31 agosto 2011

Bari: cielo di una notte d'agosto

Editoriale per Go-Bari 31/08/2011

Tra la Via Appia-Traiana e la Via Emilia si susseguono immagini, gioie, emozioni e attimi suggestivi medieval-culinari-pallonari. Prima del derby ornitologico tra canarini e galletti. Mentre il Bari va...

Modena – “Tu chiamale se vuoi emozioni” lungo la rotta aerea tra la Via Appia-Traiana e la Via Emilia viste da un aereo. 
Arrivando fin quassù in volo abbiamo scorto dall'oblò dell'aereo immagini callimachee come quelle di città, paesi piccoli piccoli - che, ormai, conosciamo a memoria - e che, in qualche modo, ci hanno ricondotto come d'incanto alla Serie B: abbiamo visto la costa adriatica e le sue interminabili scie sabbiose fino a Rimini, passando per la dannunziana Pescara e la celebre Francavilla al Mare, teatro, insieme a Foligno e Rende, dell'assurdo beckettiano di una Serie C datata quasi 30 anni fa, quindi la selva oscura del Conero prospiciente la splendida spiaggia di Numana, e l'attigua Ancona col suo inconfondibile “ankon” (gomito) naturale che ne contraddistingue la città, dove Barreto & C, tre anni fa, ne espugnarono lo stadio a suon di gol sotto un diluvio universale inenarrabile; abbiamo intravisto il Piceno, i Monti Sibillini, San Benedetto del Tronto, teatro anch'essa di antiche disfide degli anni 70 e 80 nel vecchio “Ballarin”, Ascoli Piceno, Rimini, Ravenna: insomma una linea naturale che ha collegato Bari all'infinito della serie B quasi a volerci significare che le luci di San Siro e dell'Olimpico avevano lasciato il campo a quelle del Braglia et similia.


Sui cieli di Pesaro, altezza Repubblica di San Marino e la celebre Rocca di Cagliostro a San Leo, abbiamo finalmente realizzato che questa trasferta giornalistica era la prima di una lunga serie che ci avrebbe condotto chissà dove, più o meno tra il paradiso e l'inferno - diciamo al purgatorio - di una permanenza serena con vista al lato sinistro della classifica perché starne al di la è sempre meglio che starne al di qua, anche perché non si sa mai, così da farsi trovare pronti per un eventuale sprint finale.

Faceva caldo nella Modena, in quella “Piccola città” descritta da Guccini come un “bastardo posto” (essendovi nato), nella patria anche di Pierangelo Bertoli, bellissima, pavimentata dai ciottoli di fiume, e i suoi palazzi medievali trasudavano quell'intenso sapor culinario che a noi piace tanto tra lambrusco, tortellini e mortadella genuina quasi questi aromi andassero per strada, tutti in bici, a dispensar sapori ed odori conditi dal celebre aceto balsamico; ed invece si son mostrati come una vera e propria tisana al Bari griffato Garzelli&Torrente appena sorto sulle ceneri pompeiane precedenti che, tra mille difficoltà, si appresta ad affrontare questo campionato di B, a cominciare proprio da questa trasferta insidiosa dove il buon Bergodi voleva e doveva reagire dopo la scoppola reggina. 

Sotto l'ombra di una Ghirlandina eternamente ingabbiata dai lavori in corso (insieme al duomo forse tra i più belli del mondo architettonicamente parlando) che la renderanno più snella, alta e affascinante come certe modenesi intraviste nel nostro cammino, abbiamo vissuto una emozione come poche volte ci è accaduto da quando frequentiamo tribune stampe: un urlo strozzato in gola, non del tutto esploso, ma denso di euforia e di dignitosa felicità in quanto lassù, tra i banchi grigi e malinconici della tribuna stampa – si sa - è cattiva abitudine mostrarsi tifosi, abbiamo salutato il gol al 94' di De Falco che ha regalato la vittoria ai biancorossi nel derby ornitologico tra canarini e, appunto, galletti. Un eurogol che lascia il segno nella mente e che ci ha inevitabilmente ricondotto sin dall'attimo in cui si è gonfiata la rete di Caglioni, all'analogo gol siglato circa tre anni fa, sullo stesso campo e alla stessa porta, da De Vezze: corsi e ricorsi storici...

Una vittoria meritata per il Bari che si è mostrata, per tutti i 95 minuti, più squadra, giocando bene la palla, facendo molto movimento e, finalmente, facendo funzionare un po' tutti i reparti: dal filtro venuto meno contro il Varese, squadra con la quale molti giovani esordienti hanno pagato lo scotto della categoria, alla spinta dei terzini con Garofalo vicino alla forma perfetta dopo il fisiologico boccheggiar varesino, e finanche con il centrocampista Kopunek il quale se l'è cavata benissimo in quel ruolo, non esattamente suo, eludendo quanti, sin da ieri, avevano intravisto questa mossa, per la verità forzata, come un “Pulzetti 2 a San Siro”.
Meccanismi assimilati? Presto per dirlo anche perché, parliamoci chiaro, i gol non si riescono a fare; Marotta che pure riteniamo sia un buon attaccante, sembra litighi in continuazione col pallone pur sfoderando talvolta qualche tiro in porta. E se si aspetta che le partite debbano essere risolte dai soli centrocampisti dal tiro potente - peraltro al 94' – il timore è quello di vedere troppi 0-0 o, peggio, di esser puniti al 95' perché non sempre può andar bene. 

Oggi è l'ultimo giorno di mercato, vedremo se i fichi secchi coi quali il buon Angelozzi sta ultimando le compere al mercato rionale saranno sufficienti a far venire a Bari qualcuno col fiuto del gol. Senza ovviamente dare in cambio Donati che, siamo certi, rimarrà a Bari perché il giocatore, a differenza di altri che hanno promesso eterno amore alla squadra salvo poi svignarsela alla chetichella senza nemmeno preoccuparsi di salutare chi li ha fatti diventare beniamini, è un Uomo con la U maiuscola che lo si può criticare quanto si vuole, ma dimostra di avere scorza e sensibilità. E si sa, di questi tempi, quanto siano importanti i giocatori con queste caratteristiche  piuttosto che quelli solamente dai piedi buoni. Poi, ci mancherebbe, ognuno è padrone della propria vita: se il Sig. Donati ha deciso in cuor suo di andare via per i lidi fenici cagliaritani, esiste un volo Ryanair diretto per il capoluogo sardo... Stiano tranquilli, dunque, certi tifosi ambigui che a giugno ne volevano la testa insieme a quelle di Robespierre Almiron e di Mariantonietta Barreto salvo poi ripensarci fino a ieri sulle bacheche di facebook e nei refugium peccatorum dei vari siti.

E alla fine della gara il pensiero è tornato al volo dell'andata e ai colori descritti dalla matita del mare e del cielo, la lingua beige sabbiosa di Rimini, il verde e il marrone dei campi, e soprattutto il bianco delle nuvole che disegnavano strane forme quasi fosse sospesa nel cielo una città incantata con torri e castelli bianchi, ed in lontananza arie e disegni di isolette vagamente iugoslavi che, un po' quasi fosse un presagio, ci han fatto un attimo sognare e realizzare che il viaggio, ovunque si vada, regala sempre certe emozioni difficili da descrivere e soprattutto ancor più difficili da abbinare al calcio. Noi ci proviamo, intanto per tentare di essere alternativi al giornalismo chiacchiericcio e poco credibile calcistico fatto di urla, crepitii e amenità e ben descritto attraverso certe volgarità ed improperi di alcuni eterni sfigati frequentatori di forum in perenne lite con la lingua italiana, e poi perché il calcio, il Bari, per quanto ci stia a cuore (e chi vi scrive può gridarlo a voce alta senza possibilità di smentita), è pur sempre uno sport che regala emozioni e con le emozioni vogliamo descriverlo piuttosto che con una giocata di Forestieri (ieri particolarmente irritante anche se finalmente mobile) che pure ci sta e ci starà. Nel calcio occorre anche sognare senza dimenticare di affacciarsi sulla realtà, soprattutto dopo vittorie come queste: bravi tutti, ma attenzione, nessuna illusione. La strada da fare è ancora tanta e le lingue di sabbia che nel frattempo saranno diventate invernali, gli aridi pezzi di terra dislocati qua e la tra la Puglia e l'Emilia che saranno diventati bianchi di neve, saranno a confermalo. Dall'oblò di un aereo. Ma anche dal finestrino di un eurostar da dove, però, la sabbia invernale di Ortona o di Civitanova Marche si vede da vicino coi suoi tronchi secchi trascinati dai venti fino a riva, ovviamente dondolati dal vagone...


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