4 gennaio 2012

Waiting Godot Marotta... tempo scaduto


Come già scritto e detto pubblicamente altrove e per la qualcosa ammetto di essermi sbagliato in alcune valutazioni (io, come noto, a differenza di altri ammetto sempre quando sbaglio, soprattutto quando il confronto avviene pubblicamente), contrariamente a quanto andavo sostenendo da inizio torneo, ammetto che il giocatore non abbia espresso il must del gioco pur impegnandosi parecchio.
Ma si sa, gli attaccanti devono principalmente far gol e poi, se il caso, impegnarsi altrimenti è bene che si accomodino in panchina o in tribuna. La palla bisogna metterla pure dentro e Marotta, in effetti, è venuto meno a ciò nonostante i 3 gol fatti (due su rigore). Un attaccante, chiunque esso sia, non è pagato per rincorrer palloni ma soprattutto per riceverli e, possibilmente, ottimizzarli alla meglio come, nella fattispecie, ha fatto Marotta con Gomez altrove. Questo, nell'ideale vocabolario del calcio e dei ruoli, mi pare sia la definizione di attaccante. Poi, come ho scritto, ci sta pure il sacrificio, il correr dietro al pallone in mutande, magari imprecando qualche madonna di troppo, così come ci sta correr dietro all'avversario per ostruirlo tatticamente o dare man forte in difesa, soprattutto nel calcio moderno, ma i gol, diamine, li devi fare altrimenti è finita.

Ed è proprio su questi gol fatti che vorrei soffermarmi: la freddezza di tirare e segnare due rigori, per giunta fuori casa, non è cosa da tutti a meno che non ci si chiami Del Piero o Totti. E su questo mi pare che siamo tutti d'accordo. Il gol messo a segno sull'unico assist ricevuto da Alessandro nel corso di queste 22 giornate, per quanto riduttivo, deve far riflettere parecchio.
Rimango, dunque, perplesso sul fatto che la sua resa, fino a qualche mese fa, era stata notevole, là dove, debitamente fornito da Gomez e da altri, ha messo la palla in gol per oltre 40 volte in due anni. E il fatto che li abbia siglati in serie inferiori non è una giustificazione nè può essere una diminutio: la storia insegna che tutti quelli che hanno fatto gol nelle serie inferiori, chi più chi meno (dunque anche i tanto discussi Motta e Vantaggiato: e ripeto, chi più chi meno) poi si sono confermati in B e, persino, in A talvolta (Paolo Rossi, Schillaci, Serena, Iorio e tantissimi altri).

Non so dove andrà ma faccio i migliori auguri ad Alessandro Marotta per la sua nuova destinazione. Un anno passato in questo Bari, e ripeto in questo Bari... mica in quello delle oasi felici e, spesso, ipocrite e fasulle dei periodi aurei di Ventura e Conte con le note partite, diciamo, sospette.... non può che avergli fatto bene anche in termini di maturazione. Sei mesi in questo Bari, assurdo, kafkiano, irritante e smobilitante, non sono sei mesi passati - che so - a Cittadella o a Ascoli Piceno dove i motivi ci sono, eccome, oltre ad esserci una società consolidata. Marotta lo vedo come un giovane magistrato milanese "gettato" nella mischia siciliana a Palma di Montechiaro o ad Agrigento mandato lì a combatter la mafia. Ecco, questa è la metafora giusta per Marotta, pur non dimenticandoci dei suoi limiti, tipici di chi oltrepassa lo "Stretto" della propria vita professionale.

Spero per lui che, oltre a "parlare" meno in campo... trovi compagni adeguati e soprattutto motivati (......) che gli forniscano quegli assist giusti della sua vita. Speriamo di non rimpiangerlo fra qualche anno. Come la storia del Bari insegna.

Io non sono d'accordo con chi lo etichetta come "scarso" quantunque, in effetti, abbia fornito prestazioni deludenti. Come detto, secondo me, forte anche delle sue precedenti annate positive dove i gol li ha sempre fatti (e non venitemi a dire che c'è grande differenza tra serie C con un "Lumezzane" e serie B con un "Cittadella", per favore), credo che abbia pagato psicologicamente, forse più di tutti, la situazione societaria. Voi - perdonate la presunzione - non "respirate" aria di spogliatoio a differenza mia, guardate e siete spinti da considerazioni contaminate di blaugrana et similia, dunque corrotte, grazie alla TV e quindi parlate con poca obiettività pur essendo, forse, esperti di calcio, ma posso garantirvi che molti di loro "percepiscono" questa situazione infelice. E se per un Donati, la cosa, diventa irrilevante grazie alla sua esperienza, per Marotta & C., invece, no. Loro, evidentemente - mal supportati persino dalla tifoseria che ha voltato le spalle al Bari (per altre note cause), non sono riusciti a reagire. Un po' come per Borghese, se vogliamo.

Ciao Alessandro, sta il più vicino possibile alla tua splendida figlioletta e, mi raccomando... "na parola d men"... In bocca al lupo!

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