8 dicembre 2012

Esperienza batte Inesperienza 3-2 davanti alla Collina dei Poeti



Sapete qual'è la differenza tra il Bari e le altre squadre di B? Che le altre squadre, nel momento del bisogno, sostituiscono il Sansovini di turno con l'Okaka sempre di turno, ovvero con un attaccante (sebbene in evidente sovrappeso) di categoria, mentre il Bari lo sostituisce con Borghese (difensore con l'hobby del gol al 95') e/o Visconti, giocatore straordinario nella sua dignità panchinara in cerca di spazi per mostrare quanto vale. Che qualcuno glielo faccia notare a quanti, ancora, nella loro sempiterna stravagante ignoranza lessicale, son convinti che sia colpa di Torrente. Fermo restando che lo stesso allenatore, non essendo un messia e nemmeno un mago (tutt'al più un taumaturgo), può anche inciampare, talvolta, in qualche fisiologico errore. Ma oggi non mi pare ne abbia commessi, così come in altre occasioni.

Si può sintetizzare così il campionato altalenante della squadra di Dolcenera Torrente, tra l'altro decisamente sfortunato ogni qualvolta mette piede in Liguria, tra il 2-0 contro la Sampdoria e il 3-2 contro il "suo" Genoa nello scorso anno in Coppa Italia, e tra lo stesso risultato, oggi, a La Spezia nel derby geograficamente levantino. C'è niente da fare: le trofie col pesto fumanti, proprio, non riesce a digerirle.
Peccato perché il Bari ha regalato un tempo (il primo) agli avversari a causa del baricentro troppo basso, mentre ha cambiato passo nel secondo, entrando con l'approccio giusto, beccando un palo e risultando più pericoloso anche senza devastare e brillare come col Sassuolo. Insomma, non il solito Bari che piace a Torrente.

Ritengo, tuttavia, che se Borghese alla fine avesse messo dentro quel pallone, la squadra barese non avrebbe rubato nulla considerato che lo Spezia non è che abbia, poi, strafatto in occasioni gol. Lamanna, infatti, è risultato inoperoso se non fosse stato per i 3 gol di troppo subiti.
Ma ormai è una costante: gli avversari, contro il Bari, decidono di mettere in pratica la filosofia epicurea che forse Dolcenera conosce bene essendo campano in quanto prese corpo proprio sotto il Vesuvio. Ottenere il massimo risultato col minimo sforzo, infatti, è il loro obiettivo: un tiro, due tiri, tre tiri in porta corrispondo quasi sempre ad un gol, due gol, tre gol, ma soprattutto a tre punti.

Entrando nello specifico, guardando la partita dal Collina dei Poeti da dove si osserva uno spettacolo unico, con Portovenere all'angolo, le isole di Palmaria e del Tino lì di fronte a macchiar come baci perugina il confine tra i due mari, e con un forte odor di Toscana, il Bari del primo tempo si è mostrato imballato, duro come il marmo della vicina Carrara, che con Massa fa pendant, perdendo quasi sempre il pallone a centrocampo con un Romizi, oggi, poco ispirato tanto che Torrente lo ha tolto dal campo nel secondo tempo (e ha fatto bene), e coi difensori apparsi troppo ispirati dal poetismo del Golfo spezzino piuttosto che badare al sodo, tanto che non sono mai saltati sull'avversario nei cross, soprattutto su quelli che han generato i gol, rigorosamente di testa.

Se a questo ci aggiungiamo il consueto fermo biologico del buon Ceppitelli il quale, piuttosto che rischiare un'espulsione, preferisce dar terreno a Sansovini (come a Castellammare e come in un'altra occasione finita, però, bene per il Bari), allora si comprende la genesi della sconfitta. E sia detto col massimo rispetto per il ragazzo che risulta uno dei più affidabili in difesa.

La verità, oltre a quella citata all'inizio, è che questa squadra, quando crede che stia per voltar la pagina della competitività e della maturazione, fa rimanere la stessa pagina ferma sul libro.
Manca quell'esperienza giusta per dare equilibrio alla squadra. Quello stesso equilibrio che dava peso specifico alla squadra lo scorso anno quando, pur mostrandosi meno belli, glielo garantivano, sia pur al 20%, i vari Bogliacino, De Falco, De Paula e Donati i quali, insieme alla saggia gestione di Bellomo e Galano tra panchina, tribuna e terreno di gioco, è risultata l'arma del primo miracolo targato Torrente dal momento che nessuno, meno me, avrebbe scommesso un centesimo bucato sul dignitoso piazzamento: chi mi segue sa che ad agosto scorso scrissi e dissi da qualche parte, percependolo a pelle, che avrei previsto un piazzamento nella parte di sinistra della classifica. Scripta manent.

Quest'anno manca il giocatore carismatico che "fa spavento" solo e leggerlo, agli avversari. Lo scorso anno, ricordo, quando venivano fornite le formazioni ai colleghi nelle tribune stampa dei vari stadi, gli stessi, nel leggere Bogliacino in formazione, rimanevano quasi intimoriti solo a leggerlo. Quest'anno, gli stessi colleghi, leggono, invece, Fedato. Sia detto anche questo, ovviamente, con tutto il rispetto per il funambolo ed estroso giocatore che pure, oltre a straordinarie giocate spettacolari, dà l'anima in campo ogni qualvolta è chiamato a rispondere a Torrente ma che ha pur bisogno di crescere bene senza pressioni, pena inevitabili passi indietro.

E poi c'è qualcuno che, forse stimolato dal blatero dei forum dove - si sa - non se ne azzecca mai una e dove si sfogano le proprie frustrazioni nascosti dietro improbabili nickname, chiosa - quasi fosse colpa di qualcuno in particolare - che qualche giocatore della rosa possa essere ceduto a gennaio. Poveri illusi: che rimangano nella loro convinzione dal momento che trovo improbabile (per fortuna) che qualche squadra di serie A, per rinforzarsi, possa pensare di farlo con giocatori baresi che, invece, vogliono essere rinforzati di proprio.

La pillola di Mary Poppins è riuscita, tuttavia, ad andar giù con maggior facilità atteso che, quando si perde -  se non altro - si perde in piedi e tra gli applausi. Cosa che, spesso e volentieri, non accadeva in altre epoche. E se la squadra perde tra gli applausi e i complimenti di tutti (quantunque oggi, come scritto, il Bari non ha giocato bene nel primo tempo), magari davanti al Golfo dei Poeti, l'idea del possibile secondo miracolo a Bari griffato Torrente, ovvero quello della salvezza, si può considerare ancora percorribile.
Nonostante il blatero di taluni che, magari adesso, nell'esercizio della loro arringa anti-torrentiana, diranno "ma perchè non hai messo a Borghese sin dal primo minuto?" Perchè, poi, posto che i gol li avesse pure evitati il Martin quirinalesco grazie alla sua altezza, e se Sansovini avesse segnato di piede, avrebbero detto: scusi, Mister ma perchè lo ha fatto giocare a Borghese?".
A Bari, non tutti per fortuna, son così. Per questo non si cresce mai. Imbecillità dei pochi a parte, ovviamente. Perchè questa non è critica, ma avversione, prevenzione sciocca e generata da idiozia, verso Torrente. E son due cose diverse.

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