11 agosto 2011

Bari-Spagna: costellazioni a confronto

Editoriale per Go-Bari 11/08/2011
La partita di ieri con la Spagna e il Bari di Torrente visti ed interpretati come costellazioni


Bari – Non si son viste cadere le stelle, ieri, al San Nicola: i nasini dei 50 mila spettatori giunti da ogni parte dell'Italia meridionale (e non solo), non erano all'insù come da default, quantunque avesse fatto capolino, timidamente, una luna bizantina che forse per il freddo maestrale, ogni tanto, si copriva da un lenzuolo di nuvole levantine. Eppure era San Lorenzo. La notte di San Lorenzo.
Anche noi, di ritorno dal piacevole e sorprendente lungo ritiro del Bari, siam rimasti ad osservare, invano, lungo l'ellissi rabbuiata al di là dell'imbarazzante teflon scoperchiato del San Nicola per sperare di vederne cadere una anche perchè - lo confessiamo - qualche desiderio da esprimere ce l'avevamo pure pronto. Macchè: nemmeno a pagarla a peso d'oro. Quelle erano già cadute. Erano sul terreno dello stadio barese mai stato così verde di questi tempi.


Abbiamo visto, infatti, linee stellari terrestri formati da calciatori di primo piano, campioni del mondo, atleti che, nonostante qualche chilo di troppo, riconciliano col calcio che piace sempre meno; abbiam visto segmenti astrali sul terreno verde, simili ai celebri carri tratteggiati da fili stellari che si intravedono nei cieli scuri, imbastire trame di gioco luminose quasi rincorressero pianeti o satelliti invece che il pallone. E Pirlo è davvero l'astro più luminoso che esiste nelle costellazioni pallonare. Una stella dentro e fuori.
Mancava ieri, tuttavia, allo stadio quell'atmosfera prettamente “campionatizia” (perdonerete il neologismo) tipica di quando in palio ci sono i tre punti. E' vero che in campo è scesa la squadra neo campione del mondo - per quanto decimata - e la nostra nazionale con Re Cassano, ma i 50 mila spettatori sembravano più impegnati nel folklore che nella passione. Come è giusto che fosse, del resto, dal momento che una nazionale, per giunta in veste “amichevole” - sebbene prestigiosa - gioca più per la spettacolarizzazione che per deliziare palati. Il glamour della nazionale va oltre lo spirito agonistico. E ieri ne abbiamo avuto la dimostrazione soprattutto in curva. Imbecilli a parte, ovviamente, intenti a fischiar inni nazionali.
E a proposito di Spagna, pensare che 24 ore prima - fatte le debite proporzioni - Bari aveva già affrontato una squadra spagnola in quel di Fiuggi: il Real Sociedad, infatti, era stata l'avversaria del Bari di Torrente e che aveva battuto per 1-0. Dunque, volendo mutuare da Plutarco e le sue celebri Vite Parallele, due vittorie su due di Bari sulla Spagna. Non male come inizio e come viatico per l'animo sopito biancorosso.
Il Bari di Torrente che vince e convince sempre di più i tifosi che nel frattempo continuano ad abbonarsi e, quindi, a far cadere pian piano quella patina di scetticismo che li ha accompagnati dalla fine del torneo scorso e che, a colpi di simpatia torrentiana - ma soprattutto col grosso lavoro di aggregazione che lo stesso allenatore sta facendo – si sta ritagliando il suo spazio in un ambiente pretenzioso come è quello barese. La sua empatia è assolutamente visibile e palpabile da tutti i tifosi.
Si parla di cose belle e noi, che siamo storicamente avversi alla politica societaria, non possiamo fare gli gnorri davanti alla evidente metamorfosi del Bari che sta facendo bene sotto tutti i punti di vista. Un Bari da cui, nonostante risultino sempre proprietari, non si percepisce più l'alito ingombrante dei Matarrese. Le idee ben precise e mirate dell'Amministratore Delegato e dei suoi collaboratori si vedono, e l'aria che tira sembra essere nuova, almeno per noi che di “aria” vecchia e fritta ne abbiamo annusata in quantità industriale. Tutto sembra funzionare damblè: dalla comunicazione diventata più diretta e senza tanti filtri, al gestionale: pochi i soldi messi a disposizione (anzi, nessuno) dalla proprietà sempre attenta - come noto - alle proprie esigenze piuttosto che a far grande la squadra, e ben gestiti da Garzelli grazie al lavoro diligente e meticoloso di Angelozzi che recluta giocatori più o meno discreti senza avere in tasca un vero e proprio portafoglio. Più di questo, oggettivamente, non si può fare.
Adesso tocca al campo, sin da domenica prossima contro lo Spezia - avversario di Coppa - cominciare a tastare i meccanismi degli uomini di Torrente al cospetto di una partita vera, una partita in cui, oltre all'esordio sul proprio terreno, c'è in palio non il prestigio e nemmeno la passerella, ma il passaggio al turno successivo.
E poi una nostra considerazione: dopo aver visionato la squadra (a differenza di altri che l'hanno “vista” solo grazie ai vari consueti “copia ed incolla” o grazie alle informazioni telefoniche), non saremmo, poi, così tanto convinti che ci voglia un Mastronunzio lì in avanti: Marotta che, pure, appare un po' arrugginito ma in evdidente progress, crediamo sia un'assoluta garanzia per metterla dentro con continuità, il giocatore ha la stoffa e si vede. Con Caputo come alternativa, a patto però che giochi da centrale  e non da esterno alto, e con Grandolfo che ha tutto il tempo per crescere (meglio altrove), riteniamo non sia indispensabile una punta centrale. Magari ci sbagliamo ma l'impressione avuta è questa. Piuttosto quel che manca, secondo noi, sono gli incontristi - i “Gazzi” per intenderci - quelli che fanno legna e che mordono le caviglie. Perchè in difesa, ormai, riteniamo ci sia il quorum oltre che la qualità (Masiello sta tornando ai suoi standard normali), a centrocampo pure con quel Bellomo e Donati, oltre a Rivaldo, che dovrebbero garantire quantità e qualità alla squadra.
Così in una vita da tifoso appesa ad un nastro esile di costellazioni sulle quali la tifoseria si stringe intorno ad un sogno e a nuove visioni, rimaniamo anche noi ad osservare crescere e a supportare le giovani stelle baresi sparse in un incalcolabile percorso: anche nel Bari, magari ancora un po' sbiaditi a causa della troppa giovinezza, sembrano brillare astri che, forse, hanno bisogno della luce riflessa dei tifosi. Rivaldo, Borghese & C. sembrano voler invitar loro, dalla linea del cielo, ad incitarli perchè insieme a loro vorrebbero intraprendere un cammino, quello giusto, quello che farà riappacificare gli animi depressi dei tifosi.
Stelle incastonate entro la loro tenuta da calciatore che correranno dietro lo Scorpione, passando magari dalla costellazione dei Gemelli prima di incrociarsi con quella del Sagittario, lasciando vivo il filtro della speranza e della passione che appare parecchio smorzata.
Senza perdere di vista la realtà: ieri Piquè, Del Bosque, la sostituzione malinconica di Ranocchia per Bonucci, Cassano, Pirlo, domani, ahinoi, la Nocerina ed anche la Juve Stabia: dalle stelle alle stalle, con tutto il rispetto ovviamente, per le squadre campane.

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