26 maggio 2012

L'avvelenata 4: adesso basta, ve ne canto altre 4



E' finito. Finalmente questo tormentato torneo del Bari è giunto alla fine dopo 42 giornate vissute intensamente con angoscia metropolitana mista a momenti di tensione e di rabbia. 
Voglio dirvi due o tre cose a tal riguardo, però. Io sono un giornalista iscritto regolarmente all'Ordine, pago la mia retta annuale come tutti, e salvo una blanda collaborazione con una testata verso la quale, amichevolmente, invio qualche articolo qua e la, o una foto o invio una intervista, gratuitamente a mie spese, al momento non scrivo per nessuna testata in quanto nessuno mi vuole tanto risulto scomodo nella mia naturale coerenza, libertà e rispetto verso tutti, e le trasferte me le pago di tasca mia senza ringraziare nessuno, come mia abitudine, se non alla mia fantasia e alla mia scrittura, alla mia conoscenza, a quel saper accomunare poesia, letteratura al calcio - prodotto al momento latitante nel panorama calcistico - e alla mia passione. 

Viaggio per seguire il Bari, sempre a mie spese, con l'obiettivo di contribuire a dare voce e tenere alto il galletto tanto bistrattato negli ultimi tempi anche a costo di sorbirmi fischi e pernacchi da qualcuno di Verona, di Vicenza, di Bergamo ma soprattutto di Bari, e lo faccio solo per amore della mia squadra del cuore da sempre, sin da quando respiravo aria di iodio trasportata dal maestrale in zona San Girolamo, altezza Della Vittoria, fino ai tempi odierni quando lo iodio ha lasciato spazio all'humus bucolico bitrittese, laggiù nella landa della striscia di Gaza tutta barese - forse la zona più brutta di Bari - dove quell'ex astronave che fece girare la testa a tutti i calciofili del mondo ad inizio  90, par diventata una centrale nucleare bulgaro-sovietica abbandonata da 50 anni, in disgrazia, da dove sembrano essere fuoriuscite tonnellate di gray nucleari e il governo sembra come volesse tombificarlo gettando altrettante tonnellate di cemento e calcestruzzo che, come noto, da quelle parti non mancano assolutamente, anzi. 

Detto ciò, tutto ciò che scrivo qui dentro, nel mio blog, nel mio spazio, laddove tutti sono autorizzati a lasciare un commento, una critica, un pernacchio, un bacio, un applauso, un complimento, un insulto, un'offesa (ma queste ultime, poi, le cancello), posso scrivere che cavolo mi pare senza dare conto a nessuno, svincolato da qualsivoglia diktat sovietico e fascista riconducibile a linee editoriali, metafora del bavaglio mediatico, perché, appunto, qui dentro scrivo che cavolo mi pare in piena libertà, nel rispetto di tutti e senza offendere nessuno.

Semmai potrei criticare tizio, caio, dirigenti (ma soprattutto talune scelte) del Bari Calcio, giocatori, mia moglie, mia nuora, la mia presunta commara, mio padre, mia madre, mio fratello, il parcheggiatore abusivo di giù a casa, il salumaio, il giornalaio, la mia amica di banco dei tempi del liceo, chi cazzo mi pare, ma non spingermi oltre negli insulti o nelle offese men che mai quando ne senta la necessità di rispondere a qualche imbecille non riconducibile ai personaggi appena citati, ai quali invece preferisco la spada mortale della mia penna. 
Forse è appena il caso di precisare ai numerosi diversamente abili nella comprensione interpretativa lessicale, ma in generale a chi si diverte puntualmente a girare ai latori i miei scritti debitamente distorti nel loro significato visto che ora non perderanno tempo nel divulgare questo mio scritto, che NON mi riferisco al Dott. Garzelli, al Sig. Angelozzi, a Don Vincenzo Matarrese appena genetliacato, alla Famiglia verso la quale ero, sono e sarò sempre moderatamente critico per la gestione del Bari Calcio, all'Ufficio Stampa, alla Segreteria, ai quadri tecnici e a tutti gli impiegati del Bari che, invece, da sempre antepongo pasolinianamente nei miei pensieri rispetto ai giocatori, soprattutto quest'anno dove tra centomila difficoltà, hanno svolto bene il loro lavoro dignitosamente, senza alzare la voce, forse pure piangendo per le sorti della loro squadra, sotto il fuoco bellico della giustizia mediatica e non solo, ma sempre con professionalità e dedizione, e quell'incontro in Fiera di due anni fa da me organizzato ne è stata una prova, allorquando pretesi tutta la società, anche i custodi del San Nicola e il mitico cane Linda zingaro felice e fortunato della landa nicolaiana, per tributar loro l'applauso della città ancor prima di lasciare che lo tributassero a Barreto, Ventura, Perinetti & C. facile preda dei tifosi, né mi rivolgo alle figure retoriche seguenti, ma a certi balordi webbaioli ben individuabili e che, come sapete, ultimamente non me ne son fatti mancare, e prima di scendere al loro livello così da lasciarmi battermi dalla loro esperienza, mi piace colpirli a morte letteralmente, se il caso, così, poi, da evitarli per sempre. Poi li sto aspettando, adoremus, ma questo è un altro discorso.

E su quanto scrivo, siccome non offendo nessuno, né nel Bari calcio, né in ogni contesto, salvo, appunto, puntare l'indice, metricamente, verso chi usa violenza nei miei confronti, PRETENDO che ogni mio scritto di qui VENGA RISPETTATO da tutti così come io rispetto i vostri, e se non siete capaci di interpretare bene il mio pensiero, prima di copiare ed incollare il tutto e consegnarlo nelle fauci dei latori debitamente storpiato a vostro piacimento così da tentare di mettermi in cattiva luce ignobilmente e goffamente (almeno ci riusciste, teste di rapa: non siete nemmeno capaci di farlo, grandi testicoli masturbatori androgeni invidiosi che non siete altro), vogliate consultarmi preventivamente, prima che la vostra irrefrenabile voglia malvagia di mettermi in cattiva luce abbia la meglio sulle vostre povere e vacue menti, per spiegarvi bene, ad litteram, il senso del mio pensiero, vista la vostra tracotante, atavica, ignoranza e malafede nell'afferrarlo, così, poi, potrete presentarlo, a prodotto finito, naturale, sgombro da interpretazioni errate e balorde privo della vostra consueta corruzione bastarda, al vostro amico - mio latore - di turno così da spiegargli che il sottoscritto non voleva offenderlo, né insultarlo, né tanto meno dimostrare che ho una "seconda faccia" perché la mia coerenza, tutt'altro che care balorde emerite teste di mentule, la si taglia a fette,  ma si è limitato a descrivere, dopo tanti applausi sinceri che ho descritto col cuore a tutti, solo una sana critica, col suo modo di scrivere, col suo taglio e con la sua impronta da scrittore non giornalistica, al vostro "amico" ciceroniano verso il quale davanti vi mostrate sorridente e lacchè mentre da dietro lo pugnalate come vigliacchi.

Perchè NESSUNO, e ripeto, NESSUNO E' E SARA' AUTORIZZATO A CHIAMARMI PER FARMI ROMANZINE perché intanto ho 50 anni, mille difetti e centomila lacune, un nome in città, un volto rispettato e stimato persino dai miei "nemici" (se così si possono descrivere i miei amici di correnti opposte), poi perché il mio non è un articolo di giornale dove ci sono da seguire regole ferree, ma una considerazione personale, poi per il suddetto taglio non esattamente giornalistico-cronachistico ma più narrativo, oltre ad essere sempre privo di offese ed insulti come quelli che, invece, ricevo io quotidianamente e per i quali ho da tempo dato mandato ai miei avvocati per tutelare la mia immagine. 
Perchè, poi, dopo tutto quello che ho fatto e che faccio per il Bari non credo di meritarmelo atteso che il Bari, soprattutto quest'anno quando ci sarebbe stato da affondare nella lama della critica senza pietà (e mettete mano a me... son cavoli amari per tutti), ho cercato, invece, anche nel rispetto delle regole giornalistiche, di portarlo sempre sul palmo di una mano in tutta Italia, per tentare di tenerlo ancora in vita, per non abbandonarlo, per tentare di levarlo dalle fauci dei media che già avevano cantato il de profundis da tempo, arcobalenizzandolo col mio proverbiale amore trasudante dagli scritti interi, meno da alcuni concetti critici inevitabili ma sempre rispettosi, facendola conoscere in tutte le città d'Italia e nel mondo perché con internet arrivo dappertutto, atteso che c'è chi, invece, usa la critica e le offese di default, anche negli articoli giornalistici e non negli spazi privati (non è il mio caso). 

Dunque, utenti virtuali, latori, Bari Calcio, rispettatemi, accettate le critiche in maniera silente, dignitosa e con signorilità senza assumere atteggiamenti bellicosi, puerili, perché, poi, risultereste maleducati oltre che passare dalla parte del torto, e perché criticare è anche, forse soprattutto, amare: se non avete studiato, compratevi un Bignami invece che una birra o andare a puttane. Sicuramente vi impreziosirà il lessico e l'anima e saprete accettare le critiche col sorriso, senza cattiveria e risentimento imparando a rispettare il prossimo che, come me, vi rispetta senza se e senza ma salvo, appunto, quando mi violentate nell'anima e nel cervello.

Il mio linguaggio non è da forum e né da curva, sia chiaro. Forse sarà il vostro, non il mio. Imparate ad interpretare bene il senso delle mie parole; comprendo che il mio linguaggio vagamente forbito (anche se non è vero) non sia per tutti, ma io non mi rivolgo a tutti, sicuramente non a certi cialtroni minus habens influencer che ormai spopolano sul web come spermatozooi impazziti itineranti nel vortice virtuale dei siti, scribani amanuensi sclerotizzati in cerca di potenti da leccare condensati dei più malvagi pensieri autoctoni generati da sola prevenzione, invidia e bastardaggine e nemmeno, purtroppo, ai miei più semplici, veri, fidi, tosti, leali, amici di curva nord ai quali, invece, avrei voluto rivolgermi anche se non sempre sono stato, e tuttora non sono, d'accordo con le loro gesta ma, come noto, li rispetto sempre, pur criticandoli talvolta come è inevitabile che sia tra persone civili. 
Attenti, dunque, signori: nel vostro interesse, perché non la farete franca. Costo poco, posso dar lezioni gratuite a voi, mentule flaccide webbaiole megalomani internauti. Perché altrimenti, la prossima volta so io come muovermi e tanto saranno cavoli amari per tutti. Questo è l'ultimo avvertimento bonario. Avete abbondantemente scocciato.

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