18 marzo 2012

Bogliacino tra E.L. Master e Torrente: la Collina può attendere



Finalmente il Bari di Torrente, dopo 4 mesi, perde fuori casa. Questa la notizia importante oggi. Una inversione di rotta (vittoria in casa e sconfitta fuori) o un incidente di percorso? 
Sicuramente un ritorno sulla terra per la banda quasi extraterrestre di Torrente, considerando il contesto in cui gioca, che lascia i tre punti ad Empoli dopo una gara giocata sotto tono anche se, in tutta onestà, al cospetto di una squadra (di una società...), che decidendo di intervenire sul mercato di riparazione di gennaio per rinforzarsi, ha dato la svolta al suo moribondo torneo reclutando gente d'esperienza il cui peso, in un torneo modesto come questo, si fa sentire e, sicuramente, si farà sentire fino a fine campionato. Ad averli avuti il Bari i vari Tavano Maccarone Stovini Dumitru e Buscè, gente esperta e, se vogliamo, anche un lusso per la categoria almeno per taluni di loro, sicuramente si sarebbe parlato dall'alto di ben altre posizioni e non dal settimo posto virtuale che pure Torrente, neofita della B con un pedigrèe fatto di sole vittorie e trofei vinti coi giovani da 15 anni a questa parte, continua a mantenere con questa squadra nonostante - è appena il caso di ricordarlo per l'ennesima volta - la mancanza di quei due attaccanti di peso richiesti a luglio e mai arrivati.

Ma, purtroppo, la differenza che passa tra Empoli e Bari è proprio qui, al netto dei gravi errori arbitrali: ai toscani l'esperienza assunta a gennaio ha cominciato a sortire i propri frutti, al Bari no. E già, perchè se il Sig. Bogliacino, arrivato a Bari ancor prima di gennaio e comunque già "tardi" rispetto al ritiro di Borno, dunque senza aver assimilato le teorie di Torrente, gettato in campo solo dopo il tradizionale periodo di fermo a causa delle scarse condizioni fisiche con cui si è presentato a Bari, prerogativa consolidata - ormai - dei giocatori presi a gennaio dal Bari da sempre (da Giannattasio, Troja ed Okaka entrambi al netto dei gol segnati al Lecce alla prima partita giocata, a Jadid, da Sestu a Pisano e Vignaroli e a mille altri le cui prestazioni - si ricorderà - si son potute vedere, sia pur tra mille balbuzie, da fine aprile in poi), decide di giocare contro voglia, senza la necessaria ispirazione e senza motivazioni particolari, intanto da professionista qual è avrebbe potuto tranquillamente dire "no" alle avances di Angelozzi che già ha fatto tanto, tantissimo, più di Perinetti in rapporto al budget-spesa, invece di illudere i tifosi e sposare la causa biancorossa già di per se napoleonicamente vicina alla Waterloo, ed invece - mi spiace dirlo ma chi mi conosce sa che evito di sparare sul mucchio andando direttamente sul problema con la mia penna-spada tipicamente Cyranesca - il Sig. Bogliacino ha deciso di non giocare pressoché mai, limitandosi ai soli sprazzi di luce, peraltro fioca, qua e la durante queste 25 partite giocate e basta: troppo poco per uno come lui da cui ci si aspettava ben altra impronta. E niente scuse: dichiarazioni tipo "una partita storta ci può stare" non verranno accettate. Son troppe le partite storte per uno come lui da cui ci si aspetta ben altra resa.

E ieri ad Empoli il fiato di un giocatore rappresentativo come lui sarebbe stato provvidenziale, naturalmente al netto del rigore sbagliato, ci mancherebbe - quello lo sbagliano tutti, anche Roberto Baggio in America - considerate anche le difficoltà con cui la squadra di Torrente è scesa in campo tra squalifiche, infortuni e panchina esiguamente scarna ridotta all'osso senza nomi di "peso" tanto che è risaputo che spesso i tornei si vincono soprattutto per la panchina lunga e non tanto per chi va in campo, per non parlare dell'uscita dolosa di Forestieri. Ma se sbagliare un rigore decisivo, peraltro in malo modo, coincide con una prestazione da proscrizione ateniese considerando che Torrente gli aveva persino affidato non solo la fascia di capitano di Caputo, "piedi storti" (come lo chiamano taluni) quanto volete, ma buono come il suo pane e uscito dal campo sempre con la maglia sudata, ma anche le chiavi della squadra per trascinarla dal mare in tempesta verso lidi più sicuri, allora è bene che l'ex napoletano che pareggiò il gol di Eramo a Napoli qualche anno fa, torni da dove è venuto perchè in questo Bari c'è bisogno di gente motivata e non di giocatorini da torneo aziendale.

E' troppo facile uscirsene gettando la responsabilità alla squadra intera che, in effetti, ha giocato male (nulla quaestio) e solo per i primi 20 minuti anche se, personalmente, ho intravisto successivamente sprazzi di generosità partiti, però, dai piedi di tutti meno che da quelli di Bogliacino, ma è altrettanto evidente che se non gira lui che ha le capacità, la squadra che necessita di un faro là in mezzo ne risente, e pure gravemente. 
Sarebbe ora che l'allenatore del Bari, così come ha fatto per Borghese (saggia la sua esclusione per due motivi: troppo agili coi piedi i terminali empolesi per poterne arginare la manovra col supporto del gigante biancorosso adatto più ai colpi di testa, e qualche sublimale turno di stop, ai giovani, fa sempre bene), decida di lasciare in tribuna fino a fine torneo il Sig. Bogliacino la cui resa è assolutamente discutibile, inutile ancorché dannosa alla causa biancorossa. Ed insieme a lui, qualche turno di riflessione farebbe bene pure al buon  Lamanna così da poter ricercare l'alba dentro all'imbrunire fino a ritrovare quell'equilibrio che gli manca: cui prodest, a questo punto, sfoderare prestazioni da "mai dire gol" ad altre alla Dino Zoff? Occorre, forse, più equilibrio, solo così si matura.

La squadra ha bisogno di crederci anche se le speranze sono poche soprattutto in previsione di penalità prossime che potrebbero togliere ulteriori punti alla squadra avvicinandola alle zone pericolose della classifica, ma se una squadra innestata dall'esperienza decide di non prender per mano la Torrente's Band, allora è bene metterla da parte e tanto vale giocarsi le ultime 10 giornate la carta "giovani", un po' alla Materazzi 5 anni fa quando, appunto, con Eramo, Fiorentino & C. riuscì a salvarsi in extremis con qualche sfizio levato qua e la e con una lezione forte ai senatori. 

Dunque, caro Dolcenera Torrente, al netto dei presunti scemi, stolti e stupidi sospetti di qualche idiota tastiersita, tipici di chi soffre di invidie e gelosie per i banchetti saltuari consumati alla faccia di chi ci vuole male in piena armonia, e sempre - come sai - scindendo amicizia e stima riposta per il sottoscritto, e viceversa, con la critica (occorre precisarlo per i 4 minus habens, caro Vincenzo, perchè altrimenti non capiscono in quanto troppo presi dallo scrivere bastardate croniche sui forum o qua e la su internet con quelle mani prive di grammatica e pregne di invidia e trasudanti di idiozia), convinti come sono che una cena consumata insieme possa pregiudicare la mia proverbiale obiettività (a Bari certi tifosi da strapazzo son così, purtroppo, a differenza di altre città italiane dove tollerano cene simili), allora sappi che il primo fischio, dopo mesi e mesi di comprensione e di sacrosanta giustificazione, sarò io a fartelo se dovessi vedere in campo l'uruguaiano senza mordente contro le vespe di Castellammare di Stabia. La sua ora è scoccata. "Fore dai ball", per dirla alla Bossi, insomma. E' ora di far giocare Bellomo nonostante la sua immaturità che, al pari di quella di Galano, ha dimostrato che avevi ragione relegandoli ancora a maturare in panchina, o Scavone sicuramente più motivati oltre che più mobili.

E adesso, caro Dolcenera Torrente, un piatto di pesce crudo è pronto per noi: giuro che l'ho avuto dal parcheggiatore abusivo di giù casa mia e non da Matarrese. Nessun o tempora o mores, dunque, non ho conferenze stampe con cui dovermi giustificare per la mia proverbiale cristallinità; la tavola è pronta, il vino prosecco fresco pure, la gente è quella giusta, dunque accomodiamci sul triclinio e brindiamo al tuo futuro visto che il mio, insieme a quello del Bari calcio, è segnato e, come dico sempre, 'mbacce o nas a chi dico io: questa gentaglia prevenuta e tendenzialmente sciocca ed invidiosa che sfoga le proprie frustrazioni su internet incapace di occuparsi di altro nella vita manifestando il loro imperialismo anti-matarrese attraverso la tastiera mischiandolo ad eventi extra, magari mostrandosi pure goffamente moralista ed esperta di calcio scrivendo che una cena con te equivale ad una poca obiettività, non ti merita. Che il buon dio abbia pietà di loro. Prosit Vincenzo! In vino veritas.
Edgard Lee Master e i suoi Elmer, Herman, Bert, Tom, Charley, Ella, Kate, Maggie, Edith, Lizzie, insieme al nostro amico Jones suonatore di flauto, possono attendere ancora dormienti sulla Collina di Spoon River.

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