26 dicembre 2012

Maremma maiala: Vittoria al fotofinish





Si tornava all'antico. Finalmente. 40 anni fa non c'era Natale o Santo Stefano che tenessero. Si giocava e basta se coincideva di domenica. Con buona pace degli avanzi della due giorni culinaria precedente. Infondo il calcio è sempre stato uno spettacolo e i loro personaggi, sebbene con le scarpette ai piedi e non con i costumi del contesto, son sempre degli artisti (forse degli attori, calza meglio) nel quale è previsto un canovaccio, un regista, un inizio ed un finale. Dunque, pur comprendendo l'inopportunità di certe scelte dettate dalle tv, trovo che si debba intravedere il bicchiere mezzo pieno in certi casi come questo, e non demonizzarne la scelta. Infondo, non si pretendeva di tornare ad un calcio all'antico? Eccolo!

Ci han creduto fino in fondo sia pur senza lanciare nel tritacarne gli etruschi maremmani. Ecco: son proprio queste le partite che, forse, con uno sforzo di buona volontà, varrebbe la pena incastonare come un'icona bizantina nell'ipogeo di Torrebella adiacente a quella costruzione di cemento vagamente futuristica che dà l'idea di uno stadio solo dall'alto ma che, di fatto, risulta inutile e dannosa, lì dove i fantasmi di personaggi mitici, di gare d'altri tempi vinte all'ultimo secondo (ma anche perdute all'ultimo click dell'orologio) e traslocati dal Tempio di Via Maratona per trovar un posto tra le bacheche dei ricordi, fan fatica a trovarne uno libero. Sicché, nelle more, un po' brechtianamente, questi fantasmi eduardiani, preferiscono rimanere nelle retrovie dove il posto non manca sicuramente e dove, anzi, si ha una visione più ampia di questo calcio sporco in fase di pulizia, ma appena trapuntato di lindezza giovanile, di ragazzi poco più che adolescenti, i quali son riusciti a girare la boa del campionato in corso con ben 30 punti, 3 in più dello scorso anno, tra l'altro con una età media più bassa di quella dell'anno di Donati e Bogliacino.

Oggi, coi discendenti di Porsenna, la E Street Band torrentiana ha trovato, come spesso accade, non poche difficoltà nel gestire il pallone ed ottimizzarlo per fare un sol boccone dei toscani, apparsi davvero ben poca cosa al cospetto di un Bari più vivo e caparbio sebbene appena sterile. Così il peso dell'esperienza, ancora una volta, s'è fatta sentire.

La vittoria, dunque, della volontà, quella dell'attimo fuggente in cui tutti i sogni e le speranze affidate all'ultimo tocco di Galano, di Bellomo o ad uno svarione difensivo avversario svaniscono, normalmente, al fischio finale dell'arbitro, quell'attimo cercato e ricercato da Ciccio Caputo (gran lavoro, oggi, il suo, rigore sbagliato a parte: fossi uno che emette pagelle, gli darei un bel 7) agli stessi Galano e Bellomo, da una robusta difesa allo stesso Fedato, oggi ancora una volta appannato, forse, dai troppi riflettori che gli abbrustoliscono il volto, riflettori e lampade forzate che potrebbero nuocergli in quanto, il ragazzo, avrebbe bisogno di crescere in santa pace tra tribuna, panchina e gettoni di timida ma efficace presenza, magari tra qualche mugugno comprensibile generale, ma credo che solo così, un ragazzo di 19 anni, può davvero spiccare il volo soprattutto se si han qualità come lui. E purtroppo Dolcenera deve fare i conti con la mancanza di alternative dalle sue parti e, dunque, è un po' costretto a gettarlo nel Colosseo della B senza alcuna protezione, dandolo in pasto alle fiere feroci. Solo le sue raccomandazioni e la sua fiducia, in qualche modo, riescono a tutelarlo. E per fortuna che il ragazzo, alla fine, riesce comunque a sigillare la gara o, quanto meno, a lasciare il segno, talvolta con un gol o qualche colpo virtuoso.

Oggi, Torrente, con la squadra in evidente affanno in quanto sta tirando la carretta da luglio, con 7 punti di penalità e tante insidie trovate dietro ogni angolo, ha cercato pure di far cambiare ritmo per schiacciare definitivamente i maremmani rimasti persino in 10, ma sulla panchina, ahimè, al di la dei soliti volenterosi giocatori, non aveva quel tasso di qualità e di esperienza necessario cui attingere per poterci quanto meno provare.
Insomma, un déja vu cronicamente attuale dal quale, nei momenti topici della gara, non riesce ad uscirne.
E se si valutano i due ultimi risultati ottenuti, vale a dire il pareggio a Cesena e la vittoria nell'Ultimo metrò truffautiano di oggi, forse si può scorgere un orizzonte più sereno. Uscire, infatti, indenni - ed anzi, con una vittoria - soffrendo e senza strafare e brillare nel gioco, lascia ben sperare nell'immediato futuro allorquando Iunco, Ghezzal e De Falco, potranno elevare il tasso tecnico ogni qualvolta ci sarà da gestire un risultato. Almeno speriamo tutti.

Onore ai quattro maremmani, infine, giunti fino a Bari, verosimilmente dal capoluogo etrusco, per assistere alla gara. Chi meglio di me può comprendere quanti, arrivati nelle varie Ferrara, Cremona, Trapani, Roma e Udine, si è visto sfumare una vittoria o un pareggio all'ultimo secondo.
Buon Natale anche a loro.











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