11 marzo 2012

Platone e Torrente: tra sofismi e soloni il Bari, stavolta, vince


Il Bari di Torrente contro la Reggina va in vantaggio, soffre, puntualmente viene riacciuffato, tende a preservare un pareggio, ma stavolta vince. Tutta qui la novità. Anzi, riesce persino a non imbarcare ulteriore acqua dopo le cicliche batoste suddivise equamente tra giustizia sportiva, capricci fiscali di Matarrese e i postumi di alcune recenti partite le cui occasioni sono state gettate al vento.

Insomma, non si può dire che il Bari, quest'anno, si faccia mancare niente. Si vizia un po' di tutto meno che dei punti che gli levano. E sulla tavola biancorossa non mancano nemmeno i soliti, puntuali, incontentabili soloni tifosi da tastiera - alcuni dei quali davvero assurdi - che vorrebbero perennemente, in barba al momento societario, la botte piena e la moglie ubriaca, in quanto riescono a trovare pure oggi spunti polemici piuttosto che ringraziare, come suol dirsi,  Cristo per come è andata. Segno che la loro follia è devastante. C'è niente da fare. E se mi occupo di costoro - ovvero della minoranza - è perché, purtroppo, in un contesto in cui a giudicare sono più quelli virtuali che quelli reali presenti allo stadio, il loro fiato, purtroppo, grava sulla psiche della squadra in tutta la sua dannosità. Fossero stati i soliti 5 in mezzo a 20 mila non sarebbe stato nemmeno necessario occuparsene. Provo davvero pietà per costoro: forse le mogli e le fidanzate farebbero opera gradita all'umanità biancorossa se si prendessero cura di loro durante le partite, stando più vicini magari intenerendoli piuttosto che lasciarli smanettare al PC.

Questa volta ce l'hanno, tanto per cambiare, con Torrente perché non avrebbe cambiato Stoian prima del solito. E già. Come la fai e la fai, Torrente sbaglia sempre nonostante, come scrivo da tempo, abbia vinto tutto coi giovani e, pertanto, non deve dimostrare nulla a nessuno. 
In effetti oggi Stoian, al pari di Galano - che risultavano le uniche punte, se così si possono definire, arruolabili - non han giocato granché bene, anzi: Galano di cui, come detto ieri in conferenza stampa dall'allenatore amante di De Andrè, si può conoscere di più in un'ora di gioco che in un anno di conversazione eugubina (per dirla alla Platone), per tutto il primo tempo è stato un giocatore in meno regalato agli avversari, mentre Stoian a tratti sembrava Rivas tanto pareva egoista,  mentre il cuore nobile di Kutuzov che, come noto, non è punta centrale, ha trainato la squadra sull'equilibrio del gioco risultando determinante nel possesso di palla, nel gioco senza palla e nei movimenti, oltre a rientrare per dar manforte in difesa: io non so quanto un Bellomo, con tutto il rispetto per il giocatore, sarebbe riuscito a dare tanto in termini di peso specifico ad una squadra in difficoltà. Da qui il peso della mancanza di Caputo, l'altamurano, che si è fatta sentire parecchio non essendoci un punto di riferimento lì davanti.

Ma tutto ciò, naturalmente, agli incontentabili tifosi soloni non risulta in quanto badano più che altro a criticare la sterilità in attacco e non ad ammettere la mancanza di Caputo che, nonostante i suoi piedi non del tutto platinati, è pur sempre il cannoniere del Bari. Son così i tifosi, unici ed inimitabili. Devo dire che, differentemente da quanto si dice, non sono affatto dotati di "palato fine" come altri. Fortuna, ripeto, che son pochi: ovvio che chi ha il palato fine preferisce evitare commenti. Saggiamente. Sono i tifosi depressi per la retrocessione mal digerita, per le bastardate di chi si è venduto le partite e che spero paghino pure con le mutande, e per il cambio di Romero a San Siro contro il Milan voluto da Ventura, ma che però non hanno capito che Borghese & C. non centrano nulla.

Una partita sofferta, dicevo, che si stava mettendo sui soliti binari della rimonta a cui ormai siamo abituati e che, invece, grazie alla intuizione dell'allenatore, l'ha deragliata su binari diversi, ovvero su quelli vincenti perchè certe partite si vincono (e si perdono) pure al 94' in questo modo. 
E queste situazioni in cui un allenatore si arrocca all'interno del proprio Fort Apache della coerenza, in barba a tutti gli ingrati e agli allenatori baresi da tastiera, mi piace molto. Ammiro molto Torrente, oltre per il suo amore per Faber e per la sua professionalità, anche per come si fa scivolare ogni stupidità detta e scritta.
Io credo che occorra dare atto Torrente di non aver sostituito Stoian non tanto per la risoluzione della gara col gol effettuato al 90', gol che, in effetti, pure io avrei potuto siglare, ma perchè sostituendolo lo avrebbe definitivamente bruciato così da non poterne più usufruire le sue prestazioni da qui a fine torneo. Ma questo, ovviamente, sarà passato inosservato ai soloni allenatori primizi del Master in "cambi del secondo tempo" che si tengono ogni martedì e giovedì, alle ore 15 e alle 19, presso l'università di Conversano, che non è la stessa di Coverciano.

Lo dicevo, lo dico e lo dirò sempre: che si eviti di idolatrare il primo che capita, così come fu per Kamata, per Okaka e come tanti altri perchè sono ragazzini inesperti, tendenzialmente moderatamente viziati a causa del trend che la vita gli offre e non certo per cause imputabili alla società, e lasciate che Torrente, autentico pedagogo del calcio, li gestisca alla meglio.
Una conferma di oggi: certe vittorie risultano sofferte non per i cambi di Torrente ma per la sostanza della squadra, quasi mai continua, spesso stanca e soprattutto quasi mai al completo. A questo aggiungiamoci il non secondario problema psicologico per ciò che si sta abbattendo sulla società, gli ulteriori punti da togliere, e poi, magari, che si tiri la linea. Dopo di che si scelga di fischiare Matarrese, inopportunamente, dopo che il Bari segna il gol o di fischiare Stoian ogni volta che segna così da far ridere l'Italia intera. Dico una cosa sola: vergogna! Non sono capaci nemmeno di trovare i tempi giusti per mandare al diavolo Matarrese! Pure quello sbagliano!
E poi si lamentano che vogliono andare in Europa. E basta con la storiella della depressione a causa della situazione societaria: dimostrino maturità e non idiozia. Ovviamente mi riferisco ad una certa frangia, non a tutti.

Mi piace concludere con quella immagine di De Falco che, dopo aver segnato, ha dedicato il cuore fatto con le mani ai tifosi: un cuore che vorrebbe fosse più forte e rumoroso ma i cui battiti, purtroppo, appaiono al minimo storico.
Anche perchè, come insegna Platone, Torrente non conosce una via infallibile per il successo, ma una via per l'insuccesso sicuramente si: voler ascoltare le eresie che dicono certi tifosi.

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