa mai - il Siena non è assolutamente certo di rimanere in A dopo la triste storia del calcio scommesse. Ma prima, però, ci renda indietro le chiavi della città: magari gliele ridaremo quando tornerà a Bari. Non si sa mai a Siena dovesse trovare qualche male intenzionato che gliele ruba.
Terminate le buste, non rimane che il vero calciomercato attraverso il quale Angelozzi tenderà a ricavare quanto più possibile dalle vendite di Andrea Masiello, Ghezzal, Salvatore Masiello che è rimasto, si, a Bari ma che a Bari non rimarrà e da Donati per poi allestire un prototipo di squadra che possa partire per la Val Camonica in ritiro. Non disperiamo: i tempi e le modalità si stanno rispettando anche se le prospettive sono tutt'altro che rosee ma così ha deciso la proprietà e così si deve fare.
Passi che la metà di Grandolfo sia passata alla Juve nell'affare Almiron, ma fa rabbia solo sapere che un autentico sconosciuto come Marotta, scoperto proprio dal Bari, debba tentennare sulla scelta tra Nocera Inferiore e Bari anche se un po' lo capiamo. Ecco, su questo aspetto occorre lavorare ancor prima di cedere i vari Gillet e Almiron: solo allora si potrà dire di essere a metà dell'opera. Occorre far tornare ad essere il Bari una squadra a cui "non si può dir di no" come per Torrente, o quanto meno per i giocatori giovani in cerca di successo, perchè che dica "no" Del Piero o Tiribocchi ci sta, ma che il rifiuto debba arrivare da Marotta o Albadoro non ci sta affatto.
Infine due cose: la prima è che ci sembra più cacofonico, ancorchè suggestivo, cominciare a parlare del Bari come la "società di Garzelli" (nonostante le cose non stiano proprio così) anche perchè così daremo anche noi un contributo alla causa Bari volto allo svecchiamento del linguaggio, l'unica arma con cui, almeno noi, possiamo contribuire a difendere la società del Bari: la seconda è che per la società, appunto, di Garzelli occorre far piazza pulita anche - e soprattutto - dei personaggi che gravitano attorno al Bari calcio, quelli che noi chiamiamo parassiti senza tanti indugi che forse sono il vero cancro della società. Solo allora si potrà parlare di "rifondazione biancorossa" o di un "Bari migliore" anche perchè Lucrezio nel suo celebre "De rerum natura" insegna che prima o poi, fisiologicamente, la proprietà si ritirerà.
 
Massimo Longo

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