20 gennaio 2012

Coraggio Dolcenera, un monumento ti aspetta...



Povero Torrente. Si, povero Vincenzo "Dolcenera" Torrente: come se non bastasse l'annus più horribilis della storia biancorossa, societariamente parlando, adesso deve persino ingoiare l'amaro rospo - forse quello più velenoso - di un'altra penalità dovuta, stavolta, non alle manovre capricciose psico-politico-calcestruzziane della famiglia Matarrese, ma a quelle risultanti dai vizi lussuriosi, ai capricci disonesti, tendenzialmente bastardi (e scusate se rimango nell'alveo della civiltà ove venissero confermate le responsabilità), di taluni ex giocatori (non suoi, per fortuna) che stanno per ammettere, forse, di essersi comprati e/o venduti le partite come fossero sigarette di contrabbando o due etti di mortadella col pistacchio, cosa che, fino adesso, mai era accaduta alla società del Bari, e per la quale tutti eravamo (e siamo) fieri. Di tutto, infatti, si può accusare la famiglia Matarrese fuorché di essere coinvolti in questo gioco sporco. E lo posso gridare dall'alto della mia notoria e civile contrarietà verso la famiglia.


E povero Torrente il quale, come se non bastassero i giocatori imposti ed arrivati senza il suo avallo a luglio, come se non bastasse il momento difficile societario e le ripercussioni sulle menti degli smutandati ruspanti, come se non bastassero le nozze coi fichi secchi che fa ciclicamente il buon Angelozzi nonostante qualche intercalare - diciamo - poco opportuno, come se non bastassero gli arrivi prossimi silenziosi e lievi come fiumi addormentati di quei due/tre antipatici antipodi, ovviamente scommesse e non rinforzi, travestiti da giocatori di calcio, come se non bastasse l'arrivo dei soliti giocatori (Romizi), bravi quanto si vuole, ma prevedibilmente fermi ai box da 7 mesi e, dunque, arrugginiti al momento (alla Sestu o alla Pisanu, per intenderci, sperando meglio), adesso deve fare altri conti, forse i più difficili, diciamo logaritmi veri e propri.

E povero Torrente che, come se non bastasse il parafulmine di un Signore autentico della società che risponde al nome di Claudio Garzelli, vittima sacrificale dopo tutto quello che ha fatto per la società dei delitti e delle pene matarresiane, e come se non bastasse l'addio del capitano Donati nonostante l'invito vano a risalire a bordo della nave traballante biancorossa del Comandante Andrea De Falco (quello vero, guarda caso, livornese come Garzelli) e nonostante l'ammissione chiaramente forzata di Torrente nel dire che "si, fossi stato dirigente della società, l'avrei venduto perchè comprendo la situazione oggettiva" ma che, di fatto, decodificato, voleva dire "col cavolo che me lo togliete adesso, dopo che l'ho trattenuto a Borno!" (con tanto di parolaccia finale, attualissima), adesso l'allenatore a cui piace De Andrè e "La Cattiva Strada", deve fare i conti pure con il succo della gramigna amarissima rigolante dallo spremiagrumi delle sentenze giudiziali scaturtenti dalle pirlate di qualche ex giocatore barese che, bevuta a sorsi dai ragazzi attuali, potrebbe provocare seri contraccolpi alla loro già precaria psiche, ora soprattutto in quanto orfani del loro Capitano.

Per niente facile, tutto ciò, per un allenatore giovane, in carriera, al primo anno in una piazza "che conta" venuto qui per crescere, per migliorarsi, per imparare, per dimostrare la sua indiscussa bravura, pur consapevole di trovare una situazione difficile ma non di questa portata, portare avanti una squadra da ricostruire psicologicamente. E nonostante tutto, guardate dove si trova il suo Bari...
Personalmente auguro a Vincenzo Dolcenera Torrente di inondare lo spogliatoio di acqua limacciosa piena di genoanità, quella di cui si è impregnato per 20 anni, tra terreno verde e panchina, respirando quell'aria regale-anglosassone dell'Anfield Road di Liverpool, quella di tanti derby giocati sotto la Lanterna e quelle di mille emozioni condivise con Skuravy e Signorini sotto l'egida di un certo Signor (in tutti i sensi) Bagnoli, e che sicuramente farebbe bene alle anime orfane di maturità dei ragazzi che pure si stanno impegnando moltissimo.

Spero davvero che Torrente riesca in questa mission difficile, determinante e assolutamente indispensabile per il prosieguo del torneo perché i giochi non son ancora fatti tanto modesto è il target, i playoff sono alla portata come non mai e, volendo vedere tutto nero, tentare la carta della A in previsione della possibile conseguente retrocessione, vorrebbe dire - se non altro - ottenere la punizione meno severa, vale a dire quella di rimanere in B e non, invece, scivolare in C per la lussuria di quattro pirla travestiti da biancorossi traditori dell'anima dei tifosi a cui, in tutta onestà, auguro - se fossero colpevoli - di rimanere in mutande, economicamente, per quello che hanno combinato. Personalmente - datemi pure del matto - ne sono convinto. Del resto lo dicevo ad inizio torneo, dunque non mi espongo ulteriormente, a patto però che tutta la tifoseria sia unita, destra-sinistra-centro-nord, perché il Bari ha un colore solo. Anzi due: il bianco e il rosso.

E se Dolcenera Torrente riuscirà in questo miracolo, che potrà essere la promozione o una tranquilla salvezza, perdonatemi, ma un monumento glie lo farò da solo, sul lungomare. Se volete, potrete pure partecipare.
Spero di vedere più in la le critiche verso l'allenatore per il gioco che, in effetti, latita e per i cambi effettuati, quando il bozzolo della rosa biancorossa prigioniero della sua seta immatura si sarà trasformato in squadra vera e propria.
E allora, coraggio ragazzi, tutti uniti domani fino a fine torneo con un obiettivo solo: dare il vostro contributo che (credetemi per favore: ci parlo io coi giocatori e l'allenatore e so io quanto desiderino l'apporto dagli spalti) si rende fondamentale. 

Mettete da parte ogni astio verso chiunque, lasciate che il pirla di turno sconti la sua pena, per adesso, coi canali giudiziari previsti dalla legge, evitate di spostare il mirino sulle giustizie mediatiche personali ergendovi a giustizieri verso Masiello che, se accertate le responsabilità, sarà stato pure un vile traditore della vostra passione già, di per se, ridotta ai mini termini per colpa del masso in calcestruzzo tondeggiante vagamente assomigliante ad un pallone legato a quello della politica, e su questo non v'è dubbio, ma posso garantirvi che appena meno disgustoso appare il sussiegoso moralismo dei tifosi che distribuiscono, qua e la, patenti di viltà dalla scrivania: mostratevi, dunque, maturi e correte allo stadio domani a tifare la Bari andando oltre i rancori: adesso, con questi chiari di luna, non solo non servono ma risulterebbero ulteriormente penalizzanti.

La foto lassù che ritrae sorridenti lui e Forestieri, oggi in conferenza stampa, vuole essere di buon auspicio affinché si ritrovino quella serenitas animi, quella concordia hordinum e quel sorriso, trasposizionato dalla celebre canzone di Fabrizio De Andrè che parlava di un amore, perduto. Del resto, a proposito di De Andrè, son sicuro che Torrente starà pensando che... dai diamanti non nasce niente, è dal letame che nascono i fior...

Nessun commento:

Posta un commento